A Pupi Avati il premio “Giovanni Pascoli” alla carriera. Il regista: “Con il poeta ho avuto un rapporto speciale”
«Con Giovanni Pascoli ho sempre avuto un rapporto misterioso e speciale. Mi lega una vicenda familiare che mi colpì tanti anni fa quando il 10 agosto, giorno dell’omicidio del babbo del poeta, persi mio padre e mia nonna in un incidente stradale proprio in Romagna». Ha esordito così il regista italiano Pupi Avati, dopo aver ricevuto il premio “Giovanni Pascoli” alla carriera nel giorno del suo 86esimo compleanno, confermando un grande legame con lo scrittore italiano e di essere affezionato alla “poesia” del poeta romagnolo, poiché anche in lui abita la “poetica del Fanciullino”. La consegna del Premio è avvenuta nel paese d’origine di Giovanni Pascoli, ossia San Mauro Pascoli.
Pupi Avati e la proposta “mai realizzata” su Giovanni Pascoli
«Provai anche a proporre un film su Pascoli, senza riuscirvi. Mi dà molta gioia che un collega che stimo moltissimo, quale è Giuseppe Piccioni, ne stia realizzando uno proprio sulla vita di Pascoli». L’ha confidato Pupi Avati, durante una giornata che si è rivelata a dir poco emozionante per lui. Questa correlazione tra il regista e il poeta ritrova una conferma ulteriore nella ragione dell’ultimo riconoscimento, in quanto il cineasta «ha progettato di fare un film su di lui, citazioni pascoliane si trovano in alcuni suoi film, e la sua biografia “incrocia” quella del poeta perché anche Avati ha vissuto un tragico 10 agosto».
Le motivazioni del premio conferito a Pupi Avati
Le motivazioni del premio al rappresentante cinematografico riguardano non a caso il suo essere un autore «nel senso più ampio della parola, perché mostra un linguaggio proprio e ricco di originalità, costruito in anni di lavoro sui generi. E perché, al contempo, è regista, sceneggiatore, produttore dei propri film». Tra le altre ragioni del riconoscimento anche la sua «notevole dose d’invenzione che lo induce alla creazione di nuovi generi come, per esempio, il cosiddetto “gotico padano”. Ma anche perché si è cimentato con eccellenti risultati nel film storico, nella commedia, molto spesso amara, e nel dramma. A volte contaminandoli e attingendo a vette di autentica poesia». Del resto, «convenzionalmente Pupi Avati viene ritenuto un autore assai sensibile alle poetiche della memoria o del ricordo, e come direbbe Pascoli, ha tratto al pari del poeta sammaurese linfa vitale dall’ambiente provinciale».
La conversazione con Gianfranco Miro Gori
Avati ha avuto la possibilità di interloquire con Gianfranco Miro Gori, saggista originario di San Mauro Pascoli, sul suo nuovo libro intitolato “L’orto americano”. Lo scrittore romagnolo, ha definito il regista come un uomo che «ancora una volta si è rivelato un eccezionale affabulatore, una persona di rara umanità ed empatia». Oltre ad essersi affermato ancora una volta come un “grande regista”.