Ue, Meloni sferza l’opposizione: “Sostenga Fitto, orgoglio italiano. Sui migranti siamo un modello”

15 Ott 2024 10:37 - di Lucio Meo

Per una volta, almeno per una volta… Giorgia Meloni, in aula, si rivolge direttamente all’opposizione, chiedendo di mettere da parte – per una volta – le logiche e gli interessi di partito per dare una prova di unità, in Europa, sulla nomina a commissario e vicepresidente esecutivo della Commissione Ue di Raffaele Fitto. “Lo abbiamo fatto anche noi con Gentiloni…“. Ma non solo: anche sul Piano Mattei, nell’aula del Senato, con un vestito rosso “comunista”, la Meloni invoca l’interesse nazionale, su un tema – sostiene – su cui il governo ottiene importanti riconoscimenti in tutto il mondo. Ma nelle comunicazioni del premier, intervenuta nell’Aula del Senato per le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo, c’è spazio anche per l’Ucraina, il Medio Oriente, il Green Deal e tutto ciò di cui l’Italia sarà chiamata ad esprimersi a Bruxelles giovedì e venerdì prossimi. Il prossimo “sarà un Consiglio europeo importante, perché porrà le basi della strategia da adottare nei prossimi anni. L’Italia come sempre farà la sua parte, pronta a indicare la rotta su molti temi sui quali ha ampiamente dimostrato di poter dire la sua. Perché a questa Nazione non manca nulla. Non le manca la solidità, la visione, la creatività, l’affidabilità per poter essere un punto di riferimento. Le è mancata, a volte sì, la consapevolezza del suo ruolo, l’orgoglio per la sua tradizione, il coraggio per tracciare la rotta, invece di limitarsi a seguire le rotte tracciate da altri. Ma quella stagione, fortunatamente, ce l’abbiamo alle spalle”.

Ue, l’appello della Meloni su Fitto e sul piano Mattei

“La designazione di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della Commissione europea è un risultato che credo debba inorgoglire tutta la Nazione, non solo i partiti della maggioranza. Ed è la ragione per cui mi auguro che tutte le forze politiche italiane si facciano parte attiva presso le proprie famiglie politiche europee affinché questo risultato, così importante per la nostra Nazione, possa essere raggiunto rapidamente e senza inciampi, per consentire alla Commissione, in un momento così delicato, di essere pienamente funzionante dal primo dicembre”, ha detto la premier, rivolgendosi ai banchi della sinistra. “Non mancheranno le occasioni per dividerci nel corso di questa legislatura europea su tanti temi su cui le diverse forze politiche hanno opinioni spesso radicalmente diverse, ma di fronte all’affermazione dell’interesse nazionale credo che abbiamo il dovere di essere uniti”, ha proseguito la presidente del Consiglio.

La ritrovata centralità dell’Italia

Altro che Italia isolata, sconfitta ed emarginata: “Differentemente da quanto preconizzato da molti e da quanto forse sperato da alcuni l’indicazione di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della Commissione Ue è la conferma di una ritrovata centralità dell’Italia in ambito europeo, rafforzata da un governo credibile che garantisce la stabilità politica in una fase storica in cui tutto intorno a noi è instabile. Una realtà molto distante dal continuo mantra di un presunto isolamento internazionale italiano”. I numeri, del resto, parlano chiaro. L’ultima tornata elettorale europea “ha restituito alcuni messaggi molto chiari da parte dei cittadini europei” con una “nuova squadra che dovrà affiancare la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Se il percorso parlamentare in atto confermerà la composizione annunciata, di questa squadra farà parte il ministro Raffaele Fitto, designato dalla presidente von der Leyen come vicepresidente esecutivo della Commissione. Un notevole miglioramento per la nostra Nazione rispetto alla composizione della Commissione uscente”. E sul Piano Mattei: “Anche qui abbiamo fatto da apripista. E dispiace, lo dico senza polemica, che mentre tutto il mondo guarda a noi proprio grazie alla nostra strategia sull’Africa, e mentre tutto il sistema Italia dimostra di aver compreso la portata di questa iniziativa, i partiti di opposizione abbiano invece scelto, anche su questo fronte, la strada di una opposizione pregiudiziale.ù

