L’affronto di Sala all’agente ferito da un immigrato per difendere i cittadini: niente Ambrogino d’Oro

22 Nov 2024 13:41 - di Redazione

L’Associazione nazionale funzionari di polizia esprime “sorpresa e rammarico per l’esclusione del vice ispettore Christian Di Martino dall’elenco dei premiati con l’Ambrogino d’Oro 2024. Un’assenza che lascia senza parole, considerando che Di Martino, con coraggio e abnegazione, ha rischiato la propria vita per difendere i cittadini e la città di Milano“. Le candidature sono sottoposte al vaglio dell’Ufficio di presidenza del consiglio comunale di Milano ma il sindaco ha il diritto di veto e ovviamente è responsabile delle scelte finali.

Non riceverà l’Ambrogino nemmeno il presidente della comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi. I premiati sono Francesco Tambasco, presidente di Ata Soccorso; Antonia Madella Noja, segretaria della Fondazione Together To Go; Stefano Sala, amministratore delegato di Publitalia 80; Francesco Casile, fondatore di AssoModa; Emilia Lodigiani, fondatrice della casa editrice Iperborea, specializzata in letteratura nordica; Gianni Bombaci, poeta e sindacalista; Milena Piscozzo, dirigente scolastica e autorevole figura del metodo Montessori; Alba Ulla Manzoni, volontaria attiva al Giambellino.

La protesta dei sindacati per l’escluzione del poliziotto De Martino dall’Ambrogino d’Oro

“Lo scorso 9 maggio, mentre era in servizio alla stazione di Milano-Lambrate, il vice ispettore venne accoltellato da uno straniero segnalato per aver lanciato pietre contro i treni e i passeggeri in transito. “Christian Di Martino – scrive Enzo Letizia, segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia  – non è solo un servitore dello Stato, ma un autentico eroe silenzioso. La comunità spesso si accorge del valore di questi uomini e donne soltanto quando accadono eventi drammatici, come quello che ha coinvolto Di Martino, il cui sacrificio ha tenuto Milano e l’intero Paese col fiato sospeso quando il poliziotto lottava, su di un letto ospedaliero, tra la vita e la morte. La sua azione, in quel tragico 9 maggio, ediventata un simbolo dell’autentica missione che i poliziotti italiani compiono ogni giorno: garantire la sicurezza dei cittadini e, al contempo, sostenere la tenuta sociale del nostro Paese, intervenendo con prontezza in migliaia di situazioni di crisi acute. E’ un compito che va ben oltre un semplice lavoro, configurandosi come una vera e propria missione al servizio della collettivita‘”. “Ci saremmo aspettati un riconoscimento trasversale da parte della politica – conclude l’esponente sindacale – un gesto che celebrasse non solo il valore individuale, ma anche il ruolo essenziale delle forze dell’ordine nel tessuto sociale italiano. Purtroppo, così non è stato. Questa vicenda lascia un’amarezza profonda e rende evidenti le responsabilità di chi avrebbe potuto, e dovuto, valorizzare un esempio tanto alto di dedizione e sacrificio”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *