Emilia, “bomba” a sinistra: il Pd si mangia gli alleati. E De Pascale già spaventa la Schlein
Bersani, Bonaccini, Schlein, De Pascale: se tre indizi fanno una prova, statene certi che anche il fresco vincitore delle elezioni in Emilia Romagna prima o poi, forse più prima che poi, proverà a prendersi il Pd forte del consenso toccato nella regione più rossa d’Italia. Una vittoria, quella di De Pascale, troppo ampia per non creare problemi, sia agli alleati del “campo largo” che alla leadership della stessa Schlein. Il voto in Emilia conferma la tendenza della Liguria, la regione persa di un soffio: il Pd cresce e “cannibalizza” gli alleati. I Dem toccano percentuali bulgare in Emilia con il possibile sfondamento ben oltre il 40 per cento ma per gli alleati la musica diversa: leggermente al di sotto del risultato delle europee Alleanza Verdi e Sinistra e, come in Liguria, male i 5 Stelle in calo di consensi rispetto al voto di giugno: era al 7,2 in Emilia contro il 3,6 di oggi mentre le liste centriste stanno sull’ordine di un paio di punti percentuali.
Emilia agrodolce, vittoria di De Pascale e grattacapi per Schlein
Michele de Pascale è dunque il nuovo presidente dell’Emilia-Romagna, con percentuali migliori perfino di quelle di Stefano Bonaccini che, nel 2020, aveva strappato il 51,42% dei consensi e nel 2014 aveva vinto con il 49,05% dei voti. Numeri che non gli hanno comunque consentito la scalata al Pd, riuscita invece alla sua vice, che lo aveva battuto al fotofinish. Secondo quanto rosulta a Open, il giornale on line fondato da Enrico Mentana, risulta l’esistenza di un gentlemen agreement tra la segreteria nazionale e de Pascale per cui, dopo il via libera alla sua candidatura, “il 39enne si sia impegnato a non tallonare gli schleiniani sulle dinamiche nazionali del partito”. In altri termini, a non insidiare la leadership di Schlein: servirà a limitare le smanie di potere di De Pascale?