Il Venezuela, il regine e il tema di interesse europeo

La questione venezuelana, che sarà uno dei temi al centro del prossimo Consiglio Ue, “ci sta particolarmente a cuore, anche per i moltissimi cittadini di origine italiana che si trovano in una terra che perfino il nome collega a Venezia e all’Italia”, ha affermato la premier Giorgia Meloni nel corso del suo intervento al Senato, in vista del prossimo summit europeo di Bruxelles.

“Non riconosciamo la proclamata vittoria di Maduro a seguito di elezioni ben poco trasparenti e continuiamo a condannare l’inaccettabile repressione del regime, chiedendo la liberazione di tutti i prigionieri politici” ha scandito la presidente del Consiglio. “Insieme all’Unione europea, lavoriamo per una transizione democratica e pacifica nel Paese, affinché la volontà dei milioni di venezuelani che continuano a rischiare la propria vita per un futuro più democratico, prospero e sicuro, possa finalmente trovare realizzazione” ha proseguito Meloni.

Israele e la sicurezza del Libano

“Difendiamo il diritto di Israele a vivere in pace e in sicurezza, ma ribadiamo la necessità che questo avvenga nel rispetto del diritto internazionale umanitario. Perché non siamo insensibili di fronte all’enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza, che non a caso sono state dall’inizio al centro del nostro lavoro”, è stato poi il riferimento ai recenti attacchi all’Unifil. Poi Meloni, uscendo dall’aula, ha confermato l’intenzione di recarsi in Libano.

La guerra in Ucraina e il ruolo italiano

Nella prima parte del suo discorso, la Meloni ha accennato agli scenari internazionali di guerra: “Questa nuova legislatura europea si è aperta all’insegna della preoccupazione e dell’incertezza per il protrarsi della guerra in Ucraina, per la drammatica escalation in Medio Oriente, per i mutamenti geopolitici. E per le molte difficoltà che attraversa l’economia europea, in parte conseguenza di questi scenari e in parte figlia degli errori del passato“. Il prossimo Consiglio europeo “ribadirà il proprio sostegno alla causa ucraina, perché l’obiettivo di tutti rimane sempre lo stesso: costruire le condizioni per una pace giusta e duratura e aiutare l’Ucraina a guardare al futuro, un futuro di prosperità e benessere”, ha detto nel corso del suo intervento al Senato la premier. “Siamo di fronte a una fase della geopolitica completamente nuova, sempre più animata da sfide interconnesse tra loro e che principalmente ci dice una cosa: non esistono più blocchi omogenei, e l’interdipendenza dei nostri destini è un fatto. Così come è un fatto che l’ordine al quale eravamo abituati non è più scontato, la centralità del nostro Continente non è più scontata”.

I guasti del Green Deal ecologico

Per Meloni, “l’approccio ideologico che ha accompagnato la nascita e ha sostenuto finora lo sviluppo del Green Deal europeo ha creato effetti disastrosi. È una posizione che noi abbiamo sostenuto fin dall’inizio, spesso in splendida solitudine, e che oggi, finalmente, è diventata invece patrimonio comune. Perché non è vero che per difendere l’ambiente e la natura l’unica strada percorribile sia quella tracciata da una minoranza palesemente ideologizzata”. “Anche i più convinti e integralisti sostenitori di questo approccio – ha proseguito – si sono resi conto che non ha alcun senso distruggere migliaia di posti di lavoro, smantellare interi segmenti industriali che producono ricchezza e occupazione e condannarsi a nuove dipendenze strategiche, per perseguire obiettivi impossibili da raggiungere” ha sottolineato la presidente del Consiglio, aggiungendo: “Come ho detto mille volte, inseguire la decarbonizzazione al prezzo della deindustrializzazione è, semplicemente, un suicidio. Non c’è nulla di verde in un deserto, e nessuna transizione verde, alla quale guardiamo con favore, è possibile in una economia in ginocchio”.

