Appendino contro Grillo: “Beppe non è lo stesso di 15 anni fa. Non è un tabu metterne in discussione i poteri”
“Io credo che se il Movimento 5 Stelle diventasse una guerra di poteri che porta a un logoramento anziché parlare di battaglie politiche, una scissione anziché un tentativo di unitarietà rispetto a delle battaglie politiche, francamente penso che saremmo sempre più uguali agli altri”. Queste le parole della deputata del Movimento 5 stelle, Chiara Appendino che però cerca di precisare come adesso non ci sia una guerra di potere tra i pentastellati, in un’intervista a Radio Radicale. L’ex sindaco di Torino non crede sia “un tabù mettere in discussione i poteri del garante – ossia Beppe Grillo -, come non è un tabù parlare del doppio mandato, come non è un tabù mettere in discussione le nostre regole interne”. Nessuna censura sulle decisioni da prendere in futuro, ma le contraddizioni sul diritto “all’estinzione” dell’ M5s da parte di Beppe Grillo e le sue diatribe con Giuseppe Conte rallentano i pentastellati.
Appendino contro Grillo e il futuro dei pentastellati
Chiara Appendino è convinta che il Movimento 5 stelle si evolve e quindi “non possiamo pensare che il Beppe Grillo di 15 anni fa possa essere lo stesso nel Movimento di oggi, sarebbe una cosa sbagliata, già non è così perché è stato fatto una statuto, sono stati identificati dei poteri all’interno del nuovo statuto”. L’esponente pentastellata prosegue certa che “se il nostro momento di confronto che stiamo vivendo, di dibattito interno, diventa una guerra di potere io francamente penso che abbiamo perso una grande occasione”. La parlamentare cerca di mantenere calme le acque, in un momento storico non proprio semplice per i 5 stelle, i quali avranno bisogno di un’organizzazione differente e di un piano preciso per continuare ad “esistere”. L’ipotesi “guerra di potere” rimane, per Chiara Appendino, un’eventualità deprecabile ai fini di un chiarimento interno.
La sicurezza dell’esistenza
“Il Movimento 5 stelle continua ad avere una ragione di esistere – insiste Chiara Appendino – se può portare avanti le sue battaglie identitarie. In quest’ottica, l’alleanza è uno strumento per entrare all’interno delle istituzioni e dare risposte ai cittadini”. Secondo la deputata, i 5 stelle hanno “bisogno di un’identità, quando quell’identità è chiara e quelle battaglie sono chiare allora poi possiamo ragionare di accordi”. Però “se noi pensiamo di uscire dalla nostra crisi di consensi e di identità tramite tatticismi, campi giusti, campi santi, i Renzi e gli Schlein io credo che stiamo sbagliando. Dobbiamo guardare prima a noi stessi”. Quest’ultima assomiglia molto ad una proposta autarchica per il partito, che ora deve scegliere come rimettersi in carreggiata, soprattutto dopo il risultato sfavorevole alle elezioni regionali in Liguria.