Giannini aveva “un sogno…”. Le ultime parole famose degli opinionisti odiatori di Trump e tifosi di Harris
Addio “sogni di gloria” per le sinistre di tutto il mondo. Molti degli opinionisti italiani e stranieri di area progressista avevano sperato nella vittoria di Kamala Harris perché convinti che il ritorno di Donald Trump fosse un ‘pericolo per la democrazia’. A partire dall’ I had a dream pubblicato da Massimo Giannini su Repubblica, per non parlare delle lodi di Maurizio Molinari a Kamala, che stando alle sue considerazioni avrebbe fatto – non molto tempo fa – “un vero discorso presidenziale” rivolto a tutti gli ‘anti-trumpiani’. Per non parlare di chi in America, come la firma della Cnn Ronald Brownstein, immaginava che Kamala Harris potesse registrare una ‘vittoria record’ per i democratici americani. Molti esempi da analizzare, ognuno di essi risulta più o meno esilarante in base al maggiore o minore sbilanciamento nelle convinzioni. La sindrome delle “ultime parole famose”, a sinistra, ha colpito ancora una volta nel segno.
Giannini e le ultime parole famose: “Ho sognato la vittoria di Kamala”
“Ho sognato che il 5 novembre Kamala Harris stravinceva le presidenziali americane” scriveva Massimo Giannini su Repubblica il primo giorno di agosto, precisando che il traguardo differisse dalle “poche centinaia di migliaia di voti popolari, come era capitato a Nixon nel 1968″. Una profezia che chiaramente non si è avverata, così come quella dello storico americano Allan Lichtman, sicuro che Harris avrebbe trionfato alle elezioni. A proposito di Lichtman, in un articolo dell’Unità Andrea Aversa scriveva che se a presagire la vittoria di Kamala fosse proprio ‘l’esperto’ statunitense allora c’era “da crederci”. La frase dannunziana secondo cui “il sogno eguagliò l’atto” è diventato realtà esclusivamente nella testa dei dem americani e dei loro sostenitori.
Le ultime ‘parole’ famose di Harris secondo Molinari
“Un vero discorso presidenziale culminato con una frase: scriviamo assieme un nuovo capitolo della storia americana”, commentava Maurizio Molinari dopo aver assistito alla Convention dem di Chicago. L’ex direttore di Repubblica attestava che le ultime parole evocassero “molti presidenti del passato”, ma non si sa bene quali. Gli spiriti degli ex potus devono aver tradito Kamala e anche il giornalista italiano, vista e considerata l’ultima batosta che il tycoon ha rifilato ai progressisti americani.
Ronald Brownstein e la ‘disgraziata ipotesi’
Ronad Brownstein, giornalista americano per la Cnn, scrisse quasi un mese fa un articolo-tutorial sul modo in cui Kamala Harris potesse assicurare una vittoria allo schieramento democratico. Non sapremo mai se Brownstein potesse dimostrarsi uno di quei ‘profeti inascoltati’, dal momento in cui la socialdemocrazia è rimasta con un pugno di mosche in mano. Lo stesso editorialista mise le mani avanti dichiarando che una vittoria dei democratici potesse rivelarsi comunque come una ‘sconfitta‘. Non sapremo mai, almeno per il momento, se le convinzioni di Brownstein potessero risultare sensate o meno, dal momento in cui la vittoria di Harris è stata rimandata a ‘data da destinarsi’. Le elezioni americane del 5 novembre, data che coincide con la “Congiura delle polveri”, hanno dimostrato che nella vita ci sono soltanto due certezze: la morte e l’ultima vittoria di The Donald.