Superbonus grillino, al 30 settembre gli oneri per lo Stato salgono a 123 miliardi. Anche 8 castelli

21 Ott 2024 17:13 - di Sara De Vico

Il Superbonus 110% di fabbricazione grillina ‘grazie’ al governo Conte pesa sempre di più sulle casse dello Stato. Al 30 settembre 2024 le detrazioni maturate per i lavori conclusi sono ancora leggermente cresciute, superando quota 123 miliardi di euro di oneri per lo Stato. Per l’esattezza ammontando a 123,016 miliardi. La fotografia preoccupante emerge dai dati Enea che annovera tra i beneficiari del provvedimento anche 8 castelli. Nel dettaglio per il Superbonus sono stati avviati 496.155 cantieri al 30 settembre 2024 per un totale degli investimenti ammessi a detrazione di oltre 116,3 miliardi. E un totale di investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione di oltre 112,48 miliardi, pari al 96,7% dei lavori realizzati. È quanto risulta dal contatore di Enea sul Superbonus 110%.

Superbonus, al 30 settembre si contano 123 miliardi di oneri per lo Stato

A usufruire della misura sono stati 134.042 condomini, per un totale di investimenti pari ad oltre 79,39 miliardi di euro, oltre 77,17 ammessi a detrazione e lavori condominiali realizzati pari al 95,8%. Per quanto riguarda gli edifici unifamiliari le asseverazioni sono 244.803 per 28,67 miliardi di investimenti e 27,42 mld ammessi a detrazione, il 98,4 del totale. Infine, 117.302  riguardano unità immobiliari funzionalmente indipendenti, per un investimento complessivo di 11,52 miliardi e 11,09 miliardi di lavori realizzati, pari al 98,3%. Nel complesso, l’investimento medio è stato pari 592.292,52 euro per i condomini, 117.147,82 euro per gli edifici unifamiliari e 98.254 euro per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.

La legge di bilancio 2025 che ferma la piaga del governo Conte

Una vera piaga alla quale il governo Meloni ha messo fine con la manovra licenziata la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri.  La bozza della legge di bilancio 2025 prevede la proroga del 50% per la ristrutturazione della prima casa (del 36% per la seconda), ma solo con detrazione Irpef. Niente sconto in fattura, niente cessione del relativo credito. I due meccanismi, previsti dal Superbonus e poi bloccati, restano quindi in soffitta. Il Superbonus diventa mini.  Addio alle vecchie agevolazioni degli anni precedenti, le cifre sono molto inferiori: meno vantaggi soprattutto sulle seconde case.

 

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