Ecco quando Pd & co tifavano per le ingerenze estere: il promemoria nelle parole di Mattarella su Musk
Una data precisa: il 7 ottobre 2022. Nella risposta a Elon Musk sulla questione dei giudici politicizzati, Sergio Mattarella ha citato se stesso, dando un’indicazione puntuale sul precedente in cui si trovò a dover sottolineare che l’Italia “sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione”. In quel giorno il capo dello Stato intervenne a seguito di un’intervista del ministro francese Laurence Boone, che dalle colonne di Repubblica annunciava che Parigi avrebbe “vigilato sul rispetto dei diritti e delle libertà” da parte del nascente governo Meloni. Soffermarsi oggi su quel caso evocato da Mattarella è interessante perché conferma la strumentalità del gran polverone sollevato dalla sinistra, Pd in testa, intorno al caso Musk: la sinistra che oggi urla all’attentato alla sovranità nazionale per le parole di un – per quanto influente – privato cittadino straniero (Musk è stato indicato nella notte da Trump per un ruolo nella sua amministrazione, che però entrerà in carica solo a gennaio), allora apparve piuttosto distratta nei confronti della dichiarata volontà del ministro di un governo in carica di esercitare una tutela su Palazzo Chigi.
Cosa avvenne il 7 ottobre 2022, citato da Mattarella nella replica a Musk
Cercare nelle cronache di allora reazioni indignate della sinistra è come cercare un ago in un pagliaio: impresa impossibile. Ciò che si riesce a rintracciare è invece un perentorio “vigilassero sugli affari loro che ne hanno tanti” di Carlo Calenda, che però rispetto alla sinistra fa caso a sé. Del resto, a confermare che gli strepitanti di oggi allora rimasero silenti c’è una dichiarazione di Ignazio La Russa, che il giorno dopo lo scandalo manifestava rammarico per il fatto che “di fronte a uscite come quella del ministro francese, che costituiscono una mancanza di rispetto verso tutti gli italiani, il Pd e la sinistra non trovino il tempo di spendere una parola. Ci saremmo aspettati, almeno in questa occasione, una presa di posizione netta in difesa della nostra Nazione”.
Le “distrazioni” della sinistra sul caso Boone
Benché la vicenda ora sia tornata in auge, in virtù del fatto che l’ha richiamata Mattarella, non si tratta affatto di un unicum. Quello del 7 ottobre 2022, nonostante l’altolà di Mattarella, è stato anzi solo il primo di una lunga serie di interventi in cui questo o quel governo di sinistra, questa o quella Ong, perfino questa o quella personalità, ha ritenuto di poter mettere bocca sulle questioni interne italiane in chiave anti-governo. Con l’aggravante che quanto più il governo Meloni cresceva in credibilità e autorevolezza tanto più la sinistra cercava sponde estere, in parte alimentando, in parte cavalcando gli input extranazionali. Sovente esponendo anche a sonore figuracce gli sventurati che le si accodavano. Tra i molti casi di questo meccanismo che si potrebbero citare, tre appaiono particolarmente clamorosi e arrivano da Parigi, Madrid e perfino dal Canada.
Da Parigi al Canada, passando per Madrid: quando Pd & co hanno fatto il tifo per le ingerenze straniere
Di Parigi, oltre all’affaire Boone, si può ricordare anche il caso Darmanin, l’allora ministro dell’Interno che con i suoi attacchi diede vita alla crisi diplomatica sui migranti. Per quanto riguarda la Spagna, vale la pena ricordare la vicenda del ministro per l’Uguaglianza Ana Redondo, che intervenne a sostegno delle panzane della sinistra sui tentativi del governo di limitare il diritto all’aborto accusando l’esecutivo di “consentire le molestie organizzate contro le donne che vogliono interrompere”, ricevendo in cambio il suggerimento di Meloni a informarsi prima di parlare, visto che nessuna misura era stata assunta per modificare la legge sull’aborto. Stessa storia anche con il premier canadese Justin Trudeau, che nel corso del bilaterale al G7 in Giappone ritenne di manifestare a una incredula Meloni la sua “preoccupazione” sui diritti Lgbt. Ritrovandosi a sua volta messo a parte del fatto che in Italia nulla era cambiato sui diritti Lgbt. Tutti casi in cui la sinistra non solo avvertì l’esigenza di difendere la sovranità nazionale da improvvide ingerenze, ma che – si diceva – è stata ben lieta di dare man forte agli sconfinamenti stranieri.
FdI: “Francamente, ci vergogniamo per loro”
“Le ingerenze esterne negli affari italiani, condannate oggi dalla sinistra, sono utili e accolte però dalle stesse opposizioni quando si tratta di sostenere i loro puntuali attacchi a Giorgia Meloni. Schlein e compagni non perdono occasione per parlare male delle politiche del governo Meloni, le uniche mai pensate e messe in campo nel contrasto all’immigrazione irregolare, rompendo con un passato in cui la faciloneria di sinistra nell’approccio al tema ha permesso a trafficanti di morte di speculare e guadagnare”, ha commentato in queste ore il capogruppo di FdI, Tommaso Foti, ricordando anche che “le opposizioni sono arrivate a chiedere all’Europa di attivare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, che ricordiamo è anche la loro Nazione”. “E adesso, cosa ancor più grave, il partito di Schlein tenta di sottrarre al ministro Fitto, e quindi all’Italia, la vicepresidenza esecutiva in Europa, che ci consentirebbe di avere una maggiore influenza anche su settori strategici. Francamente, ci vergogniamo per loro. Da parte nostra – ha concluso Foti – continua l’impegno profuso sino ad oggi per portare avanti gli obiettivi prefissati per il bene degli italiani”.