Guerriglia a Torino, al grido di “al rogo” gli antagonisti “bruciano” Meloni e Salvini (video)

29 Nov 2024 15:23 - di Alessandra Danieli

iù che una piazza contro la manovra è un’esibizione muscolare grondante odio contro il governo, la premier e i ministri. Un triste copione che si è riproposto, “copia e incolla” anche a Torino dove si sono registrati scontri con la polizia in un clima da guerriglia urbana. Al termine del corteo, studenti  pro Pal e attivisti dei centri sociali e hanno dato alle fiamme un fantoccio di stracci con il volto del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e tre maxi foto coi i volti della premier Giorgia Meloni, del ministro della Difesa Guido Crosetto e del ceo di Leonardo, Roberto Cingolani. “Maiale al rogo”, il gentile coro dedicato al ministro leghista, insulti anche al “serpente Meloni”.

Torino, date alle fiamme i fantocci di Salvini e Meloni

Poco prima i manifestanti, vicino alla stazione di Porta Nuova, in centro città, hanno cercato di entrare sfondando il cordone di polizia. Gli agenti li hanno respinti e i militanti pro Pal hanno risposto a calci e pugni ‘armati’ delle aste delle bandiere. Il tutto sullo sfondo di slogan contro Salvini e la Tav Torino-Lione. Sempre al termine del corteo uno spezzone di attivi pro Palestina ha utilizzato gli ingressi della metropolitana di Porta Nuova per raggiungere in metro la stazione di Porta Susa. Qui sventolando una bandiera palestinese hanno  bloccato la circolazione sui binari 1 e 2 della stazione. L’occupazione dei binari si è conclusa dopo una decina di minuti, con i manifestanti poi tornati a sfilare nelle strade.

Guerriglia urbana, scontri con la polizia, calci e pugni

Ma non basta, un altro gruppo dei collettivi universitari, dopo aver sfilato in coda al corteo, teoricamente contro la manovra del governo, sono arrivati sotto la sede della Prefettura. Qui al grido di ‘free Palestine’ hanno lanciato fumogeni e uova contro le forze dell’ordine schierate in tenuta antisommossa. Torino dimostra plasticamente il clima di insurrezione e l’escalation di violenza alimentato dalle parole d’ordine di Maurizio Landini di questi giorni. L’appello alla rivolta sociale e alla mobilitazione di piazza, i toni utilizzati (mai smentiti) dal numero uno della Cgil hanno surriscaldato gli animi dei contestatori di professione dell’estrema sinistra. Le pessime immagini dei roghi simbolici della premier dei ministri traboccano di astio sociale. Un sciopero generale contro la manovra, legittimo come espressione di manifestazione, si è trasformata nell’intifada studentesca che – minacciano i manifestanti – è appena iniziata. Più che manifestanti, commenta Matteo Salvini, “dei criminali da mettere in galera”.

 

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