Scuola in ospedale, storie belle di “pazientini” curati e di docenti coraggiosi in un convegno al Mim
Un convegno serio, ma non serioso, un incontro su medici che insegnano e professori che curano, su ragazzini malati ma in molti casi ancora vivi ma anche un momento di ricordo per quelli che non ci sono più, da ricordare comunque con un sorriso, una bella mattinata di riflessione per giovani studenti in perfetta salute a cui raccontare una realtà, quella della scuola che entra nell’ospedale, che non conoscono e che tutti speriamo non conoscano mai.
Il convegno sulla scuola in ospedale per parlare a chi non sa
Il convegno dal titolo “L’istruzione salva la vita”, svoltosi ieri a Roma , nei locali del ministero intitolati ad Aldo Moro e moderato dal giornalista Luca Maurelli, non poteva che concludersi con la lettura di un ex “pazientino”, curato e acculturato nelle corsie dell’ospedale Gemelli, che ha riversato il suo dolore e il suo sollievo per una malattia con cui ha imparato a convivere, in versi in prosa irregolare, squassante, tumultuosa, come la sua anima di sopravvivente.
“E ti prego lasciami/ che sto vento non si placa/ ti prego lasciami che sto fuoco mi divampa/ mi riscalda come fiamme ma mi annega come
gocce versate/ in un mare di lacrime…”, ha urlato Rocco Casillo a ragazzini poco più giovani di lui, che hanno sotterrato i cellulari nelle tasche e spalancato le orecchie, dopo due ore di teoria su cosa sia e a cosa serve quell’eccellenza invisibile dell’istruzione e della sanità italiana, il modello di “scuola in ospedale” che il Gemelli di Roma declina, da anni, nel modo migliore. E’ lì che è nato il progetto della professoressa Daniela Di Fiore, che in libri e iniziative pubbliche nel corso di anni di insegamento ai giovani malati oncologici (che le sono valse un’alta onorificenza dal Quirinale) ieri è sfociato in un convegno con politici, addetti ai lavori, medici, maestre, prof e tanti ragazzi della Carlo Emery di Roma.
Frassinetti: “Una realtà importante, un ponte con le famiglie”
Al ministero dell’Istruzione e del Merito, il convegno organizzato in collaborazione con Scuola in Ospedale del Policlinico Universitario Agostino Gemelli, il sottosegretario all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti, ha fotografato il settore dei “ragazzi della scuola in ospedale”, in costante crescita, purtroppo, per la casistica dei malati, ma per fortuna anche per la risposta in termini di servizio da parte dello Stato.
“Sul territorio nazionale sono presenti 257 sezioni ospedaliere che vedono coinvolti 955 docenti, nel 2022/23 ne hanno usufruito 59226 studenti, prevalentemente della scuola dell’infanzia e della primaria, e 5270 della secondaria. La scuola in ospedale garantisce un ‘ponte tra famiglia e ospedale, è un modo per concretizzare il diritto allo studio”, ha continuato Frassinetti che ha parlato anche della ”funzione terapeutica che la scuola offre in quanto si investe sul futuro e si prescinde dalla difficoltà legata alla malattia”. A parlare di ”ponte” è stata anche la docente del Policlinico Gemelli e autrice del libro ”Storie di incredibile felicità” e de “I ragazzi con la bandana“, Daniela Di Fiore, che ricorda come per i ragazzi ”l’unico momento in cui si sentono uguali agli altri è quando studiano”. “Con il registro elettronico – ha ricordato – gli alunni possono anche vedere gli argomenti che stanno facendo nella propria classe, così da poter essere lì, ”anche da un letto di ospedale”.
L’esperienza del “Gemelli” di Roma
Il direttore Uoc Oncologia Pediatrica della Fondazione Policlinico Gemelli, Antonio Ruggiero, ha poi fatto notare che quando i ragazzi si ammalano ”spesso il percorso è lungo e questo vuol dire non poter partecipare alle attività scolastiche e quotidiane degli altri ragazzi”. La scuola, quindi, ”permette di avere momenti di normalità e anche di rassicurazione per i genitori”. Il responsabile Uos Igiene Ospedaliera Policlinico Gemelli Michele Di Donato ha parlato della sinergia che si crea nei reparti tra i “pazientini”, come li ha definiti, e il personale medico e sanitario, in quelle stanze destinate e diventare per molti di loro delle vere e proprie case per mesi. Per il capo dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione Mim, Carmela Palumbo, gli alunni in ospedale hanno quindi due riferimenti: ”il sistema sanitario e la scuola”. ”Una bussola e un riferimento che dobbiamo continuare ad assicurare”, ha concluso.
In un messaggio letto nel corso del convegno, il direttore dell’Ansa, Luigi Contu, ha ricordato come fin dal primo momento in cui è venuto a conoscenza dei progetti della docente ospedaliera Di Fiore, da lei raccontati, ha pensato che l’Ansa ”avesse il dovere di affiancare le sue iniziative”. ”Il racconto della forza che i ragazzi hanno anche in condizioni drammatiche, per apprendere e crescere, è emozionante – ha continuato – e ci rivela come la conoscenza e la cultura possano aiutare e sostenere i giovani che sono meno fortunati dei loro coetanei”.
La presidente della Premio Flaiano, Carla Tiboni, da anni al fianco della “scuola in ospedale”, ha annunciato un progetto legato alla fotografia e altre iniziative per chi ha bisogno, dopo la scoperta della malattia, di continuare a fare la sua vita. Sincera e toccante anche la testimonianza del giornalista Gabriele Manzo, che con Daniela Di Fiore ha scritto “Storie di incredibile felicità“. “Prima che me ne parlasse Daniela, dopo anni di lavoro da giornalista e a un’età non più giovanissima, ammetto: non avevo mai sentito parlare della scuola in ospedale. Poi, oggi, anche oggi, ho imparato tanto”. Poi la prof Assunta Fabrizi e la maestra Chiara Frassineti, che alla “Maffei”, con un lavoro straordinario, hanno fatto realizzare ai “pazientini” dati loro in affidamento, video, calendari, scritti, e che ricordano, col sorriso sulle labbra e gratitudine, anche quelli che non ci sono più. Ma quelli che ci sono e che ieri c’erano, come Silvia, alunna della prof Di Fiore, e Rocco, hanno voglia di parlare.
“Come oceano e io sabbia/e la sento sta cella/dura ma corrosa/e devo accettare che sta crisi è la mia sposa/mia compagna/di cella e di stanza/di cielo e di barca/in mezzo al nulla/dove vado/sto in una culla/comoda e larga/ma se non sei a casa tua/quella culla diventa gabbia/lasciami…”