Toghe rosse, altolà di Magistratura indipendente: “Il premier non è mai un avversario. Si rispetti”

21 Ott 2024 11:59 - di Eleonora Guerra
magistratura indipendente Anm santalucia

A leggere le dichiarazioni del day after di Magistratura democratica e del presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, che nel caso si fosse dimenticato ne è espressione, viene in mente Jessica Rabbit: loro non sono così, è che li disegnano così. Loro, lamentano, sono solo vittime incolpevoli di un travisamento dell’email con cui il sostituto procuratore della Cassazione, Marco Patarnello, ha lanciato un appello all’unità della magistratura contro le politiche del governo Meloni. Eppure anche all’interno della magistratura quella email sembra aver destato un certo sconcerto, tanto che Magistratura indipendente ha rilasciato una nota in cui avverte che “essere e apparire indipendenti è la prima condizione per la credibilità della magistratura che mai deve essere coinvolta nelle contingenti vicende e contrapposizioni politiche”.

L’altolà di Magistratura indipendente: “Le istituzioni si rispettano, il premier non è un avversario da combattere”

“Le recenti affermazioni di un collega, che hanno avuto ampia risonanza mediatica, ci impongono una riflessione che, senza alcun intento polemico, è essenziale per la vera salvaguardia dei principi di autonomia e indipendenza della magistratura”, si legge nella nota di Magistratura indipendente, firmata dalla presidente Loredana Miccichè e dal segretario generale Claudio Galoppi. “Il Presidente del Consiglio dei Ministri, di qualsiasi partito politico, non è mai un avversario da fermare o da combattere, ma un interlocutore istituzionale da rispettare. Sempre”, prosegue il comunicato, che avverte che “deflettere da questo principio significa indebolire la funzione giudiziaria compromettendone il ruolo e la funzione costituzionale”. Quindi quel monito che appare rivolto ai colleghi che esondano con le sentenze e le dichiarazioni: “Essere e apparire indipendenti è la prima condizione per la credibilità della magistratura che mai deve essere coinvolta nelle contingenti vicende e contrapposizioni politiche. Di questa sensibilità, condivisa da moltissimi colleghi, vogliamo essere chiari e coraggiosi interpreti, difendendo sempre l’indipendenza della giurisdizione”. Insomma, un “noi non ci stiamo” bello e buono, che vuole dare voce a quella larghissima parte della magistratura che interpreta il proprio ruolo al riparo da derive politiche.

Ma Magistratura democratica e Anm insistono

Si tratta di una presa di posizione che arriva mentre Magistratura democratica continua a difendere a oltranza le incursioni dei propri membri, non solo minimizzando, ma rivendicando come manifestazione di “un’esigenza di discussione pubblica che in una democrazia costituzionale è necessaria” la mail di Patarnello. Nella sua nota l’esecutivo di Md ha lamentato le “reazioni del tutto esorbitanti delle massime istituzioni politiche e di alcuni organi d’informazione” alle “riflessioni” del giudice, trovando sponda nell’Anm. “Noi non siamo contro il governo, sarebbe assurdo pensare che l’ordine giudiziario, un’istituzione del Paese, sia contro un’istituzione del Paese quale è il potere politico. Non cerchiamo alcuna contrapposizione con l’esecutivo, ma viviamo una grande preoccupazione per gli attacchi rivolti ad alcuni uffici giudiziari per il semplice fatto di aver deciso secondo legge e diritto”, sono state le parole di Santalucia, che a sua volta ha sottolineato che la mail del collega “poneva in evidenza la necessità di porre rimedio alle sole divisioni interne per difendere le prerogative della magistratura e della stessa giurisdizione” e “indulgere in altre maliziose interpretazioni non contribuisce al rasserenamento del clima istituzionale”.

(In foto il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia)

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