Fitto è l’uomo giusto a Bruxelles: dal Pnrr alla Coesione. Lo dicono i risultati non “il partito”

21 Nov 2024 15:34 - di Stefania Campitelli

Un successo innegabile dell’Italia, certo anche una vittoria della premier Giorgia Meloni che ci ha messo la faccia fin dal principio. Ed è riuscita a superare i veti incrociati e la resistenza dei socialisti europei stanando il Pd, impantanato nelle sabbie mobili di un “no” pregiudiziale.  Ma la conferma di Raffaele Fitto al ruolo prestigioso di vicepresidente esecutivo della commissione Ue con deleghe strategiche non è una pericolosa bandierina dell’Ecr per spostare il baricentro della commissione a destra. “È una vittoria di tutti gli italiani, non del governo o di una forza politica”, ha detto la premier Meloni.

Fitto è l’uomo giusto al posto giusto per la Coesione Ue

Raffaele Fitto, con buona pace delle opposizioni, è l’uomo giusto al posto giusto. Il portafoglio di peso alla Coesione e il coordinamento di deleghe strategiche come l’agricoltura, la pesca, l’economia del mare, i trasporti e il turismo sono coerenti con il profilo e la storia del ministro per gli Affari europei e il Sud. Un segnale incoraggiante per i territori locali e le regioni europee.  Il suo è un profilo inattaccabile di fronte al quale Ursula von der Leyen non ha avuto tentennamenti quando ad agosto l’Italia ha proposto il suo nome. Il via libera convinto della presidente della Commissione Ue poggia sul riconoscimento di requisiti fondamentali per sedere nella stanza dei bottoni della nuova commissione.  Al primo posto l’innegabile competenza del ministro ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr per gli incarichi svolti e l’ottimo lavoro di mediatore con i vertici Ue sul difficile dossier del Pnrr. Fitto è già stato ministro per gli Affari regionali e la coesione tra il 2008 e il 2011 con il quarto governo Berlusconi, è stato presidente della Regione Puglia, ha una particolare attenzione al territorio e alle politiche regionali testimoniata dalla sua regia nella firma dei Patti di coesione.

Un profilo inattaccabile: esperienza sul campo e competenza

L’attuale delega alla Coesione e alle Riforme, dunque, è l’attestazione delle ottime performance dimostrate in questo campo. Esperienza sul campo, capacità di mediazione e competenza, tutti i requisiti che vanno al di là dell’appartenenza all’Ecr. Vanta ottime performance in Italia e a Strasburgo dove arriva per la prima volta nel 1999 con Forza Italia, viene rieletto nel 2014 quando si consuma la rottura con Berlusconi e partecipa da protagonista alla nascita del gruppo dei conservatori (Ecr) grazie ai buoni uffici a Bruxelles, di cui diventa co-presidente del gruppo tra il 2019 e il 2022. Meloni lo sceglie  come  ministro degli Affari europei, con la delega all’attuazione del Pnrr, nel Governo Meloni.

La storia di Fitto sbugiarda la narrazione della sinistra

La sua storia sbugiarda la narrazione imbarazzante delle opposizioni anti-italiane che hanno tentato senza successo di processarlo per la presunta ‘inadeguatezza’ dovuta alla sua appartenenza alla destra “spacca Europa”. Raffaele Fitto ha le physique du rôle,  al di là del suo ruolo di spicco nell’Ecr. La sua storia personale, in Italia e in Europa, lo mette nelle condizioni di poter fare il meglio nella nuova stagione europea. Pragmatica, di buon senso, gran tessitore, ha tutte le carte in regola per coprire la vicepresidenza in un comparto che conosce come le sue tasche. Nessuno come Fitto,  può consentire di portare a livello europeo il modello italiano nella attuazione delle politiche di coesione e del Pnrr. Fitto avrà un ruolo strategico, come chiarito nella “mission letter” di von der Leyen, che contiene le regole di ingaggio. Dovrà “garantire che l’Ue continui a supportare riforme e investimenti di lunga durata che contribuiscano direttamente a rafforzare la crescita europea”.

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