Restyling della Fontana di Trevi: addio monetine. Bufera sul numero chiuso targato Gualtieri

7 Ott 2024 19:29 - di Elsa Corsini

Restyling della Fontana di Trevi in vista del Giubileo. Partono oggi le operazioni di cantierizzazione per l’intervento di manutenzione straordinaria di uno dei monumenti simbolo della Città eterna. “I lavori – spiega il Comune – si rendono necessari a causa dei fenomeni di degrado che interessano il monumento. Situato in un’area ad alta frequentazione pedonale e sottoposto a particolari condizioni microclimatiche che favoriscono la costante formazione di patine biologiche, vegetazione infestante e depositi calcarei sulle parti più esposte al contatto con l’acqua”. L’operazione è parte di un intervento più ampio nell’ambito del programma Pnrr – Caput Mundi. Che comprende interventi sulla Fontana del Quirinale, della Barcaccia, delle Tartarughe e delle Tiare, per un importo complessivo di 1.187 milioni di euro.

Restyling della Fontana di Trevi: parte il cantiere

Con i cantieri riprende corpo la polemica sul numero chiuso annunciato a settembre dall’assessore al Turismo Alessandro Onorato e confermato oggi da Gualtieri. La Fontana, orgoglio dei romani, immortala dalla “Dolce vita” di Fellini con l’immagine iconica di Anita Ekberg, verrà sostanzialmente blindata. L’amministrazione capitolina si spertica nel garantire che la Fontana continuerà a essere visibile per tutta la durata dei lavori, “grazie alle recinzioni del minimo impatto e al più possibile trasparente”. Verrà sperimentata l’installazione di una passerella che consentirà ai visitatori, in gruppi contingentati, di ammirare la Fontana da “una prospettiva insolita e ravvicinata”. In una fase successiva – dice ancora il sindaco Gualtieri – ” si valuterà anche l’introduzione di un piccolo contributo economico per l’ingresso”. Addio per ora all’iconico lancio della monetina, durante i lavori si potrà farlo in un cesto dalla passerella.

Addio monetine, arriva la passerella

Il biglietto, spiega ancora il sindaco dem, potrebbe già essere introdotto nel 2025. L’ingresso alla parte bassa della Fontana non sarà per prenotazione o a scaglioni orari, ma limitato in base alla capienza da hostess e stewart di Zètema. “Ora studieremo i flussi – dice Gualtieri – poi, con lo smontaggio della passerella a fine lavori, cioè dicembre, inizieremo la fase vera e propria del numero chiuso”. Per ora il sindaco ha escluso l’installazione di tornelli. Speriamo non ci ripensi. Immaginate i tornelli come alle poste davanti alla Fontana di Trevi?

Le polemiche sul numero chiuso: incompetenti

Il progetto ha lasciato di stucco i romani, molti esponenti del centrodestra e i cultori del patrimonio monumentale della Città eterna. Fabio Rampelli scende in campo: “Il luogo simbolo della Dolce Vita di Fellini, che ci ha regalato le immagini di Anita e Marcello, non può trasformarsi in un atto burocratico con una macchinetta che timbra il biglietto d’ingresso. Il contingentamento degli ingressi a Fontana di Trevi è un colpo terribile all’immaginario mondiale”, dice il vicepresidente della Camera.

Rampelli: una ferita all’immaginario mondiale

“Capisco il sovraffollamento e i disagi ma contingentare gli ingressi non renderà fontana di Trevi più godibile ma semplicemente più esclusiva. Senza parlare del danno economico  alle attività commerciali. Si sta arrivando alla privatizzazione degli spazi pubblici, cosa ancora più deprecabile nella Capitale che fa dell’universalità la sua cifra specifica. Il vero problema a Fontana di Trevi non sono le centinaia di migliaia di turisti che legittimamente la vogliono vedere ma è l’assenza di controlli, la mancanza di cestini dell’immondizia, la preponderante presenza di negozi di souvenir di pessimo gusto che vendono paccottiglia. Inviterei – conclude Rampelli – quanti si stanno spingendo verso questa idea a essere più cauti. E a sondare risposte meno rudimentali che non mettano mai a rischio l’universalità del diritto alla cultura e alla conoscenza dei luoghi del mondo”. Giovanni Quarzo, capogruppo di FdI nell’Aula Giulio Cesare è tra i primi a non gradire. “In 50 anni a Fontana di Trevi non è mai successo. Sarebbe l’ennesima soluzione estemporanea di un’amministrazione che non sa come gestire la mobilità. Non si può limitare l’accesso a causa della propria incapacità organizzativa”.

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