Tribunale di Bologna, Salvini: “Signor giudice, se sei comunista lascia la toga e candidati” (video)
L’attacco alla politica del governo sui migranti è evidente. La decisione del tribunale di Bologna di rinviare alla Corte europea il decreto sui Paesi sicuri in vigore da appena 4 giorni (emesso d’urgenza dopo lo stop del tribunale di Roma al trasferimento in Albania) è più di un’entrata a gamba tesa nell’azione di Palazzo Chigi. All’indomani della notizia del rinvio alla corte di Strasburgo del decreto, con un passaggio esilarante sulla Germania nazista e l’Italia fascista, il centrodestra si fa sentire forte.
Ordinanza di Bologna sui migranti, Salvini ennesima decision anti-italiana
Matteo Salvini, in un video postato sui social, parla di “ennesima decisione anti-italiana da parte di un giudice comunista”. “Se qualche giudice, per fortuna solo una piccola minoranza su 9mila, si sente comunista, si tolga la toga e si candidi alle elezioni. Ma – dice il ministro e leader della Lega – lasci che il governo e la politica portino avanti il programma scelto democraticamente dai cittadini”. Il concetto è ribadito più volte dal vicepremier. Nessun problema a essere comunista, “ognuna la pensa come crede”, ma “se sotto la tua toga hai la bandiera rossa, signor giudice, cambia mestiere”. È inaccettabile – aggiunge Salvini – che un manipolo di togati smontino di notte il lavoro del governo. Le toghe non possono non applicare le leggi che governo e Parlamento fanno per difendere i confini italiani.
Il passaggio sulla Germania nazista, paese sicuro
Ma il passaggio più controverso ed esilarante dell’ordinanza riguarda la Germania nazista che, secondo le toghe bolognesi, stando al decreto del governo, potrebbe annoverarsi tra i Paesi sicuri. “Paradossalmente si potrebbe dire che la Germania sotto il regime nazista era un paese estremamente sicuro per la stragrande maggioranza della popolazione tedesca. Talmente sicuro – si legge nell’ordinanza dei giudici bolognesi – per la stragrande maggioranza della popolazione tedesca: fatti salvi gli ebrei, gli omosessuali, gli oppositori politici, le persone di etnia rom ed altri gruppi minoritari, oltre 60 milioni di tedeschi vantavano una condizione di sicurezza invidiabile. Lo stesso può dirsi dell’Italia sotto il regime fascista”.
Kelany: il paragone con la Germania è di una gravità enorme
Il verdetto dei giudici di Bologna è nel mirino anche di Sara Kelany, responsabile immigrazione di Fratelli d’Italia. “L’ordinanza che paragona i paesi sicuri individuati dall’Italia alla Germania nazista è di una gravità incommensurabile. E dimostra chiaramente il perché i giudici non possano sostituirsi allo Stato nella definizione dei paesi sicuri. In primo luogo – spiega la parlamentare – i giudici non posseggono gli strumenti tecnici per fare queste valutazioni. Seguendo il ragionamento dei giudici di Bologna nessun paese si potrebbe considerare sicuro, paralizzando di fatto la possibilità di fare procedure accelerate di frontiera in tutta Europa. Ma si aggiunge, inoltre, il rischio di incidenti diplomatici”. Come è possibile – chiede Kelany – “paragonare la Germania nazista con paesi con cui abbiamo ottime relazioni internazionali, oltre che rapporti commerciali e diplomatici fondamentali? La magistratura forse vuole arrogarsi anche il compito di fare la politica estera della Nazione?”.
FdI: continueremo per la nostra strada, ce lo chiedono gli italiani
“Viviamo un periodo in cui i giudici collegano la legislazione italiana con quella del triste periodo nazista. Il presidente del Centro Studi e Ricerca di Idos associa il centro di permanenza in Albania con la prigione di Guantanamo”, osserva Emanuele Loperfido di FdI. “Se da un lato c’è il centrodestra che vince perché prova a risolvere, con i fatti, i problemi dell’Italia, anche quello dell’immigrazione, dall’altro c’è chi prova invano, quotidianamente, a contrastare il governo, andando anche contro l’interesse collettivo. Noi continueremo ad andare avanti sulla strada tracciata. Sono gli italiani che ci chiedono, a gran voce, di regolare il flusso migratorio”.