Trieste, Meloni a 70 anni dal ritorno all’Italia: una memoria di tutti, la Patria tornava alla città e la città alla Patria
All’alba del 26 ottobre 1954, settanta anni fa oggi, Trieste dopo quasi dieci anni di angoscia torna all’Italia: l’urlo di gioia delle folle che gremivano le strade della città in quella giornata storica risuona ancora oggi dalle foto in bianco e nero che documentano le emozioni, i sogni e le paure di quelle ore che scatti e testimonianze raccontano, immortalandone per sempre storia, suggestioni, ricordi. «Trieste italiana»: è la fine di un incubo. E Giorgia Meloni, in un intervento su quella storica giornata, pubblicato su alcuni quotidiani locali, ripercorre le orme storiche e le emozioni di quegli indimenticabili momenti.
Trieste torna italiana, Giorgia Meloni ricorda e celebra quella storica giornata di 70 anni fa
«Settant’anni fa, il 26 ottobre 1954, sotto una pioggia battente ed un impetuoso vento di bora, una moltitudine di donne e uomini accoglieva le truppe italiane che entravano a Trieste», è l’incipit del ricordo commemorativo della premier. Che poi prosegue: «Tutta la città aveva vegliato quella notte, aveva aspettato i soldati col Tricolore per abbracciarli e con loro stringersi di nuovo al resto della Nazione. Quel giorno, la Patria tornava a Trieste e Trieste tornava alla Patria. Una giornata scolpita nella memoria del popolo italiano, arrivata al culmine di una lunga storia d’amore e di sofferenze, di sconfitte e di vittoria, di amarezze e di speranze».
Un giorno dall’indelebile significato storico e dal valore simbolico intramontabile
Una giornata dal forte valore storico e dal potenziale simbolico vigoroso, su cui il premier ricorda come «nella Prima guerra mondiale Trieste era stata il simbolo del compimento del Risorgimento e dell’Unità d’Italia». E come invece «al termine della Seconda guerra mondiale, la città ha incarnato una storia completamente diversa»: a partire dai «quaranta giorni di occupazione jugoslava. I massacri delle foibe. L’amministrazione angloamericana. E l’incombere delle conseguenze di un trattato che separava Trieste dall’Italia, confinandola a “Territorio Libero”». Una storia che porta «alla perdita delle province dell’Adriatico orientale –Pola, Fiume e Zara – e al conseguente esodo degli italiani da quelle terre, a cui si aggiunse una nuova “questione Trieste”, città contesa tra Italia e Jugoslavia, tra mondo libero e mondo comunista».
Trieste, Meloni: «Una questione di popolo, che ha infiammato i cuori di un’intera generazione di italiani»
«Ma – sottolinea al contempo Meloni – la questione triestina non è rimasta mai confinata alla disputa diplomatica tra le cancellerie e ai rapporti tra i governi. È stata una questione di popolo, che ha infiammato i cuori di un’intera generazione di italiani, animato il dibattito culturale e di costume. I giovani di ogni città dello Stivale sfilavano con il Tricolore e la bandiera di Trieste, su cui si staglia l’alabarda di San Sergio, e a Sanremo si cantava il volo di una colomba bianca che era al contempo una dichiarazione d’amore, il saluto e la promessa del ritorno di Trieste all’Italia», aggiunge Meloni.
«La spinta ideale di un rinnovato Risorgimento»
Nel novembre 1953, la rivolta di Trieste contro gli inglesi, innescata da un Tricolore strappato, aveva costituito la premessa del riscatto. I sei caduti di quelle giornate, tra cui un giovanissimo esule zaratino di appena 14 anni, Pierino Addobbati, hanno fatto rivivere alla Nazione la spinta ideale di un rinnovato Risorgimento», conclude il presidente del Consiglio, augurandosi che «il settantesimo anniversario del ritorno di Trieste all’Italia sia l’occasione per rinnovare una promessa e fissare nuovi traguardi da raggiungere».
Una giornata lunga 70 anni, un capitolo della storia ancora incredibilmente trascurato?
Perché ancora oggi, in quella Piazza dell’Unità d’Italia affacciata sul mare e sulle Rive la presenza di quelle donne, di quegli uomini, di quelli italiani accorsi in massa nonostante il diluvio e la bora, a sfidare storia, dramma, tempo e angosce, c’era l’Italia. L’Italia dei cittadini, dei superstiti, dei bersaglieri e dei fanti; dei Carabinieri, degli aerei, seguiti poco dopo dall’incrociatore Duca degli Abruzzi e da tre cacciatorpediniere che entrarono nel porto. E poi lei, la nave Vespucci. Dieci anni ci sono voluti, ma quello è l’ultimo atto del lungo Risorgimento italiano. Un capitolo della storia incredibilmente ancora oscuro a molti…
La Russa: «70 anni ma sembrano un giorno per i triestini: oggi rinnovato lo stesso amore per l’Italia»
Un ricordo, quello del 26 ottobre di 70 anni fa, che vibra ancora forte nel cuore di Ignazio La Russa, in visita nella città, e che sulla ricorrenza di oggi ha sottolineato: «Grande emozione, 70 anni sono tanti, ma sembrano un giorno per i triestini, che hanno rinnovato oggi lo stesso amore per l’Italia. Ogni anno si ripete il miracolo dell’unione tra la patria e Trieste, in memoria di quel giorno e di quanto successo un anno prima, quando sei ragazzi furono assassinati perché volevano che Trieste tornasse all’Italia»…