Democratici ko, Schlein a lutto corre da Supermario in cerca di istruzioni per l’uso

7 Nov 2024 15:05 - di Stefania Campitelli

La notizia anticipata da Dagospia è stata confermata dal Pd. Alla vigilia del Ko dei democratici in Usa Elly Schlein ha incontrato l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi. Un faccia a faccia, inconsueto, tenuto quasi segreto al Nazareno,  nel quale, riferiscono fonti molto abbottonate, i due avrebbero discusso del futuro dell’Europa dopo la vittoria schiacciante di Donald Trump. Coincidenze? Incastri di agenda, dicono i vertici dem, nessuna dietrologia. La segretaria e l’ex governatore della Bce si sentivano da un paio di mesi, telefonate e messaggi, e alla fine si sono incontrati.  A casa di lui, ‘casualmente’ durante lo spoglio delle presidenziali americane.

Schlein vede Draghi dopo la batosta del voto Usa

Sul tavolo il futuro dell’Europa alla luce dello tsunami Trump e la situazione economica italiana. Due dossier da pelle d’oca al centro dell’incontro nella casa romana dell’ex premier. A tavola Schlein ha potuto confidare tutti i suoi timori per il ritorno del tycoon al timone degli Stati Uniti. Il voto americano – è il ragionamento della segretaria – adesso deve spingere l’Ue “a essere più strategicamente autonoma”.  Tema sul quale Draghi si è molto speso e ha redatto un corposo report consegnato a Ursula von der Leyen. Davanti al blasonato economista Schlein ha potuto affrontare anche i nodi della terza manovra targata Meloni. Una richiesta di aiuto, un conforto, istruzioni per l’uso in una stagione molto complicata per i dem. Quasi una mossa disperata se si pensa che a Draghi – che nell’ultimo mese ha visto anche Marina Berlusconi e Giorgia Meloni – Schlein ha negato il sostegno quando era stato proposto da Emmanuel Macron al vertice della Commissione Ue.

La vittoria di Trump  una doccia fredda dopo la Caporetto in Liguria

Per Elly la sconfitta dei cugini d’Oltreoceano è stata una doccia fredda,  “una brutta notizia per l’Europa e per l’Italia”, dice dopo aver ritrovato a stento la voce. Una iattura che si aggiunge alla sconfitta in Liguria e all’incognita del voto in Umbria ed Emilia-Romagna. Il campo largo sembra definitivamente naufragato con i 5Stelle pronti a smarcarsi dall’anti-trumpismo senza se e senza della dirigenza Pd. Per Conte il 47esimo presidente Usa è tutt’altro che una catastrofe mondiale, non è  l’odiato campione di sovranismo, populismo e sessismo. “Giuseppi”, come Trump ha chiamato l’ex premier 5Stelle, si è precipitato a congratularsi con The Donald, tenendosi a debita distanza dal lutto di Schlein & c.

La segretaria dem si aggrappa all’uomo dei miracoli

A corto di argomenti vincenti, stressata dal possibile asse Washington-Roma (“quello che vediamo a livello geopolitico non è molto diverso da quello che già stiamo vedendo con l’estrema destra al governo in Italia”) Schlein si aggrappa a Super-Mario, l’uomo dei miracoli. “Noi speravamo che andasse in un altro modo”, commenta a caldo la segretaria malconcia. “Non ci riconosciamo, né mai ci riconosceremo, in una idea di società dove i miliardari, che ieri festeggiavano chiusi in una stanza con Trump, si ergono a paladini del ceto medio. Che si è impoverito quando sono loro stessi quelli che si sono arricchiti sfruttando il lavoro. Noi continuiamo ostinatamente a costruire un’alternativa a questa idea di società qui in Italia”. Tutto bene, a parole. Ma la realtà e i numeri raccontano un’altra verità. Trump ha sbaragliato i pronostici e i vaticini degli analisti politically correct seducendo le classi tradizionalmente fedeli ai democratici. Giovani, donne, latinos, ceti bassi hanno voltato le spalle alla vice di Biden, chiedendo discontinuità con l’amministrazione uscente.

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