Utero in affitto, Roccella smonta le fake della sinistra e dei radicali: “Mai istigato i medici a denunciare”

30 Ott 2024 19:08 - di Alessandra Parisi

“Non ho mai istigato nessuno a denunciare, né i medici né altri. Del resto, da libertaria, non ho mai denunciato nessuno. Mi sono semmai autodenunciata, perché penso che se una legge non piace, si fa una battaglia per cambiarla. O si fa disobbedienza civile assumendosene le conseguenze: non si cerca di eluderla”. Così la ministra per la Famiglia e le Pari opportunità Eugenia Roccella durante il question time alla Camera. Rispondendo all’interrogazione del radicale Riccardo Magi la ministra è tornata a spiegare quanto già aveva detto a caldo sull’onda delle polemiche scatenate dalla sinistra, radicali e Lgbt in prima linea. Nessun oscurantismo medievale, nessuna istigazione alla spia. Il punto riguarda la nuova legge licenziata dal Parlamento che rende reato perseguibile la pratica dell’utero in affitto anche se consumata all’estero.

Utero in affitto, Roccella: mai istigato nessuno a denunciare

Interpellata Roccella ha confermato un’ovvietà che però alle opposizioni sembra sfuggire. I pubblici ufficiali, e i medici come è noto possono essere fra questi, segnalano eventuali violazioni delle leggi. Quanto alla legge contro la gestazione per altri,  ha ricordato ”la normativa, che non questo governo, né questo Parlamento, hanno introdotto, e da vent’anni punisce penalmente in Italia non soltanto la realizzazione, ma anche la promozione e organizzazione di una pratica che per la Corte Costituzionale ‘mina nel profondo le relazioni umane’. E che per la Corte di Cassazione riduce il corpo della donna ‘ad incubatrice meccanica, (…) assecondando un’inaccettabile mercificazione del corpo”.

È una pratica punita da vent’anni in Italia

Una pratica – ha detto ancora la ministra citando sempre la Cassazione, “che offende in modo intollerabile la dignità delle donne, anche in assenza di una condizione di bisogno della stessa e a prescindere dal concreto accertamento dell’autonoma e incondizionata formazione del suo processo decisionale”. Di questo divieto, fin qui troppo spesso aggirato, conclude Roccella,” la legge Varchi (la parlamentare di FdI prima firmataria ndr) garantisce semplicemente una maggiore effettività”. Neanche a dirlo Magi non è soddisfatto e in aula parte il teatrino. “Le sue parole – incalza in aula il leader di più Europa – esprimono una inquietante concezione del ruolo del medico: hanno bisogno che i medici diventino una sorta di polizia surrogata. La domanda che ci poniamo è: a quando l’introduzione di una polizia morale?”.

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