Capitale in tilt per il traffico, la mossa della disperazione di Gualtieri: rinchiudere i romani in casa
Il Giubileo è alle porte, i cantieri sono in ritardo, i mezzi pubblici restano pochi e mal ridotti e il sindaco Roberto Gualtieri ha trovato la soluzione definitiva. Per eliminare il traffico romano, si fa prima ad eliminare i romani. L’ultima mossa, quella della disperazione, viene annunciata tra perplessità e critiche. Il lockdown imposto, perché obbligare allo smart working chi lavora negli uffici pubblici, come ipotizza il sindaco Gualtieri, pare una soluzione surreale degna di una commedia di Ionesco.
“Roma ha ancora più di 6000 cantieri aperti, con l’apertura dell’Anno Santo è previsto l’arrivo di 35 milioni di pellegrini, già oggi la situazione è insostenibile, siamo davvero convinti, come dichiara il sindaco, che lo smart working debba essere utilizzato solo come strumento per decongestionare il traffico cittadino?”, attacca il segretario Ugl di Roma e Provincia, Ermenegildo Rossi.
L’Ugl demolisce lo smart working imposto da Gualtieri per il Giubileo
“E solo ora – denuncia Rossi – a pochi giorni dall’apertura della Porta Santa, per di più per un periodo così limitato nel tempo? E in più, l’Amministrazione Capitolina è stata in grado, nel contempo, di dotare gli uffici comunali di un’organizzazione che possa essere efficace anche in presenza di massivo ricorso allo smart working, viste le carenze che affliggono i romani e che ovviamente non dipendono dai dipendenti di Roma Capitale?”.
“Questa preziosa leva organizzativa dovrebbe essere declinata con più responsabilità ed in un quadro di insieme, mentre si affrontano i problemi con responsabilità e senza costruire opportunità politiche ad hoc: lo smart working dovrebbe diventare soluzione strutturale sempre, non solo quando fa comodo al Sindaco. A noi – prosegue il segretario UGL – sembra che, anche in questo caso, il sindaco di Roma sfrutti un’occasione preziosa per Roma, i suoi abitanti e tutti quelli che ci lavorano, per costruire un successo personale. Invece di affrontare la situazione fuori controllo di Roma, con lo smart working – conclude Rossi – si è cercata una soluzione temporanea e strumentale, per mascherare l’incapacità manifesta di gestire il traffico cittadino”.
L’ultimo spaventoso ingorgo a due passi da San Pietro
L’ultimo clamoroso ingorgo nella Capitale si è verificato lunedì mattina a pochi passi da San Pietro. È bastata una macchina in doppia fila per causare un blocco totale della circolazione su via Gregorio VII, immobilizzando veicoli e pedoni. Il disastro è stato immortalato e condiviso sulla pagina Instagram di Welcome to Favelas.
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Il caos è stato innescato da un Suv che ha reso impossibile il passaggio un autobus, che sembra appartenere alla linea 791, il quale ha tentato senza successo di manovrare per aggirare l’ostacolo. La strada, che si è paurosamente ristretta dopo la realizzazione delle piste ciclabili realizzate dalla giunta Raggi, ha fatto il resto. Risultato? Un ingorgo mai visto su quella via, con decine di automobilisti bloccati e clacson assordanti che hanno trasformato la mattinata in un vero inferno urbano.