Splendori del Medioevo genovese: il progetto “Ianua” esempio da imitare in tutta Italia
“Il Medioevo è stato anche, e ritengo persino innanzitutto, una grande epoca creatrice. Lo si vede nel campo delle arti, delle istituzioni (ad esempio le università), soprattutto nelle città, o ancora per quanto riguarda le conquiste del pensiero” – parola di Jacques Le Goff, eminente studioso della storia e della sociologia del Medioevo. Di questa “grande epoca creatrice” si è fatto carico, nell’ultimo fine settimana, il Comune di Genova, organizzando Ianua, l’evento che ha reso protagonista la Genova medievale ancora viva e presente nel patrimonio architettonico e culturale cittadino.
Una tre giorni che ha letteralmente accompagnato il pubblico alla scoperta dei siti più rilevanti del centro storico, seguendo l’antica suddivisione tra castrum, civitas e burgus: palazzi, strutture murarie, abbazie, chiese, torri, monumenti ancora perfettamente leggibili e altri da riconoscere e riscoprire, con uno sguardo al Medioevo immaginato, quello ricostruito e sognato fra Otto e Novecento: una riscoperta del periodo in cui la città si è trasformata e ha gettato le basi per i fasti delle epoche successive, diventando protagonista indiscussa della storia d’Europa.
Un tuffo nel Medioevo genovese: progetto Ianua
“La storia del Medioevo genovese è sempre stata al centro dell’attenzione della storiografia internazionale. Guglielmo Embriaco, Benedetto Zaccaria, Simon Boccanegra, Cristoforo Colombo, sono soltanto alcuni tra i personaggi più celebri, capaci d’incarnare il genius loci” – ha dichiarato Antonio Musarra, curatore scientifico del progetto Ianua e professore associato di Storia medievale alla Sapienza Università di Roma – “ma i protagonisti della storia genovese sono molti di più: crociati, mercanti, ambasciatori, artigiani, uomini e donne, che formano la trama di una vicenda straordinaria, testimoniata da numerose fonti, conservate prevalentemente presso l’Archivio di Stato genovese. Una storia complessa e affascinante, che merita di essere narrata e conosciuta”.
In questa prima edizione di Ianua, ci si è concentrati sulla relazione tra la città e il mare. Cuore degli eventi l’apertura straordinaria del Palazzo del Mare, Palazzo San Giorgio, centro pulsante della vita economica e commerciale della Genova medievale. Oltre Palazzo San Giorgio quaranta siti aperti, con novanta divulgatori scientifici che hanno accompagnato i genovesi ed i turisti nei tour, convegni, cortei, rievocazioni storiche con Cristoforo Colombo protagonista ed il palio delle Repubbliche Marinare.
Tra biblioteche e splendori architettonici
Punti di maggiore interesse, veri e propri simboli dello splendore architettonico della Genova medioevale, visitabili tutto l’anno: la chiesa di Santa Maria di Castello, la chiesa di San Donato, la cattedrale di San Lorenzo, il quartiere di San Matteo, la Commenda di Pré, la chiesa del Carmine, con i più antichi affreschi carmelitani esistenti in Italia. Ed ancora, fuori dal centro della città antica: la chiesa romanica di San Siro di Struppa, il santuario di Nostra Signora del Monte, la chiesa di Santa Maria della Cella a Sampierdarena, l’abbazia del Boschetto.
Tra i gioielli esposti la Bibbia Atlantica, un’opera straordinaria conservata all’interno della Biblioteca Berio. Risalente alla fine dell’XI secolo, fa parte di un gruppo di bibbie miniate chiamate “atlantiche” per le loro grandi dimensioni e prodotte come strumento di promozione e diffusione della riforma ecclesiastica. L’esemplare esposto è a Genova dal Medioevo, come dimostra una nota manoscritta che risale al XIII-XIV secolo. Forse era conservata in Cattedrale, luogo che all’epoca aveva sia la funzione di luogo sacro che di sede legale della comunità civile. Su questa Bibbia giuravano i consoli, i dogi e gli altri magistrati cittadini quando entravano in carica. In epoca napoleonica il codice fu trasferito a Parigi nella Bibliothèque Royale, restituito alla città quarant’anni dopo grazie ai buoni uffici di Antonio Brignole Sale, fu affidato dalla municipalità alla Biblioteca Berio.
Tra rigore scientifico e divulgazione
Sottolinea sempre Musarra: “Ianua segna il consolidarsi di un metodo di divulgazione virtuosa, capace di unire rigore scientifico e coinvolgimento del pubblico. Un modello, applicato non solo al centro storico cittadino: è la grande Genova ad essere protagonista. Un modello che ha dimostrato d’avere tutte le carte in regola per espandersi nell’intera penisola. A fornire quel valore aggiunto capace di fare la differenza le divulgatrici e i divulgatori, giovani specialisti, selezionati su bando nazionale, chiamati a democratizzare le proprie conoscenze rendendo la storia, la storia dell’arte, l’archeologia accessibili, vive e appassionanti. È il loro lavoro a far ‘funzionare la macchina’, consentendo di rafforzare l’identità culturale del territorio tramite una valorizzazione sostenibile del patrimonio. Il Medioevo è un banco di prova.
È la dimostrazione che il ‘modello Rolli’ (un gruppo di palazzi nobiliari tardo-rinascimentali e barocchi, che, al tempo dell’antica Repubblica, erano destinati, sulla base di un sorteggio pubblico, a ospitare le alte personalità che si trovavano a Genova in visita di Stato e che oggi è un sito, aperto periodicamente al pubblico, incluso nel Patrimonio dell’umanità Unesco ndr), che a Genova è nato, è cresciuto e ha raggiunto, ormai, la sua maturità, può applicarsi ad altri contesti, a partire da un’epoca notoria per la sua complessità. L’anno che stiamo vivendo ha permesso di penetrarne le maglie; e ciò, grazie all’impegno dei molti enti culturali cittadini, impegnatisi in una sinergia senza precedenti. Ianua corona il percorso con qualcosa di mai visto prima”.
Ad essere riconsegnata ai genovesi e a quanti hanno condiviso l’esperienza di Ianua il ritratto di una città già dal Medioevo vitalissima, con i suoi commerci su tutta l’area mediterranea, organizzata come “consociazione di famiglie”, base del futuro Comune ed esempio di una identità grandiosa e visionaria, segno – per dirla con Le Goff – di “una grande epoca creatrice”, finalmente riscoperta. C’è da augurarsi non solo a Genova, ma un po’ in tutta l’Italia.