“Sono malato”: il bancario “spione” presenta un certificato medico per discolparsi. Caccia ai complici

12 Ott 2024 10:17 - di Redazione
bancairo "spione"

Ha detto di soffrire di un disturbo di adattamento misto. E di essere un maniaco del controllo. Per provarlo davanti alla commissione disciplinare di Banca Intesa Vincenzo Coviello ha prodotto la relazione di uno psicologo. Ma il bancario spione che è entrato nei conti di politici, uomini delle istituzioni e vip non convince e la procura vuole vederci chiaro, dando la caccia a complici e mandanti. Il bancario che spiava i conti correnti delle sorelle Meloni e uomini di centrodestra, oltre che vip afferma di non avere trattenuto o scaricato dati. E sostiene di aver fatto tutto solo per curiosità. Ma c’è un problema, si è contraddetto: nell’audit prima del licenziamento ha sicuramente mentito. Perché ha detto di aver smesso di accedere ai database e alle banche dati a ottobre 2023, dopo il primo richiamo del direttore della sua filiale di Bisceglie. Ivece gli accessi registrati compaiono fino ad aprile 2024. Non si spiega.

Si aggrava la posizione dello”spione”: violate anche le carte di credito

Non solo: non ci sono solo i conti correnti bancati: sono state violate anche  le carte di credito, riporta il Corriere della Sera. Ci sono almeno altre due direzioni dell’attività per cui è indagato il 52enne ex impiegato nella filiale Banca Intesa di Bitonto: “Da un lato le intrusioni nelle spese effettuate con le carte di credito;  grazie alle quali è possibile sapere molto di più sulla vita degli «spiati» rispetto alle semplici movimentazioni bancarie. Dall’altro la ricerca di informazioni su personaggi che hanno il conto presso altri istituti di credito. Come risulta dalla lista dei nomi sui cui Vincenzo Coviello avrebbe svolto accertamenti attraverso i suoi computer.

Spiare le carte di credite è il livello più alto di ingerenza nella disponibilità di Coviello, contestano gli inquirenti. “E dai primi accertamenti risulterebbe che tra i bersagli di questo genere di accertamenti — prolungati nel tempo — c’è il ministro della Difesa Guido Crosetto”. Già vittima del tenente Pasquale Striano. Altri nomi noti ad aver subito questo genere di intrusione sono l’ex parlamentare e ministro grillino, Luigi Di Maio; la deputata di Forza Italia Marta Fascina, ultima compagna di Silvio Berlusconi; gli ex governatori pugliesi Nichi Vendola e Raffaele Fitto, altro ministro del governo Meloni designato commissario europeo.

E’ caccia ai complici del bancario “spione”

Si fa strada la convinzione che  il bancario «curioso» non abbia agito da solo. Il funzionario avrebbe effettuato, dal 21 febbraio 2022 al 24 aprile 2024, un totale di 6.637 accessi abusivi ai dati di 3.572 clienti «portafogliati» nelle 679 filiali del gruppo. “Interrogando nella maggior parte dei casi i conti degli stessi dossierati da Striano”, rileva il Tempo. Un’attività illegale compiuta «verosimilmente in concorso e previo concerto con persona/e da identificare (mandante/i degli accessi abusivi al sistema informatico del Gruppo Intesa San Paolo e destinataria/e delle informazioni acquisite tramite l’accesso abusivo), e loro familiari e/o collaboratori, al fine di procurare a sé e/o ad altri, attraverso la consultazione di quei dati, notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato o, comunque, nell’interesse politico, interno o internazionale, dello Stato dovevano rimanere segrete», scrivono gli inquirenti.

Vincenzo Coviello si è contraddetto tre volte

La difesa di Coviello è traballante e zeppa di contraddizioni: ha spiegato che il primo accesso abusivo, quello della moglie del cognato, lo ha effettuato perché ha sbagliato a digitare «nell’ambito delle verifiche del plafond delle carte dei clienti». «Ho rispettato tutte le regole della privacy», ha aggiunto. E si è mosso «senza alcun interesse o fine personale». A maggio ha cambiato versione, sostenendo di aver agito per «mera curiosità». Poi ha prodotto la relazione dello psicologo che certifica il suo disturbo da adattamento misto. Ovvero disturbi emotivi e della condotta. Nei confronti di un coetaneo Coviello ha effettuato 310 accessi. Poi ha detto di non conoscerlo e di non ricordarne il motivo. Poi si è impicciato di uno che portava il suo stesso cognome e ha ficcato il naso nel conto di un primario del Policlinico di Bari. Che lo ha denunciato dando il via all’indagine.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *