Scurati, fango da Francoforte contro il governo Meloni: “Mai recisi i legami col fascismo. Io perseguitato”
Che strazio questi “martiri” della libertà. Ci mancava Antonio Scurati a gettare fango sull’Italia “antidemocratica”alla buchmesse di Fracoforte“. “Mai come in questo momento, mi pare opportuno che un romanzo popolare ricordi al più alto numero di lettori possibile ciò che i nostri padri e nonni, madri e nonne, impararono a loro spese: la democrazia non è data una volta e per tutte: la democrazia è sempre lotta per la democrazia”. Così lo scrittore presentando il suo ultimo romanzo, ‘M. L’ora del destino’ (Bompiani): il quarto volume della saga che ha dedicato al Ventennio fascista in libreria da oggi. Poi ha cominciato a sparlare dell’Italia e del governo Meloni cin parole vergognose e infamanti.
Scurati, fango contro governo e giornali di centrodestra
Scurati ha schizzato veleno per non essere da meno del collega Roberto Saviano e ha indossato i panni del martire narcisista: “Sempre più spesso mi viene chiesto come e perché mi sia trovato in conflitto con il potere politico del mio Paese: censurato, diffamato, attaccato sul piano personale dai massimi rappresentanti del mio Governo e delle istituzioni. Bersagliato da violente e infamanti campagne di stampa condotte dai giornalisti di estrema destra; su quotidiani e televisioni nazionali di larghissima diffusione”. “Sono uno scrittore, un romanziere- ha aggiunto- . È la mia attività di intellettuale e romanziere che mi ha condotto a scontrarmi con il potere, non altro. E non è accaduto per caso. Accade perché l’estrema destra oggi al potere in Italia e, presto, temo, in Europa, non ha mai reciso i legami con i fascismi novecenteschi da cui proviene”. Parole inaccettabili che gettano infamia sull’Italia in un contesto internazionale.
Scurati, delirante comizio anti-Meloni alla buchmesse di Francoforte
Schizzi di fango. Il discorso di Giuli per lui è passato invano. Il ministro proprio all’inaugurazione della buchmesse aveva parlato di grande apertura verso il dissenso e la pluralità delle idee. Anche se queste collidono con il governo “cui mi onoro di appartenere”. Dunque, cosa vuole di più Scurati? Parla, scrive, pubblica le sue opere, insulta il governo, nessuno lo censura: dove vede questa persecuzione continuata nei suoi confronti? Perché, se si riferisce al mancato monologo da Serena Bortone su Rai3, ha raccontato una favola al pubblico di Francoforte. Sappiamo tutti com’è andata: viale Mazzini spiegarono che non c’era stata alcuna censura; e che lo scrittore aveva scelto di dare forfait perché “non pagato”. La Rai mostrò le carte e gli accordi presi con lo scrittore. Basta martirio.
Che strazio questi “martiri”, non bastava Saviano
Ma lo scrittore parte in automatico: “La compagine governativa ha dimostrato un’aggressività illiberale nei confronti di intellettuali, artisti e uomini di cultura: che vorrebbe allineati alle sue posizioni. Che si è spinta fino all’aggressione verbale, personale e ripetuta nei miei confronti e nei confronti di altri. Alla censura, alle querele, all’occupazione sistematica delle istituzioni culturali sulla base di una logica familistica. Cioè di famiglia politica e a volte anche biologica, di appartenenza”.