Landini, intervista autogol su Repubblica: parla della crisi dell’auto senza citare Elkann e Stellantis
L’insuccesso gli ha dato alla testa: Maurizio Landini, reduce dalla cocente delusione dell’ultimo sciopero proclamato dalla Cgil con l’adesione di appena 5 lavoratori su 100, avrebbe fatto felice Ennio Flaiano con l’intervista rilasciata a Repubblica.
L’ex capo dei metalmeccanici ora alla guida del sindacato rosso, digrigna i denti contro governo e imprenditori, ma palesa un mutismo selettivo tanto singolare quanto allarmante per un leader sindacale. Da una parte riserva improperi contro il governo che favorisce gli “evasori fiscali” e attacchi in particolare al vicepremier Matteo Salvini, che gli aveva dato dell’estremista. Dall’altra rinnova appelli a scendere in piazza per la salute e la scuola (omettendo appunto che il 31 ottobre i lavoratori della Scuola non hanno proprio considerato il suo sciopero). In tutto questo fuoco d’artificio di dichiarazioni neanche una volta, neanche per errore, cita Stellantis e John Elkann, il rampollo della famiglia Agnelli che, con quel che resta della Fiat, è anche editore di Repubblica.
Calenda smaschera il segretario Cgil e Repubblica
Landini omette di parlare di corda in casa dell’impiccato, come fa notare con rara perfidia Carlo Calenda. “Questa – scrive sui Social il segretario di Azione – è la risposta di Landini sul problema dell’automotive. ‘Non hanno creduto abbastanza nell’elettrico’. Ma nel caso di Stellantis – e non solo – il problema è opposto. L’elettrico costa troppo, non si vende e la transizione è stata gestita male e precipitosamente. Potrebbe anche aggiungere che Elkann ha promesso cose che non ha realizzato e produce i nuovi modelli dei marchi italiani in Serbia, Polonia, Marocco. Potrebbe ricordare che Elkann ha rifiutato di venire in Parlamento. Ma la parola Elkann o azionisti Stellantis proprio non gli riesce ad uscire dalla bocca, da quando hanno comprato Repubblica, che infatti diligentemente lo intervista ad ogni piè sospinto”.
Ecco cosa chiederà Landini a Meloni
Che cosa ha annunciato Landini a Repubblica? Ha presentato la lista di richiesta che formulerà nell’incontro di martedì con Giorgia Meloni. “Chiederemo alla premier – tuona il segretario della Cgil – di ripristinare i 4,6 miliardi tagliati al settore dell’automotive che è dentro una crisi epocale. Di ridurre la spesa per armi. Di aumentare la spesa sanitaria e per la scuola pubblica. Di avviare una seria riforma fiscale, tassando rendite e profitti. Di fare una riforma delle pensioni giusta e per i giovani. Di alzare le risorse per il contratto di lavoro dei dipendenti pubblici: non basta un 6% in più contro 17 punti persi per l’inflazione. Chiederemo anche di cambiare il collegato lavoro che liberalizza la precarietà. Di investire seriamente sulla sicurezza e cancellare la logica del subappalto a cascata. Di ripristinare il fondo affitti dei Comuni. Di abrogare la legge sull’autonomia. Senza risposte – minaccia Landini – sarà sciopero”. Insomma, più che richieste, slogan pretestuosi per dichiarare sciopero. Ma questo su Repubblica non potevano scriverlo.