Giuli annuncia da Andria il decreto cultura: noi sblocchiamo fondi, alla sinistra lasciamo le chiacchiere
“Abbiamo lavorato duramente per tagliare rendite di posizione improduttive e francamente ingiuste e liberare energie feconde. Il Ministero non è più il regno del privilegio ma della cultura diffusa. Per questo entro fine novembre verrà discusso in Consiglio dei ministri il decreto Cultura. Siamo in una stagione difficile ma il Ministero della Cultura non solo non abbandonerà la propria missione ma, vedrete, rilancerà le proprie ambizioni”. Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, in un’intervista a La Gazzetta del Mezzogiorno dopo essere intervenuto al convegno di Fratelli d’Italia “Prima le Idee” ad Andria.
“Ho avuto la fortuna, durante questa giornata pugliese, di vedere, anche se solo da lontano, Castel del Monte che si staglia sopra gli umani pensieri, il museo De Nittis dedicato a un pittore che ha incantato Parigi e che oggi, da Barletta, affascina il mondo, gli scavi archeologici di Canosa e il museo diocesano di Andria. Sono la dimostrazione di quanto il patrimonio culturale pugliese sia eccezionale” ha aggiunto.
“I nostri lettori potrebbero citare altrettanti luoghi magici gestiti dallo stato o da regione, comuni e privati. Questo patrimonio lo stiamo sostenendo. È necessario tutelarlo, conservarlo, valorizzarlo ma dobbiamo anche saperlo raccontare perché noi troppo spesso dimentichiamo quanta bellezza, quanta grandezza e quanta storia possediamo. E quanta fame di cultura ci sia nel mondo” ha proseguito Giuli nell’intervista rilasciata a Michele De Feudis.
L’annuncio di Giuli dal convegno di Andria organizzato da FdI
Dal palco di ‘Prima le idee, ritorno al futuro’, evento promosso dal gruppo alla Camera dei deputati di Fratelli d’Italia, Giuli ha anche annunciato che il decreto Cultura arriverà in Consiglio dei ministri “entro novembre”.
Un provvedimento che permetterà, spiega, “di sbloccare tutta una serie di fondi per dare delle risposte fattuali” alle “chiacchiere”, con – ad esempio – “30 milioni per le biblioteche per alimentare la filiera dell’editoria” e una “particolare attenzione per il Mezzogiorno”. Intervistato da Pietro Senaldi, condirettore di Libero Quotidiano, Giuli risponde alle accuse rivolte nei suoi confronti, come quella di voler “‘defranceschinizzare la cultura’, che è la chiara ammissione che la cultura è stata franceschinizzata”, commenta.
“Cosa c’è di strano se uso parole ricercate in Commissione Cultura?”
“Non esistono ministri tecnici”, sostiene poi, ribadendo che “il fatto che io non abbia una tessera di partito non significa che io non sia espressione” di Fdi. Risponde anche a chi si è preso gioco del suo linguaggio, il “Giuliese”: “se uno si fa mettere in commissione Cultura la parola ‘apocalittismo’ non dovrebbe terrorizzarlo – ritiene il ministro -. Questa cosa è stata satirizzata e va bene così, è ovvio che poi ci sono delle strumentalizzazioni”.
Quanto al susseguirsi di capi di Gabinetto, Giuli afferma che Gilioli è un “eccellente professionista”, ma “in ogni ministero che si rispetti, come in ogni famiglia che si rispetti, si discute, a volte non ci si capisce e si cambia”. Spano, invece, “ha subito una mostrificazione che io ho definito barbarica – continua – da parte di frange di fanatici capeggiati da coloro che lo avevano attaccato in passato”, mentre c’è stato “un legittimo dibattito all’interno della stessa destra”. E la subentrata, Valentina Gemignani, “rappresenta una figura di straordinaria qualità”.
Per il futuro, il titolare del Collegio romano annuncia anche “un tavolo nazionale con i sindacati rispetto a tutte le criticità”. Sul discusso tema del tax credit, che – come riportato dal Fatto Quotidiano – ora è al centro di un’indagine della Guardia di Finanza, il ministro rivela infine che il sistema di accesso “è stato hackerato in questi ultimi giorni”.