Del resto, il rapporto Letta sul mercato interno e, ancor più, il rapporto Draghi sulla competitività europea, hanno fotografato con chiarezza i numeri e le ragioni della nostra perdita di ruolo negli ultimi decenni” ha proseguito la presidente del Consiglio. “Entrambi i rapporti”, ha aggiunto Meloni, “ammettono in sostanza che il mondo nel quale troppo a lungo ci siamo crogiolati è finito, e che dunque non possiamo sfuggire all’occasione storica che questa nuova legislatura europea ci offre: scegliere finalmente, e con coraggio, che cosa vogliamo essere e dove vogliamo andare”.

Il modello italiano sui migranti

“Sono orgogliosa che l’Italia sia diventata” sul fronte del contrasto all’immigrazione clandestina “un modello da seguire. Ho accolto con grande soddisfazione l’attenzione che, in questi mesi e in queste settimane, diversi esponenti di governi europei ed extraeuropei, di diverso colore politico (Francia, Germania, Svezia, Regno Unito, solo per citarne alcuni) hanno riservato alle nostre politiche, a riprova del pragmatismo e dell’efficacia che hanno segnato la nostra azione in materia di contrasto all’immigrazione illegale”, sono state le parole della Meloni. Una efficacia “che i numeri raccontano meglio delle parole. Nel 2024 la percentuale di sbarchi di immigrati illegali è diminuita del 60% rispetto al 2023 e del 30% rispetto al 2022. È merito delle politiche del governo, certo, ma anche del sostegno che l’Europa ha garantito a molte delle nostre proposte, come il memorandum con la Tunisia e con l’Egitto”. La presidente del Consiglio ha poi voluto ringraziare “anche il Ministro Salvini e soprattutto la Guardia Costiera italiana per il suo straordinario lavoro”, esprimendo loro “la solidarietà del governo di fronte ai continui attacchi faziosi che subiscono da organizzazioni politicizzate che detestano chiunque lavori per contrastare l’immigrazione illegale di massa”.

Italia-Albania, un accordo che decolla

Nel contrasto all’immigrazione illegale “l’Italia ha dato il buon esempio con la sottoscrizione del Protocollo Italia-Albania, per processare in territorio albanese, ma sotto giurisdizione italiana ed europea, le richieste di asilo. Le due strutture previste dal Protocollo – il centro di Shengjin e il centro di Gjader – sono ora pronte e operative“. “Ci siamo presi del tempo in più perché tutto fosse fatto nel migliore dei modi, ma siamo molto soddisfatti dei risultati di questo lavoro. E voglio anche qui ringraziare in particolare i Ministri Crosetto, Piantedosi e Nordio, il Sottosegretario Mantovano e la nostra Ambasciata in Albania, che hanno seguito passo passo l’attuazione del protocollo” ha rimarcato la presidente del Consiglio. “È una strada nuova, coraggiosa, inedita, ma che rispecchia perfettamente lo spirito europeo e che ha tutte le carte in regola per essere percorsa anche con altre Nazioni extra-Ue” ha proseguito Meloni, ringraziando anche il Primo Ministro albanese Rama “e tutto il suo Governo per aver creduto, con noi, nella bontà e nell’efficacia di questa iniziativa”.

Le accuse alla Sea Watch

Considero vergognoso che l’organizzazione non governativa Sea Watch definisca le guardie costiere ‘i veri trafficanti di uomini‘, volendo delegittimare tutte quelle degli Stati del nord Africa, e magari anche quella italiana, in modo da dare via libera agli scafisti che questa Ong descrive invece come innocenti, che si sarebbero ritrovati casualmente a guidare imbarcazioni piene di immigrati illegali. Sono dichiarazioni indegne, che gettano la maschera sul ruolo giocato da alcune Ong e sulle responsabilità di chi le finanzia”, ha poi detto, senza mezze misure, la premier.

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