La Libra è in Albania, Meloni: “Le sentenze italiane sui migranti preoccupano l’Europa”
Il governo procede la sua rotta sulle politiche migratorie oltrepassando gli scogli della sinistra dell’accoglienza senza se e senza ma e dei giudici militanti. Questa mattina la nave Libra della Marina Militare è arrivata, come da programma, nel porto albanese di Shengjin. A bordo gli otto migranti intercettati in acque internazionali a sud di Lampedusa lunedì scorso dalle autorità italiane (uno dei quali, si apprende in serata, potrebbe tornare in Italia perché dopo lo screening a terra sarebbe risultato vulnerabile). E di emergenza migratoria ha parlato anche la premier Giorgia Meloni a Budapest che ha ospitato Consiglio politico Ue.
Migranti, la nave Libra è sbarcata in Albania
“Ieri il protocollo con l’Albania e l’immigrazione in generale – dice Meloni alla stampa – non erano al centro del dibattito del Consiglio europeo. Se ne è parlato nella commissione sulla Migrazione della quale io facevo parte. Continua a esserci uno straordinario interesse da parte dei nostri colleghi, un’attenzione che considero assolutamente positiva. C’era un po’ di curiosità anche sul dibattito che riguarda il tema dei Paesi sicuri, perché poi, chiaramente, quello che accade in Italia coinvolge anche gli altri”. La premier è tornata sul nodo delle sentenze che hanno interdetto l’applicazione del protocollo Roma-Tirana, che di fatto impediscono la gestione dell’immigrazione illegale.
Meloni: le sentenze impediscono di governare l’immigrazione
“C’era un po’ di preoccupazione su questo tema, poiché secondo alcuni i governi non sono nella condizione di poter definire cosa sia uno Stato sicuro, un Paese sicuro. Leggendo alcune sentenze, si rischia di trovarsi di fronte a una realtà nella quale non esistono Paesi sicuri”, dice ancora Meloni sotto il pressing dei cronisti. “Come ho detto tante volte e come tutti capiscono, di fatto compromette ogni possibilità di governare l’immigrazione. E di fermare l’immigrazione illegale di massa. Questa è una parte del dibattito sulla quale trovo molta solidarietà”.
Patto di stabilità, difesa, Ucraina e competitività
Nel punto stampa allo stadio Puskas di Budapest Meloni ha passato poi in rassegna tutti i temi caldi dell’agenda internazionale. Dagli investimenti per la difesa ai conflitti. “Nel nuovo patto di stabilità ci sono delle aperture per permettere anche ai Paesi più indebitati di arrivare a spendere per la difesa almeno il 2% del Pil, come chiede la Nato. Ma su questo bisogna fare molto di più”. Sull’Ucraina Meloni ha sottolineato che se oggi si parla di uno scenario di pace “è solo perché l’Occidente ha sostenuto Kiev nella guerra contro l’invasore russo. Noi abbiamo sempre lavorato tutti per la pace, questo è corretto. Dopodiché, come io ho spiegato molte volte, dal mio punto di vista per costruire pace bisognava impedire che ci fosse un’invasione”.
L’Europa deve trovare una quadra e prendere le misure di se stessa
Riflettori puntati anche sulle risorse necessarie a Bruxelles per gli investimenti indispensabili a ridurre il divario con Usa e Cina. “A me pare che l’Europa debba trovare una quadra e prendere le misure di se stessa. Ricordo che il dibattito sulla competitività europea è iniziato mesi fa. Alla fine – ha detto Meloni – il dibattito è sempre non chiederti cosa gli Stati Uniti possano fare per te, chiediti cosa l’Europa debba fare per se stessa. È il dibattito di questa mattina, che è un dibattito particolarmente importante”.