Il relitto dello Scirè sarà sacrario militare: la gloriosa storia del sommergibile e della sua eroica “povera ciurma”
“Sommergibile operante in Mediterraneo, già reduce da fortunate missioni d’agguato, designato ad operare con i reparti d’assalto della Marina nel cuore delle acque nemiche, partecipava a ripetuti forzamenti delle più munite basi mediterranee. Nel corso dei reiterati tentativi di raggiungere lo scopo prefisso, incontrava le più aspre difficoltà create dalla violenta reazione nemica e dalle condizioni del mare e delle correnti. Dopo aver superato, col più assoluto sprezzo del pericolo, gli ostacoli posti dall’uomo e dalla natura, riusciva ad assolvere in maniera completa il compito affidatogli, emergendo a brevissima distanza dall’ingresso delle munitissime basi nemiche prescelte ed a lanciare così le armi speciali che causavano a Gibilterra l’affondamento di tre grossi piroscafi e ad Alessandria gravi danni alle due navi da battaglia Queen Elizabeth e Valiant, il cui totale affondamento veniva evitato solo a causa dei bassi fondali delle acque in cui le due unità erano ormeggiate. Successivamente, nel corso di altra missione particolarmente ardita, veniva spietatamente aggredito e scompariva nelle acque nemiche, chiudendo così gloriosamente il suo fulgido passato di guerra. Mediterraneo, 28 aprile 1943”. Con questa motivazione allo stendardo dello Scirè è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valore militare, a imperitura testimonianza di una storia gloriosa di cui, come italiani, si deve essere orgogliosi. Una storia scritta sia dagli incursori che, a bordo dei siluri a lenta corsa, ottennero successi bellici ammirati anche dai nemici, sia dai componenti dell’equipaggio del sommergibile, che seppero fare fino in fondo il loro dovere.
Il 27 luglio 1942, poco prima dell’affondamento nelle acque antistanti Haifa, avvenuto il 10 agosto di quello stesso anno, il sergente Lodati, marconista dello Scirè scrive: “Sono certo che questa volta non sarà come le altre e non faremo ritorno. Ma si parte ugualmente, si deve partire per tener fede al nostro giuramento, per compiere un’altra azione che ci è stata ordinata per il bene della Patria. Si spera solo, se ciò dovesse accadere, che non si venga lasciati in fondo al mare ma ci si ricordi di quella povera ciurma che ha dato tutta sé stessa per un sacro ideale e per il dovere verso la Patria”.
A distanza di circa ottant’anni a questo toccante messaggio è arrivata una risposta importante: quella della Camera dei deputati, che nelle scorse settimane ha approvato all’unanimità la proposta di legge di Paola Chiesa, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Difesa, con cui si rende il relitto dello Scirè sacrario militare subacqueo. Poco prima del voto di giovedì 10 ottobre, Chiesa è intervenuta a rimarcare il significato della sua iniziativa e ha ricordato che “c’è stato un tempo in cui l’amore di Patria, il coraggio, lo spirito di corpo, l’onore, venivano prima di ogni singola vita”. E’ il tempo dello Scirè, la cui “storia è ancora oggi apprezzata ed amata da tutte le Marine del mondo”.
L’affondamento del sommergibile “fu una vera e propria ecatombe: 60 morti, che per noi sono martiri ed eroi. Subito dopo la fine della guerra, la Marina di Israele individuò immediatamente la posizione del relitto”, che tutt’oggi si trova “a 33 metri di profondità all’imboccatura del porto di Haifa”, spiega Chiesa, che ricorda poi che nel 1984 il Governo italiano ha dato mandato agli uomini del Comando subacquei incursori, su nave appoggio Anteo, di sigillare le vie di accesso al relitto e di recuperare i resti mortali del valoroso equipaggio dello Scirè. La missione si concluse con il recupero di 42 salme e con il rimpatrio dei resti di due marinai che, dopo l’affondamento, erano stati recuperati sulla spiaggia e sepolti nel cimitero cristiano di Haifa. Ci sono dunque ancora, nel relitto dello Scirè, quel che rimane delle spoglie mortali di sedici marinai.
A loro, a quella “povera ciurma” di cui parlava il marconista Lodati, Paola Chiesa dice che non sono stati dimenticati. E lo dimostra con la sua proposta di legge, che rende finalmente e giustamente definitivo onore al luogo del loro riposo eterno e a tutta la gloriosa pagina di storia scritta dallo Scirè. In questo modo “paghiamo un debito. Cari Eroi, scusate il ritardo. Ma – conclude Paola Chiesa – il cerchio della storia si chiude sempre, basta saper aspettare”.
(Foto dal sito della Marina Militare – Ministero della Difesa)