La Russa: “La sinistra non offra l’ombrello ai violenti. Trump? Gli europei ora meno sudditi e più alleati”

11 Nov 2024 9:09 - di Natalia Delfino
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Le violenze di piazza, l’antisemitismo, le parole incendiarie che tendono ad arroventare un clima già incandescente. E l’incapacità della sinistra di prendere nettamente le distanze. All’indomani degli scontri di Bologna con la polizia provocati dagli antagonisti scesi in piazza contro il corteo di Casapound e delle polemiche che ne sono seguite, è Ignazio La Russa a sottolineare la necessità che la sinistra si faccia parte responsabile per la convivenza civile nel Paese, dismettendo ambiguità e atteggiamenti aperti. “C’è un cordone ombelicale che la sinistra deve decidersi a recidere. Non basta essere d’accordo su principi generali, come l’antifascismo, per unirsi a qualsiasi compagnia. Le compagnie bisogna scegliersele. O si finisce per offrire un ombrello ai violenti”, è il monito del presidente del Senato.

La Russa: “La sinistra recida il cordone ombelicale con certi ambienti”

Intervistato dal Corriere della Sera, La Russa si è soffermato sull’ipocrisia della difesa del diritto di manifestare a targhe alterne, sottolineando che il rispetto della Costituzione e delle valutazioni delle autorità preposte a valutare “la liceità” delle varie manifestazioni devono valere sempre, che si sia “d’accordo oppure no con le ragioni di chi manifesta”. “Per avere subito troppi divieti a manifestare, sin da quando ero giovane, io stesso non chiederei mai di vietarne una”, ha chiarito l’esponente di FdI, ricordando che “a Bologna la Questura ha autorizzato dando prescrizioni molto restrittive ai manifestanti di CasaPound. E d’altronde, anche l’iniziativa che ha avuto poi chiari connotati antisemiti organizzata a Milano, non è stata vietata proprio per il diritto di tutti a manifestare”. “Nessuno di noi, però – ha chiarito La Russa – si offre di andare in corteo con gruppi estremisti. Certa sinistra, invece, scende in piazza con i facinorosi”. A Bologna, a sfilare con gli antagonisti, c’era, infatti, il vicesindaco Emily Marion Clancy. Un suo diritto, ha sottolineato La Russa rispondendo a una domanda di Adriana Logroscino, che firma l’intervista, “ma assumendosi le responsabilità politiche di quello che avviene nella manifestazione”.

Dall’antisemitismo alla “rivolta sociale”: quella timidezza nel prendere le distanze che non fa bene al Paese

La questione di Bologna, però, è solo l’ultimo episodio di una serie di atteggiamenti che hanno portato il premier Giorgia Meloni a stigmatizzare il fatto che “certa sinistra continui a tollerare e, talvolta, a foraggiare questi facinorosi”. La Russa ha ricordato le posizioni “troppo accomodanti con le forme di antisemitismo che vengono mascherate da iniziative in difesa della Palestina” e gli applausi arrivati dalla manifestazione di Milano agli “orribili pestaggi dei tifosi israeliani ad Amsterdam” e ha avvertito che “bisogna saper prendere le distanze da questa deriva”. “La sinistra a volte è troppo tiepida”, ha spiegato, chiarendo che l’invito a pesare le parole “è da rivolgere a tutti”. Una riflessione suscitata dalla domanda sulla richiesta di Matteo Salvini di chiudere i centri sociali: “Se sono luoghi nei quali si organizzano o si promuovono le violenze, sicuramente. Altrimenti no. E io non ho elementi decisivi per valutarlo”, ha detto il presidente del Senato, avvertendo che, se tutti devono fare la propria parte, “non si può nemmeno dire che hanno tutti le stesse responsabilità”.

“C’è una cultura troppo tollerante con la violenza, troppo nemica delle forze dell’ordine, troppo sorda alle istanze di sicurezza. Ed è evidente che non siano posizioni attribuibili all’attuale governo. Facciamoci tutti un esame di coscienza”, ha precisato La Russa, parlando anche della “rivolta sociale” evocata dal leader della Cgil Maurizio Landini. “Il diritto allo sciopero è sacrosanto, perfino quando, come in questo caso, le ragioni non sono solo sindacali ma anche, o soprattutto, politiche. Però il linguaggio è importante. Certe parole, come quelle del segretario della Cgil, possono poi — per alcuni e contro la sua volontà — tradursi in atti violenti. E se questi succedono non ci si può meravigliare o prendere le distanze quando è troppo tardi”.

La vittoria di Trump? “Un’occasione per l’Europa, per essere più alleati e meno sudditi”

Infine, un’analisi del voto americano. La Russa è stato tra coloro che avevano pronosticato la vittoria di Trump, “però -ha chiarito – non ho mai commesso l’errore della sinistra di indossare i panni del tifoso. Un comportamento sbagliato, non nell’interesse dell’Italia”. Ora è tra coloro che considerano l’esito delle presidenziali Usa come “un’occasione per l’Europa” che, mantenendo i solidi rapporti di alleanza, “dovrà imparare a fare da sé in molti campi, senza affidarsi sempre allo zio Sam. In sostanza, più alleati e meno sudditi”. “Finora l’Europa non faceva una sua politica estera: ci siamo appoggiati agli Stati Uniti e a volte ci siamo divisi tra di noi. La vittoria di Trump – ha chiarito – è l’occasione per dimostrare di poter esprimere capacità di intervento, anche politico, in un momento drammatico”.

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