Cortei violenti, La Russa: “C’è una china che riporta alla vicenda Ramelli. Abbassiamo i toni prima che sia tardi”
“Io credo che dalla vicenda di Sergio Ramelli dovremmo trarre un concetto importantissimo, che vorrei che tutti potessero conoscere. Attenzione, stiamo prendendo una china che assomiglia all’inizio di queste vicende”. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha espresso gran de preoccupazione per le violenze e i gesti di odio visti nei cortei del No Meloni Day di venerdì. Lo ha detto intervenendo a Milano alla presentazione del libro ‘Il tempo delle chiavi’, di Nicola Rao. Un libro che rievoca la tragica vicenda di Ramelli, giovane studente di destra preso a crivellate in testa con una chiave inglese da estremisti di sinistra in un clima di odio cieco. Un dramma che abbiamo ben cucito nella memoria. Per questo le parole di La Russa richiamano tutti a ritrovare un senso di responsabilità
In particolare il presidente del Senato si è soffermato su un aspetto inquietante: “Tra le manifestazioni c’era uno striscione cMilano come epicentro di un odio cieco, culla di quelle Brigate Rosse e degli innumerevoli gruppuscoli tanto armati quanto impazzition scritto ‘pagherete tutto, pagherete caro’. Ecco, io vorrei dire ‘abbassiamo i toni’. Lo dico a tutti, abbassiamo i toni” Ricorda bene quegli anni drammatici. Nel 1969 – rievoca La Russa- passò un corteo di sinistra in piazza San Babila. E per la prima volta dei ragazzi avevano in mano dei bastoni. La cosa ci scandalizzò perché fino a quel momento la violenza era fatta di sberle. Cominciava un’escalation, dai bastoni si passò alle chiavi inglesi e poi alle pistole. Fermiamo qualsiasi piccola escalation prima che possa essere troppo tardi”. “Non dobbiamo arrivare al latte versato – ammonisce La Russa – fermiamoci prima. Non criminalizziamo inutilmente chi non c’entra. Ma sappiamo che anche se dovessero essere una minoranza tra quelli che manifestano, sono le avanguardie delle ‘chiavi’”.
“Io credo che gli episodi di antisemitismo e di violenza contro la polizia di questi ultimi giorni debbano costituire per tutti, senza distinzione di maggioranza o opposizione, un segnale di allarme”. Io l’ho detto più volte, non chiederò mai il divieto di una manifestazione: non foss’altro perché a me ne hanno vietate talmente tante da ragazzo che non me la sentirei. Ma credo che il rispetto della convivenza e del modo di protestare anche in maniera aspra, senza violenza, debba essere la base comune. Non ci può e non ci deve essere nessuna tolleranza. È bene farlo subito, da parte di tutti”.
I toni, i gesti, le minacce visti nei cortei preoccupano le istituzioni. Sul tema si è soffermato il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi intervistato dal Tg1. Anche per il ministro l’escalation di violenza è stata evidente: “Se guardo all’innalzamento e all’aggressività che si manifesta in queste circostanze sicuramente qualche preoccupazione mi sento di esprimerla. Siamo ormai all’utilizzo anche di artifizi chimici contro le forze dell’ordine. Tutti noi dobbiamo tenere conto anche dell’esperienza del passato e abbassare i toni”.