Commissione Ue, accordo sospeso per colpa dei socialisti: Fitto è certo, Ribera è nel mirino del Ppe

20 Nov 2024 21:00 - di Lucio Meo

Fumata grigia, socialisti imballati, maggioranza Von der Leyen blindata e coperta anche a “destra” grazie alla nomina ormai quasi certa del commissario italiano Raffaele Fitto alla vicepresidenza esecutiva, dopo settimane di veleni e un braccio di ferro che dalla Spagna stava contagiando anche il resto d’Europa. Ma il problema della spagnola Teresa Ribera, fedelissima di Pedro Sanchez, contestata dai Popolari spagnoli per le presunte responsabilità nella tragica alluvione di Valencia, resta aperto. Su di lei, e non su Fitto, gravano le pregiudiziali del Ppe iberico, un problema di politica interna spagnola, che anziché rimanere nei confini patri è tracimato a Bruxelles, rischiando di far deragliare l’insediamento della Von der Leyen bis, mentre Donald Trump si appresta a tornare alla Casa Bianca: il punto è l‘indisponibilità della Ribera a dimettersi nel caso in cui i giudici spagnoli dovessero indagarla per l’alluvione di Valencia.

Commissione Ue, la vittoria dell’Italia e di Fitto

I gruppi politici della maggioranza del Parlamento Europeo, però, hanno  trovato un accordo sulla nomina di tutti e sei i vicepresidenti esecutivi della prossima Commissione Europea e del commissario ungherese Oliver Varhelyi. “Per noi come Ppe la cosa più importante è avere la Commissione in carica il primo dicembre, perché l’Europa ha bisogno di stabilità”, ha detto a Bruxelles il presidente e capogruppo del Ppe Manfred Weber, confermando l’intesa. Weber ha anche sottolineato, rispondendo ai timori di chi guarda con sospetto le intese tattiche con i gruppi alla destra del Ppe, di essere “orgoglioso” di avere nel suo gruppo il partito di centrodestra ungherese Tisza, fiero nemico di Viktor Orban.

L’intesa sottoscritta, secondo quanto ha riferito il copresidente dei Verdi/Ale Bas Eickhout al termine della conferenza dei presidenti a Bruxelles, si basa sulla “ripetizione delle linee guida” della Commissione già presentate nello scorso luglio. I Verdi decideranno “lunedì” prossimo se votare l’intera Commissione, ma “il mood non è positivo”, perché “c’è pochissima chiarezza e molto malcontento dietro” la dichiarazione politica dei gruppi della maggioranza, cosa che non crea un clima propizio alla stabilità. “Non vedo come si possa lavorare stabilmente con l’Ecr”, ha aggiunto. Ma in serata la richiesta del Ppe alla Ribera – consegnare una lettera di dimissioni vincolata a un’eventuale inchiesta che la riguardi sull’alluvione spagnola  – ha trovato l’opposizione dei socialisti spagnoli e della stessa Ribera. E questo ha bloccato tutto, anche Fitto.

A questo punto, la Commissione von der Leyen bis dovrebbe essere votata nella plenaria a Strasburgo mercoledì prossimo, come programmato, per entrare in carica il primo dicembre. Il voto in plenaria sull’intero collegio dei commissari, a differenza di quello sul presidente della Commissione che si è tenuto nel luglio scorso, è a maggioranza semplice e a scrutinio palese, quindi molto meno insidioso.

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