In Cina tutti pazzi per Donald Trump: i gadget del tycoon vanno a ruba e fanno la felicità dei venditori
I gadget di Donald Trump registrano vendite da record in Cina, anche l’ex Impero celeste ora ama Donald Trump. Il tycoon è la gioia dei produttori cinesi, che attraverso i ninnoli a lui dedicati hanno aumentato le proprie vendite, non curanti del fatto che gli Usa potrebbero presto imporre dazi al 60% sui prodotti cinesi. Stando a quanto riportato dal South China morning post, nella città commerciale di Yiwu, nella provincia di Zhejiang, i gingilli dedicati al Presidente americano stanno diventando molto popolari nelle vendite.
L’impennata delle vendite per i gadget del Trump
“La notte dell’annuncio dei risultati delle elezioni americane, le mie vendite hanno visto un’impennata. Oltre 3mila ordini in una sola notte”, ha raccontato un venditore al giornale cinese, precisando che prima della vittoria di Trump vendeva soltanto una “manciata” di articoli al giorno. Il 5 novembre ha fatto la fortuna del cittadino asiatico in questione, che adesso acquista i cappellini del tycoon ha 0,56 dollari e li rivende a 9 dollari negli Usa. Sarà meglio che il commerciante sfrutti nel modo migliore questa opportunità prima che gli Stati Uniti inizino il programma di contenimento economico nei confronti del gigante asiatico. Anche un businessman cinese ha spiegato al South China morning post come la richiesta da parte dei commercianti di Yiwu sia aumentata di dieci volte rispetto al periodo precedente alle elezioni americane.
Le magliette scomparse dai siti dopo l’attentato al Tycoon
Dopo l’attentato nei confronti di Donald Trump, sui siti di e-commerce cinesi erano apparse le magliette che lo ritraevano con il pugno alzato in aria e il sangue sul volto, salvo essere ritirate secondo le ricerche della Bbc su Taobao e JD.com. Un’imprenditrice cinese ha dichiarato al quotidiano di aver ricevuto ordini per 2000 t-shirt a soltanto tre ore dall’avvio delle vendite.
Il timore commerciale della Cina
Aldilà dell’ episodio di “censura” nella scomparsa dei capi d’abbigliamento nei siti dedicati al nuovo potus, nella sfera diplomatica cinese c’è chi ritiene che non esistano “vincitori in una guerra dei dazi o in una guerra commerciale. Né il mondo ne trarrebbe beneficio”. A quanto pare i funzionari della Repubblica popolare cinese temono l’isolamento americano soprattutto a livello commerciale e stanno cercando un modo meno tragico per esprimere il disappunto. Ora che Trump è diventato famoso anche a livello nazionale, potrebbe risultare difficile d’ora in poi sviluppare anche un’eventuale propaganda anti-americana per la Cina.