Blinken elogia l’Italia: “Rapporti mai così forti, merito della leadership di Giorgia Meloni”

26 Nov 2024 14:13 - di Alice Carrazza
meloni Blinken

Un ponte saldo, di quelli che resistono alle intemperie della geopolitica: così appaiono oggi i rapporti tra Italia e Stati Uniti, sanciti oggi dalle parole di Antony Blinken. Il segretario di Stato americano, a margine del G7 Esteri di Fiuggi, ha celebrato collaborazione con governo italiano. «I rapporti tra Italia e Stati Uniti non sono mai stati così forti», ha affermato, attribuendo il merito alla «forte leadership del primo ministro Meloni, e di quella del mio amico, il ministro degli Esteri», ha dichiarato Blinken, aggiungendo «non potrei essere più grato».

Unità strategica: “Gli Usa come principale alleato”

L’asse Roma-Washington si consolida attorno alle grandi sfide globali. «Siamo uniti per affrontare l’aggressione russa in Ucraina, alcune delle sfide poste dalla Cina» e per «cercare di portare una pace sostenibile e duratura in Medio Oriente», ha spiegato Blinken. E Tajani, dal canto suo, non ha esitato a ribadire il ruolo centrale degli Stati Uniti: «Gli Stati Uniti sono il nostro principale alleato nel mondo. Siamo insieme nella Nato a livello politico, ma anche i nostri militari sono gli uni fianco agli altri».

Tajani: “Per la libertà di Kiev”

L’Italia ha con gli States porta avanti una visione comune su diversi dossier. “Per quanto riguarda la difesa della libertà e della democrazia in Ucraina, lavoriamo insieme, per una pace giusta che significa libertà e non resa per Kiev», le parole del ministro che non è disposto a fare passi indietro.

Si lavora per il cessate il fuoco

Una visione condivisa che, secondo il titolare della Farnesina, include il delicato equilibrio della pace nel Medio Oriente. «Ci auguriamo il cessate il fuoco in Libano. Lavoriamo per il cessate il fuoco a Gaza, ma con una visione per il day after», ha sottolineato Tajani, indicando un approccio pragmatico che guarda oltre il “qui e ora” e pensa al domani.

Il nodo palestinese: “Eliminare Hamas non basta”

A Roma, intanto, il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib, intervenendo ai Med Dialogues, ha voluto puntualizzare sull’emergenza umanitaria a Gaza. «Puoi uccidere tutti gli uomini di Hamas, ma cosa ne sarà delle migliaia di orfani?» ha riflettuto. «Non ci sarà pace nella regione fino a quando i palestinesi non vedranno riconosciuti i loro diritti», ha ammonito Bou Habib, evocando un quadro complesso.

Un’eredità transatlantica che guarda al futuro

Mentre a Fiuggi si disegna una visione di pace e stabilità, il passaggio di consegne negli Stati Uniti con il ritorno dell’amministrazione Trump si staglia all’orizzonte. Tajani ha voluto esprimere gratitudine per il lavoro con Blinken, sottolineando che il legame tra Roma e Washington «non è legato certamente a questo o all’altro governo». Un legame, dunque, che sembra destinato a sopravvivere ai “cambi della guardia”, proiettandosi come pilastro della stabilità transatlantica.

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