Sicurezza sul lavoro, nel 2023 meno 16,1% di infortuni e meno 9,5% di morti: i dati del rapporto Inail

14 Ott 2024 14:55 - di Agnese Russo
infortuni sul lavoro

Nel 2023 è calato il numero degli infortuni e delle morti sul lavoro: ne sono stati denunciati rispettivamente il 16,1% e il 9,5% in meno. Il dato emerge dalla Relazione annuale dell’Inail, presentata alla Camera dei deputati e alla presenza tra gli altri del ministro del Lavoro. A influenzare il calo rispetto all’anno precedente, spiega l’istituto, è stato l’arretramento del Covid, che nel 2022 faceva ancora sentire con forza la sua presenza in termini di contagi professionali denunciati. Ma non si tratta solo di questo: i dati, infatti, mostrano un miglioramento anche rispetto al 2019, ovvero all’ultimo anno prima della pandemia.

Calano morti e infortuni sul lavoro

In termini assoluti le denunce di infortuni registrate nel 2023 sono state circa 590mila, che determinano quel calo del 16,1% rispetto alle circa 704mila del 2022; rispetto al 2019, quando le denunce furono quasi 645mila, il calo è stato dell’8,4%. Gli infortuni con esito mortale denunciati sono 1.147, 121 in meno (-9,5%) rispetto ai 1.268 del 2022 e 95 in meno (-7,6%) rispetto ai 1.242 di cinque anni prima. Allo stato attuale l’Inail ha riconosciuto il 64% degli infortuni denunciati, di cui il 18,1% avvenuti “fuori dall’azienda”, cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”. Restano da definire ancora 29mila casi in istruttoria. Gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono, al momento, 550 (il 48% delle denunce), di cui oltre la metà (52,2%) “fuori dall’azienda”. I casi in istruttoria sono 51.

Le denunce di infortuni nei vari settori lavorativi

La stragrande maggioranza delle denunce di infortuni sul lavoro si registra nel settore dell’Industria e dei servizi, con il 79,2% dei casi (in diminuzione del 19,8% rispetto al 2022), nel settore dell’Agricoltura sono al 4,5%, mentre nel conto dello Stato al 16,3% con 7 infortuni su 10 che riguardano gli studenti nelle scuole pubbliche statali. Anche per i casi mortali il maggior numero di denunce si concentra nell’Industria e servizi (85,3%), seguita dall’Agricoltura (11,6%) e dal conto Stato (3,1%). In generale, quasi tutti i settori sono in calo rispetto al 2022, in particolare la Sanità e assistenza sociale, che scende dai circa 135mila casi del 2022 ai quasi 44mila del 2023 (-67,5%), dopo aver registrato il picco di 157mila infortuni nel 2020 a causa del Covid. Il più elevato numero di decessi in occasione di lavoro si registra nelle costruzioni (176 casi, in linea con i 175 del 2022), nel trasporto e magazzinaggio (125, -17 decessi) e nel comparto manifatturiero (111, -11). La Sanità e assistenza sociale, con 14 decessi, è in calo rispetto ai 29 del 2022 e, soprattutto, rispetto ai 200 denunciati nel 2020, nella fase più acuta della pandemia.

Il calo in tutte le aree del Paese, il numero più alto di infortuni sul lavoro al Nord

Dal punto di vista della distribuzione territoriale, nel 2023 il 61% degli infortuni si concentra al Nord, il 20% al Centro e il 19% nel Meridione. Il calo registrato rispetto al 2022 ha interessato tutte le aree del Paese, a partire dal Sud (-20,5%), seguito da Nord-Ovest (-19,6%), Isole (-18,7%), Centro (-15,9%) e Nord-Est (-9,9%). Tutte le Regioni hanno visto contrarsi il fenomeno infortunistico, con i decrementi più significativi in Campania (-35,3%), Liguria (-31,4%) e Molise (-26,5%). Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana raccolgono oltre la metà delle denunce. Nei casi mortali, l’incidenza del Nord scende al 48%, mentre aumenta, rispetto ai casi in complesso, il peso del Mezzogiorno (33%), con il Centro che conferma la stessa quota (un caso su cinque) sia per il totale degli infortuni che per quelli mortali. La diminuzione del 9,5% delle morti sul lavoro rispetto al 2022 è la sintesi dei cali registrati al Centro (-18,7%), Nord-Ovest (-13,6%), Nord-Est (-11,3%) e Isole (-9,3%) e dell’aumento rilevato al Sud (+6,3%).

Tra le donne gli incidenti scendono più che tra gli uomini

Se si osserva il dettaglio delle denunce di infortuni suddivise per lavoratori e lavoratrici, tra queste ultime si registra un calo significativo: il 27,6% in meno, in termini assoluti pari a 80mila casi in meno. Tra i lavoratori, invece, il calo è stato dell’8,1%, circa 34mila casi in meno. Anche per gli incidenti mortali il calo è più marcato per la componente femminile (-31,9%, da 135 a 92 casi) rispetto a quella maschile (-6,9%, da 1.133 a 1.055). Quasi tutte le fasce di età presentano riduzioni tra il 2022 e il 2023 con l’unica eccezione, per le denunce in complesso, di quella degli under 20, soprattutto studenti (+11,6%), e per i casi mortali della classe 20-24 anni (+12 decessi) e degli over 65enni (+15). Metà delle denunce di infortunio si concentra nella fascia 40-64 anni, mentre per i decessi la fascia più colpita è quella tra i 50 e i 64 anni. Infine, quasi otto infortuni su 10 riguardano i lavoratori italiani (in calo del 18,9% sull’anno precedente), il 17% gli extracomunitari (-0,2%) e il 4% i comunitari (-13,7%). Sempre circa otto su 10 sono i decessi denunciati per lavoratori italiani (-9,1% sul 2022), il 15% per quelli extracomunitari (-8,2%) e il 4% per i comunitari (-20,3%).

D’Ascenzo: “Inquadrare le attività svolte in una prospettiva strategica”

“La Relazione annuale rappresenta un’occasione importante per inquadrare le attività svolte in una prospettiva strategica, che mira a contrastare l’angosciante fenomeno degli incidenti sul lavoro. Solo valorizzando un processo virtuoso basato sull’attivazione corale delle leve che riducono il rischio infortunistico da parte degli attori del welfare – istituzioni, parti sociali, pubbliche amministrazioni, associazionismo, soggetti del sistema prevenzionale – si sarà in grado di rilevare nel tempo trend decrescenti del fenomeno”, ha detto il presidente dell’Inail, Fabrizio D’Ascenzo. Il tema della lotta agli infortuni sul lavoro come battaglia comune è stato anche al centro del messaggio inviato dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione della presentazione della Relazione.

Meloni: “La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un diritto”

Nel suo intervento il premier ha anche ricordato che “più prevenzione, più controlli, pene più severe per chi non rispetta le regole” sono gli elementi cardine della “strategia che il governo sta portando avanti e che ha trovato una declinazione concreta nei diversi provvedimenti adottati finora”. “La sicurezza sul lavoro – ha concluso Meloni – non è un costo, ma un diritto di ogni lavoratore. Garantire questo diritto è una priorità permanente che deve vedere tutti in prima fila”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *