Stellantis & Green Deal, mix micidiale. Concessionarie in rivolta: “Basta auto elettriche, nessuno le vuole”
“Non le vogliono, non le vendiamo”. Anche i concessionari delle auto Stellantis, dopo gli operai, sono sul piede di guerra con l’azienda degli Elkann e si muovono direttamente, scrivendo alla Ue per sollecitare l’allargamento dei limiti imposti alla realizzazione di auto a scoppio, rispetto all’incremento della produzione di vetture elettriche. “I concessionari che vendono i 14 marchi di Stellantis hanno scritto una lettera alla presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen, chiedendole di ritardare di due anni — quindi al 2027 — il traguardo per ridurre del 15% le emissioni, ritenuto non realizzabile nelle attuali condizioni di mercato. La richiesta è sostenuta dall’Acea, l’associazione dei costruttori in Europa, con a capo Luca de Meo, ceo di Renault. Il settore impiega 13 milioni di persone, circa il 6,6% della forza lavoro europea, e, se le vendite di vetture Bev non decollano (a settembre sono crollate del 43,9%) le industrie rischiano 15 miliardi di euro di multe”, si legge su Il Corriere della Sera.
Stellantis e le auto elettriche, Tavares non vuole tornare indietro
Una posizione analoga a quella espressa dall’Acea, di cui fanno parte Volkswagen e Renault, ma non più Stellantis. Per niente in sintonia, invece, con l’idea, l’amministratore delegato del gruppo italofrancese Carlos Tavares, secondo il quale le regole a gioco iniziato non si cambiano e pensare ora di modificare le norme europee sulle emissioni di CO2 “sarebbe surreale”. Tutti conoscono le regole da molto tempo, tutti hanno avuto il tempo di prepararsi e quindi adesso si corre” ha detto nei giorni scorsi il numero uno di Stellantis, che l’11 ottobre sarà in Commissione Commercio e turismo della Camera per un’audizione. In una lettera inviata alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen i concessionari affermano: “In qualità di distributori, siamo in contatto quotidiano con clienti finali che spesso rifiutano i Bev a causa di preoccupazioni su prezzo, autonomia e accessibilità. Ciò ci pone in una posizione contraria a quella del produttore che rappresentiamo, che rimane ottimista circa il rispetto di queste severe normative Ue. Tuttavia, dal nostro punto di vista, è chiaro che il settore non è ancora pronto a raggiungere il volume necessario di vendite di veicoli elettrici. Questa crescente divergenza tra obiettivi normativi, prontezza del mercato e aspettative del produttore è motivo di preoccupazione. Non è stata quindi una sorpresa quando la maggior parte dei produttori europei, tramite Acea , ha chiesto un rinvio di questi obiettivi, una proposta che sosteniamo pienamente”.