“Il M5S rischia di diventare insignificante”: da Appendino fuoco amico contro Conte (con la sponda di Travaglio)
L’attacco diretto è stato ad Andrea Orlando e ai dem, che infatti se la sono presa. Ma la sensazione è che Chiara Appendino abbia voluto mandare un messaggio soprattutto ai suoi, alla vigilia del rilascio del Documento d’indirizzo in vista dell’Assemblea costituente del 23 e 24 novembre che dovrebbe chiudere i conti nel M5S. Una sorta di “io sono qua, ho un progetto, una visione e idee più chiare di quelle che ci hanno portato alla debacle in Liguria”. Si tratta di un messaggio che suona come una candidatura implicita alla guida del Movimento, nel momento in cui Giuseppe Conte è più vulnerabile.
Appendino: “L’abbraccio al Pd ha dimostrato di essere dannoso per noi”
“Questo non è il momento per un’alleanza strutturale con il Pd. Prima di ogni altra cosa, il Movimento deve ridarsi un’identità e una visione. Non riusciamo più a parlare agli esclusi, a tante persone in difficoltà, e allora dobbiamo essere più netti e radicali nelle proposte, darci nuove battaglie identitarie”, ha detto la deputata e vicepresidente del M5S in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano. Dunque, in una sede nient’affatto neutra, considerando le posizioni assunte da Marco Travaglio rispetto al dibattito interno ai pentastellati e piuttosto critiche nei confronti della leadership di Giuseppe Conte. Appendino su questo fronte ha messo le mani avanti, dicendo che “Conte non è certo in discussione”. “Ma lo ripeto – ha aggiunto subito dopo – dobbiamo essere più netti nelle scelte. E in generale non dobbiamo apparire subalterni rispetto al Pd, come talvolta è sembrato”. “L’abbraccio al Pd – ha aggiunto – ha dimostrato di essere dannoso per noi. Dobbiamo smetterla di parlare di campo largo, campo giusto o di campo santo e concentrarci su noi stessi”.
Il M5S si prepara all’Assemblea costituente: svelato il nome
Parole che arrivano mentre la macchina organizzativa dell’Assemblea costituente prende slancio: il Documento d’indirizzo sarà rilasciato l’8 novembre e sui social è apparso un primo video che, secondo quanto riferito dall’Adnkronos, anticipa di un giorno quello di lancio vero e proprio della kermesse, ma che già ne svela il nome. La clip si conclude, infatti, con la scritta “Nova”, in riferimento all’esplosione nucleare causata dall’accumulo di idrogeno, che fa sì che una stella diventi molto più luminosa del solito. La scritta Nova è attraversata da cinque stelline unite da trattini, che sembrano disegnare la costellazione di Cassiopea, e accompagnata dalle parole “partecipa, innova, decidi”.
L’avvertimento sul “rischio che il M5S diventi insignificante”
Quanto al fatto che le sue posizioni ricordano quelle di Beppe Grillo, Appendino ha risposto che “sono grata a Grillo per ciò che ha fatto per il Movimento negli anni scorsi, ma ciò che dice ora mi interessa fino a un certo punto. Per quanto mi riguarda non dobbiamo guardare indietro, cioè alle origini, ma in avanti. Il tema è dove vuole andare il M5S, e cosa vuole essere”. “Voglio essere chiara: io non penso che il Movimento possa rilanciarsi solo cambiando alcune regole. Per me modificare la norma dei due mandati non è un tabù, mentre penso che il simbolo non si debba toccare. Ma il punto restano l’identità e i temi, e come tornare a parlare ai tanti che non vanno più a votare. La Costituente deve servire a fare chiarezza su questo. Se diventasse solo una battaglia di personalismi, sarebbe un’occasione persa e un grave errore”, ha spiegato la vicepresidente del Movimento, per la quale “il rischio è che il M5S diventi insignificante, e che non riesca più a incidere nel Paese, ma io non voglio arrendermi a questo. Penso che abbiamo ancora molte battaglie da fare”.
L’attacco a Orlando suscita reazioni risentite da parte del Pd
Insomma, Giuseppe Conte è avvisato. Ed è indicativo anche il fatto che l’intervista di Appendino non abbia suscitato dibattito all’interno del M5S. Le uniche reazioni pubbliche, allo stato attuale, infatti, sono arrivate dal Pd, per il fatto che Appendino ha indicato nella scelta del candidato Orlando la causa del crollo del M5S in Liguria. “A capo della coalizione – ha detto – non c’era una figura innovativa e credibile per i nostri elettori, che potesse garantire discontinuità. Molti degli elettori del M5S non sono andati a votare proprio per questo, perché non riuscivano a distinguere tra i due campi. Come dimostrato dai numeri, l’astensionismo ha colpito soprattutto noi, ed è un fenomeno su cui dobbiamo ragionare per poter costruire un’alternativa seria e vincente alle destre”. I dem hanno fatto quadrato intorno al loro esponente parlando di parole sorprendenti e tatticismi. E dimostrando ancora una volta di guardare sempre molto al dito e poco alla luna.