Il libro. “L’invasione” di Francesca Galici: il girone infernale costruito dalla mafia immigrazionista

3 Nov 2024 14:00 - di Gabriele Caramelli

‘L’invasione’ di Francesca Galici è un libro-inchiesta sul fenomeno migratorio e sui terrificanti retroscena che si celano dietro questo fenomeno illegale e pericoloso. La lettura è stata pubblicata dalle case editrici Giubilei Regnani e Historica, un vero e proprio scoop sul business illegale dei trafficanti di esseri umani, capace di offrire delucidazioni sulla situazione geografica e politica in cui avvengono i fatti. Il libro riporta le testimonianze di molti politici appartenenti all’area della destra italiana, di Fratelli d’Italia e Lega. Gli esponenti sono stati interpellati dalla giornalista e scrittrice italiana, per comprendere i piani del governo sulla gestione della migrazione cercare testimonianze sui problemi generati da questi flussi del tutto irregolari.

Come i migranti si preparano nelle chat per ‘l’invasione’ migratoria

Francesca Galici ha trascritto nella sua inchiesta le chat di alcuni migranti e scafisti, che si interfacciano per parlare dei prezzi riguardanti lo spostamento verso l’Italia e gli altri confini europei. Alcuni di loro si definiscono ‘soldati’, mentre altre frasi presenti riguardano il coraggio sul tragitto da affrontare. Altri ancora si riferiscono alle coste italiane come dei territori da conquistare, tirando in ballo fatti storici neanche lontanamente avvenuti e tantomeno capaci di giustificare certe illazioni fuori luogo. Gli scafisti preparano quasi sempre imbarcazioni di fortuna e sono soliti tenere a bordo donne e bambini piccoli per guadagnare l’attenzione della Guardia costiera, per agevolare e velocizzare l’approdo sulla terra. Alcuni clandestini buttano i propri documenti in mare per non farsi riconoscere, mentre altri ancora provano a procurarsi copie false per passare i controlli: chiaramente, molte di queste carte d’identità presentano errori grossolani.

La Tunisia e la paura popolare per “l’invasione”

Molti di questi clandestini, anche e soprattutto subsahariani, nel corso del tempo si sono trasferiti nei paesi che affacciano sul mediterraneo. La Tunisia di Saied è stata una delle mete più comuni per i migranti illegali, che hanno provocato anche scontri interni in questo paese. La popolazione tunisina è estenuata e sono comuni anche manifestazioni per fare in modo che il governo prenda ulteriori provvedimenti in questi termini. Augusta Montaruli, parlamentare di Fratelli d’Italia alla Camera, rende noto che il ‘Piano Mattei’ sia un modo per mantenere un contatto con l’Africa al fine di mantenere rapporti diplomatici anche per evitare spiacevoli eventualità: l’ingresso illegale è sicuramente uno di questi. Tra gli intervistati da Francesca Galici anche Carlo Fidanza, europarlamentare europeo in quota FdI che ha offerto numerose delucidazioni sulle conseguenze negative della migrazione illegale.

Koxeur e Camorasseur: i volti della schiavitù migratoria

Alcuni migranti che non hanno modo di pagare per un viaggio, preferiscono lavorare nel business del traffico di esseri umani per cercare un’alternativa nella partenza, magari anche scambiando il proprio servizio. Due categorie appaiono fondamentali per la comprensione di questo schema: al primo posto troviamo i Koxeur, ossia coloro che si occupano di fare uno smistamento delle persone. I secondi sono i Camorasseur, ovvero coloro che organizzano la tratta verso i confini europei. Altri invece si improvvisano addirittura scafisti per provare a raggiungere la destinazione prefissata.

Il ruolo dei Gps e delle Ong per i migranti

Le organizzazioni non governative si occupano esclusivamente di portare i migranti a terra, qualora questi dovessero essere intercettati in mezzo al mare. Secondo quanto riportato dalla scrittrice nel libro, altri interessi non sembrano essere contemplati dalle Ong. Molti migranti parlano in chat su come raggiungere facilmente le Ong o le coste in base agli strumenti in dotazione, tra cui bussole e Gps sui telefoni: le prime sembrano essere le più gettonate perché ‘garantiscono’ la possibilità di non essere oggetto della geolocalizzazione. Tuttavia non sono comuni i casi in cui gli sbarchi non avvengono e lasciano quindi spazio ai naufragi, come nel caso di Cutro, su cui Francesca Galici ha scelto di interfacciarci con Sara Kelany, deputata di FdI e responsabile dell’immigrazione nel partito.

La pericolosità delle imbarcazioni

Alcune navi scelte per ‘l’invasione’ clandestina vengono ricavate da materiali inutilizzati, mentre altre ancora sono pescherecci oppure imbarcazioni scadenti. Non tutti caricano il numero ‘adatto’ di persone sulle navi, perché evidentemente non interessati dal valore inestimabile della vita umana. Il sovraccarico degli scafi fa in modo che questi siano soggetti al ribaltamento e al naufragio. Anche la sicurezza ha un costo per gli scafisti, tanto che persino per i salvagente bisogna pagare una cifra. Un quadro preoccupante, che rende l’idea di come stia diventando sempre più rischioso accogliere persone che in molti casi finiscono a delinquere nei territori europei, a causa della disperazione e delle false promesse che qualcuno ha deciso di offrire in cambio di denaro.

 

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