Sospesa la serie tv sul delitto di Avetrana, Apa e Anica non ci stanno: decisione senza precedenti

24 Ott 2024 16:16 - di Gabriele Caramelli

“Anica e Apa esprimono la più viva sorpresa per la decisione senza precedenti, espressa dal Tribunale di Taranto, di sospensione cautelare della messa in onda della serie Avetrana – Qui non è Hollywood, prodotta da Groenlandia e Disney”. Così le due associazioni audiovisive italiane dopo il blocco della serie. I giudici di Taranto, infatti, hanno accolto il ricorso urgente presentato dai legali del Comune di Avetrana per sospendere la messa in onda della serie televisiva dedicata al delitto della 15enne Sarah Scazzi del 26 agosto del 2010. La prima puntata era prevista venerdì 25 ottobre su Disney Plus.

Sospesa la serie tv sul delitto di Avetrana, le reazioni

All’indomani dell’annuncio della sospensione le due società si sono concentrate anche sull’analisi delle ricostruzioni all’interno del telefilm sul delitto di Avetrana: “La serie, appena presentata al Festival del Cinema di Roma, si limita a raccontare fatti di risonanza pubblica oggettivamente legati a un determinato contesto, storico e geografico, come tante volte capitato in passato. Gli autori – si legge nella nota – non prendono posizione riguardo al risultato delle sentenze, né le mettono in dubbio: la serie racconta infatti quanto emerso dagli atti processuali”.

Delitto di Avetrana, le accuse di “censura”

E ancora: “Il blocco preventivo della serie, ancora inedita, appare come una grave lesione di quel principio di libertà di espressione chiaramente tutelato anche a livello costituzionale e che deve essere garantito al racconto audiovisivo italiano. Guardate le nostre serie, giudicatele, ma non chiedetegli di non esistere solo perché raccontano la realtà”, ha precisato Chiara Sbarigia, attuale presidente di Apa. La notizia è stata poi ripresa polemicamente anche da Benedetto Habib, presidente dell’Unione produttori di Anica: “Obbligare le opere audiovisive a non fare riferimenti alla cronaca e alla realtà è un pericoloso precedente”.

Anica, Habib: “Bisogna tutelare la libertà d’espressione”

Habib ha poi spiegato che la realizzazione della serie è avvenuta in base alla ricostruzione degli eventi. “I titoli basati su fatti realmente accaduti sono una costante della storia del cinema, indipendentemente dalle opinioni del pubblico o dei protagonisti sui fatti trattati se si mantiene il rispetto verso le comunità coinvolte: esplorare la realtà aiuta a esercitare il senso critico dello spettatore”. Il rappresentante di Anica ha concluso riflettendo sulla libertà di parola in Italia, sancita per legge. “La libertà di espressione nel nostro paese – ha detto – è garantita dalla Costituzione, e la comunità dei produttori non vuole svegliarsi in un mondo dove questa libertà non è più agibile”.

Repliche e polemiche sulla sentenza

Il blocco di Avetrana – Qui non è Hollywood ancor prima della sua vera e propria uscita, sembra aver generato grande scalpore, tanto che qualcuno riterrebbe questa scelta come un affronto alla libertà d’espressione sancita dal testo costituzionale. Stando alle considerazioni di Sbarigia e Habib, la protesta dei due enti di riferimento non riguarda la critica quanto l’impossibilità di pubblicare una serie realizzata in base alle informazioni disponibili sul delitto di Avetrana.

 

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