Albania, l’assurda crociata delle Ong contro i medici, accusati di essere complici della “deportazione”
Ora le Ong hanno trovato un altro nemico per demolire l’accordo con l’Albania e le politiche migratorie del governo: i medici, ovviamente quelli che collaborano con e autorità italiane e lavorano sulle navi governative. Accusati – audite audite- di essere complici dell’accordo in Albania e della “deportazione” dei migranti nei due centri di Shengijn e Gjader. A sferrare il grottesco attacco sono le solite organizzazioni non governative che gettano fango sull’esecutivo: Mediterranea Saving Humans, Emergency, Medici Senza Frontiere, Sos Humanity, Sea-Watch, Sos Mediterranee. A riportare la notizia del nuovo fronte di attacco è il Giornale. Di qui parte la nuova crociata, un un appello per sabotare quei medici che operano in collaborazione con il governo: Cisom, Usmaf e Oim. Tutte e tre le organizzazioni sanitarie si occupano della cura dei migranti nelle varie fasi del protocollo. Parole testuali. Sono accusati come «complici delle deportazioni in Albania». Siamo al punto più basso del dibattito su come controllare i flussi illegali.
Per le Ong i migranti sono tutti vulnerabili
La cosa si fa grave, visto che la Simm, la società italiana di medicina delle migrazione, ha stilato un nuovo documento, una sorta di prontuario per sfruttare al meglio i cavilli giudiziari al fine di eludere il protocollo con Tirana e il decreto Cutro. nel documento che il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti ha visionato- si legge: «Chiediamo alla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi, alla Federazione degli Ordini delle professioni infermieristiche, agli Ordini degli psicologi, alle società scientifiche di ambito medico e a tutte le realtà medico sanitarie interessate di prendere formalmente e pubblicamente le distanza da tali pratiche».
La nuova crociata delle Ong
L’accusa verterebbe sull’assenza di ambulatori specifici sulle navi, per i possibili traumi psicologici dei migranti. Per cui ci si scaglia contro chi, invece, lavora su quelle navi: quei medici «colpevoli» di lavorare per il governo; e che le ong accusano di «ambiguità del ruolo svolto dalle istituzioni di garanzia coinvolte in questo sistema». Insomma, per le Ong esistoni i medici politicizzati. Qualunque obiezione è buona per le Ong immigrazioniste e Simm per demolire l’accordo sull’Albania, oramai da loro derubricato a “deportazione”. Per loro tutti i migranti sarebbero “fragili”. In realtà le accuse reggono ben popo perché lo stato di salute dei migranti viene valutato molto accuratamente attraverso tre screening medici previsti nel protocollo Italia-Albania.
Il patto con l’Albania prevede tre screening medici, ma le Ong attaccano ugualmente
Il primo screening si fa in acque internazionali da medici italiani del Cisom per testare o meno la vulnerabilità delle persone. Gli idonei vengono trasportati sulla Nave Libra: qui avviene un secondo screening ad opera di medici e infermieri di Oim. Le persone ritenute sane e provenienti dai Paesi sicuri vengono indirizzate verso l’Albania. E qui avviene – prima di distribuire i migranti nei centri- un terzo screening dal team sanitario di Usmaf. I medici, nel caso individuassero problematiche, ordinebbero di ricondurre i migranti in Italia. Insomma, le Ong strillano alla luna, non sembrerebbe un procedimento tipico da “deportazione”… Tra l’altro tre screening rappresentano un’ attenzione che non non esiste sulle varie Saving Humans, Open Arms e altre realtà.
Per le Ong esistono medici di serie B che collaborano con il governo
Questa la denuncia e l’appello ai medici: “Riteniamo inaccettabile la pratica di “selezione” medico-sanitaria come criterio per la deportazione in Albania” scrivono, spiegando che le procedure previste violano “il principio umanitario che pone la tutela della salute e della vita degli esseri umani al centro della professione medica”; “l’appropriatezza delle prestazioni tecnico-professionali e della costruzione di una relazione medico-paziente” e “il dovere per il/la medico/a di tutelare i propri pazienti”. Quindi, il gran finale contro il governo: “denunciamo con fermezza le istituzioni italiane, a partire dal Ministero della Salute, che hanno sostenuto e reso possibile la realizzazione e l’attuazione di questo Protocollo; e critichiamo duramente CISOM, USMAF e OIM, le realtà sanitarie che si stanno rendendo complici di questa prassi in totale violazione dei diritti umani e del Codice di Deontologia Medica”. Siamo all’assurdo e alla contraddizione della realtà. La tendenza che si vuole accreditare è che esistono medici di serie A e medici di serie B: quelli che collaborano con il governo e quelli che non lo fanno. Siamo al ridicolo.