Von der Leyen: “L’allargamento della Ue è una priorità. Quando la storia chiama si punta in alto”

28 Ott 2024 16:16 - di Alessandra Parisi

“La storia chiama e  la politica deve puntare in alto”. Così Ursula von der Leyen parlando a Bruges, nelle Fiandre, all’inaugurazione dell’anno accademico del Collegio d’Europa. Obiettivi puntati sull’allargamento della Ue che, ha sottolineato la presidente della commissione Ue al secondo mandato, resta una priorità. “So che alcuni sono scettici a causa delle incertezze legate alla continuazione dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina e dei costi dell’allargamento. Ma il costo di un’Unione incompleta è molto più alto”, ha detto. “Il costo della frammentazione e della minore prosperità; il costo della guerra e dell’instabilità ai nostri confini; il costo delle interferenze all’interno dei nostri confini. E manderebbe un messaggio agli autocrati di tutto il mondo, che la forza bruta può spezzare il libero arbitrio delle persone libere. Semplicemente non possiamo permettere che accada”.

Ursula von der Leyen: l’allargamento della Ue è una priorità

Avanti tutta, dunque, dice la numero uno di Bruxelles che sottolinea “gli impressionanti progressi che un Paese come l’Ucraina ha realizzato negli ultimi anni. Hanno approvato un’incredibile serie di riforme, hanno raggiunto lo status di candidato e avviato i negoziati. Tutto questo, mentre combattono una guerra per la loro sopravvivenza. Esiste una nota definizione di politica come ‘l’arte del possibile’. Ebbene, non basta. A volte, quando la Storia chiama, la politica deve essere l’arte del tradurre in realtà anche l’impossibile diventa. Dobbiamo avere il coraggio di puntare in alto”. L’Unione europea – ha aggiunto von der Leyen – “deve entrare in nuovi campi d’azione, come la salute e la casa. I cittadini europei vogliono che la nostra Unione li difenda sulla scena mondiale. Ma vogliono anche che la nostra Unione stia loro vicino, per proteggerli, come partner e alleato nelle loro battaglie quotidiane. Noi dobbiamo avere il coraggio di uscire dalla nostra zona di comfort e, se necessario, di entrare in nuovi campi d’azione”.

Quando la storia chiama la politica deve volare alto

“Ecco perché – continua – per la prima volta in assoluto, ho inserito l’edilizia abitativa nell’agenda europea. Giovani come voi lottano per trovare case a prezzi accessibili. E questo non è giusto. Voglio che l’Europa esamini la situazione, per contribuire a sbloccare gli investimenti pubblici e privati di cui abbiamo bisogno. Se è importante per te, deve importare all’Europa. Oppure si pensi al tema cruciale della salute mentale, che so essere particolarmente caro ai giovani. Naturalmente, la famiglia, gli amici e il sistema medico sono la prima linea di aiuto. Ma c’è molto di più che l’Europa può fare”.

L’Europa deve occuparsi di edilizia, di famiglia, di salute

Poi si è rivolta agli scettici. “Qualcuno potrebbe dire che non dovremmo essere coinvolti. Ma voglio che la nostra Unione faccia un passo avanti. Si possono fare affari ovunque nel mondo. Ma dove le persone vogliono stabilirsi e crescere i propri figli? Dove sono al sicuro, dove hanno prospettive, dove tutti hanno accesso a una buona istruzione e cultura, indipendentemente dalla quantità di denaro di cui dispongono. Dove tutti hanno accesso all’assistenza sanitaria. Dove c’è pace duratura. Dove possono muoversi liberamente, studiare, lavorare, oltrepassare confini che non esistono più. Dove possono costruire qualcosa del genere resta loro. Dove vince lo Stato di diritto e non la legge del più forte. Questo è ciò che la nostra Unione europea difende. Perché l’Europa è più di un’Unione: è la nostra casa”.

“Il popolo della Georgia ha il diritto alla verità”

Infine riflettori puntati sulla Georgia. “Da tanti anni ormai, il popolo della Georgia lotta e combatte per la democrazia. I georgiani hanno il diritto di sapere cosa è successo nel fine settimana. Hanno il diritto di vedere che sulle irregolarità elettorali vengono si indaga in modo rapido, trasparente e indipendente. I georgiani, come tutti gli europei, devono essere padroni del proprio destino”.

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