Draghi, schiaffo alla sinistra: “Con Trump cambiamento non per forza negativo nei rapporti con l’Europa”
Si parla di competitività europea a Buxelles in vista del cambio di passo che la vittoria di Trump potrà determinare. Persino Mario Draghi confuta la visione apocalittica che da sinista nnon si stancano di propalare. “Non c’è alcun dubbio che la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Europa. Ma non necessariamente tutto in senso negativo, certamente noi dovremmo prenderne atto”. Sono le parole pragmatiche dell’ex premier pronunciate a margine della riunione straordinaria del Consiglio europeo, a Budapest: dove è stato chiamato per presentare la sua ricetta per il rilancio economico della Unione europea.
Rapporti Europa- Trump, Draghi: “L’Europa dovrà negoziare con spirito unitario”
L’ex premier italiano è convinto di una cosa: “L’amministrazione Trump darà ulteriore grande impulso al settore tecnologico, dove noi siamo già molto indietro. Ed è il settore trainante della produttività. Già ora la differenza è molto ampia, noi dovremo agire. Gran parte delle indicazioni del rapporto sono su questo tema. Sicuramente Trump proteggerà anche le industrie tradizionali, che sono quelle in cui noi esportiamo di più negli Usa. E lì dovremo negoziare con uno spirito unitario in maniera da proteggere i nostri produttori europei”. Draghi pronuncia parole improntate al realismo politico e al buon senso: due elementi del tutto estranei alla dialettica della sinistra, degli intellettuali e degli opinionisti anti Trump che abbiamo imparato ad ascoltare in questi mesi e soprattutto in questi due giorni seguito al grande choc della vittoria del tycoon.
Draghi a Bruxelles confuta l’apocalisse sbandierata dalla sinistra contro Trump
Apocalisse politica, economica, democrazia in pericolo, autoritarismo in marcia, diritti negati. Di tutto e di più è stato espresso dalla sinistra italiana, Elly Schlein in testa. La segretaria del Pd espresse il suo stato d’animo molto chiaro: “Brutta giornata per l’Italia e per l’Europa”. Ecco, le parole di Draghi sono uno schiaffo a queste visioni che tutt’ora a sinistra e dintorni continuano a cavalcare. Draghi gela questo “apocalittismo” parlando del nuvo corso trumpiano che verrà come di un’opportunità per un ‘Europa unita e non certo lacerata da interessi di bandiera. Bisogna non più posporre del decisini da prendere. Spiega Draghi checon l’elezione di Donald Trump negli Usa, da questa parte dell’Atlantico “ci sono grandi cambiamenti in vista”- E “quello che l’Europa non può più fare è posporre le decisioni”.
“Andare in ordine sparso non funziona”
“In tutti questi anni – sottolinea – si sono posposte tante decisioni importanti, perché aspettavamo il consenso. Il consenso non è venuto: è arrivato solo uno sviluppo più basso, una crescita minore, oggi una stagnazione”. Dunque sveglia. “Quindi, a questo punto, forse, io mi auguro che ritroveremo uno spirito unitario con cui riusciremo a trarre il meglio da questi grandi cambiamenti”. Andare “in ordine sparso” non funziona, perché “siamo troppo piccoli, non si va da nessuna parte”. Un monito di cui dovrebbe fare tesoro uuna sinistra che più che andare contro l’Italia, in questi, anni non ha fatto nulla per favorire una coesione di intenti. Entrando nello specifico di altuni temi Draghi ha spiegato che arrivare ad una spesa per la difesa pari al 2% del Pil, come chiede la Nato, rispettando il patto di stabilità “è possibile”. “Bisognerà prendere tutta una serie di decisioni – aggiunge -: è inutile dire se è possibile o meno. Oggi bisogna decidere cosa fare, perché questa è la nuova situazione. I soldi poi si trovano”.