Sinner a Riad con l’ombra della sentenza Halep: ma ciò che lo preoccupa è proprio quello che lo scagiona. Ecco perché

16 Ott 2024 16:52 - di Lara Rastellino
Sinner

Sinner, tutti pronti a rincarare la dose col caso della Halep: ma le differenze ci sono. E vanno tutte a favore dell’azzurro, vediamo compe e perché. Nel frattempo, mentre l’invidioso Kyrgios continua la sua irruenta crociata contro Jannik Sinner, da un caso analogo a quello che ha coinvolto il nostro campione arrivano notizie che potrebbero infierire sulle speranze del 23enne altoatesino che, reduce dalla vittoria all’Atp cinese di Shanghai, ha ammesso di stare attraversando mesi difficili che gli hanno spento il sorriso. Mesi in cui Sinner ha fin qui provato a rispondere ad accuse e sospetti vincendo sul campo e accreditando la vittoria a talento e impegno.

Sinner riparte dal torneo stellare di Riad con un peso sul cuore

Come noto la bufera che l’ha travolto per la vicenda della positività al Clostebol, una sostanza dopante, per cui è stato assolto dall’Itia ma contro cui la Wada ha fatto ricorso al Tas, ha concentrato nubi di polemiche e sospetti addensando sul capo del fuoriclasse altoatesino un cielo di tempesta che ha in parte oscurato successi e immagine, complici anche alcuni colleghi e molti rivali – alla Kirgyos per intenderci – che hanno usato il dubbio come una clava, pronti a sollevare impropriamente gli scudi.

A fare da eco ai suoi successi il solito “rosicone”: Kyrgios

Con una veemenza tale da indurre una persona schiva e riservata come Sinner – che non si abbandona mai a sottolineature personali e a repliche dagli accenti polemici, preferendo rispondere con i risultati conseguiti in gara – a dichiarare: da questa situazione «ho capito chi sono gli amici e chi no»…

Il caso Halep e la squalifica ridotta da 4 anni a 9 mesi

Veniamo ai fatti allora, e precisamente a un caso analogo a quello che ha investito Sinner: nei giorni scorsi il Tribunale di Losanna ha reso noto le motivazioni della decisione in base alla quale è stata ridotta da quattro anni a nove mesi la squalifica della tennista ex numero 1 del mondo Simona Halep. Uno stop inflitto alla sportiva rumena a marzo per «un incauto utilizzo di un integratore contaminato a base di Roxadustat». Ebbene ora, questa nuova determinazione consente alla trentaduenne Halep, campionessa a Wimbledon e al Roland Garros, di tornare immediatamente al tennis.

Le motivazioni della sentenza che preoccupano Sinner ma vanno anche a suo favore

Nelle motivazioni però, il Tas rileva che il fatto che a consigliare l’integratore fosse stato il suo fisioterapista personale non la esimerebbe dalle colpe perché «non è un medico». Secondo i giudici Halep – riporta La Presse sulla vicenda citando stralci della sentenza – «avrebbe dovuto capire i limiti delle qualifiche della sua fisioterapista» e «non può giustificare la mancata consultazione di uno specialista e l’affidamento di un compito così delicato a una persona senza le necessarie competenze mediche».

Similitudini e differenze tra le due vicende

Va detto anche però che rispetto al caso dell’atleta di Costanza, Sinner è stato già assolto dall’Itia che ha riconosciuto la responsabilità dell’ex fisioterapista Giacomo Naldi nel contaminare il corpo del tennista azzurro con il Clostebol, contenuto in una pomata cicatrizzante usata per curare una ferita a un dito. Ma la sottolineatura dell’incauto utilizzo marca il passo, anche se tutto è ancora aperto, e non è un buon segnale…

Tra i due casi, una differenza sostanziale soprattutto va in favore di Sinner

Detto ciò, occorre però anche precisare una differenza sostanziale tra i due casi. Una differenza che va tutta in favore di Sinner. Sì, perché  mentre la Halep è stata contaminata da un integratore alimentare che ha consapevolmente assunto (pur non sapendo che al suo interno vi fosse una sostanza dopante), il campione azzurro è entrato a contatto con il Clostebol attraverso una pomata per curare delle lesioni che aveva assunto il suo fisioterapista. Il livello di rischio di colpevolezza o negligenza significativa, dunque, era sicuramente sensibilmente più alto per la tennista rumena.

Il farmaco contenente Clostebol

Non solo. Soprattutto nel caso di Sinner, la responsabilità dell’intera vicenda è ricaduta sulla leggerezza commessa dal team formato dagli ormai ex preparatore atletico e fisioterapista, Ferrara e Naldi. Il primo, infatti, come asseverato nel verdetto del tribunale indipendente che ha poi completamente scagionato Sinner, avrebbe comprato il farmaco contenente Clostebol utilizzato come cicatrizzante. Il secondo, si sarebbe medicato una lesione al dito proprio con la pomata “incriminata”, facendo poi un massaggio a mani nude su Sinner. Trasferendo la sostanza dopante in minimissima quantità, facendo comunque esplodere la vexata quaestio.

Al via la gara a sei in Arabia Saudita

Comunque, vicissitudini a parte, ora la palla passa ai campi della prima edizione del Kings Six Slam. Un torneo in cui i migliori tennisti del pianeta si affrontano a Riad, in Arabia Saudita,. Una sfilata di campioni che promette emozioni senza fine. Un calendario di esibizioni, quelle in programma, che proprio oggi vede in agenda i due quarti di finale: l’ennesima sfida Sinner-Medvedev e Alcaraz-Rune, con due mostri sacri come Djokovic e Nadal già in semifinale. E con la finalissima in programma sabato 19.

Sinner di nuovo in campo oggi dopo il trionfo in Cina

E allora è dall’Arabia Saudita e dal torneo stellare che Jannik, dopo il successo nel Masters 1000 di Shanghai, cerca un altro colpo in una stagione “monstre”. Un’altra opportunità per dimostrare che le vittorie che lo incoronano numero uno del Ranking mondiale sono frutto della sua grandezza. E nulla più…

 

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