Landini rilancia l’appello alla “rivolta sociale”. I poliziotti feriti? “Colpa del governo autoritario”

18 Nov 2024 14:52 - di Alessandra Parisi

L’appello alla rivolta sociale è un mantra, una necessità lessicale e non solo. E poco importa se si corre il rischio di alimentare il scontro di piazza e giustificare le intemperanze di centri sociali, antagonisti e sinistre varie. Anzi. Maurizio Landini, intervistato dal Corriere della sera, in vista dello sciopero generale del 29 novembre, sembra andarne fiero. Il numero uno della Cgil non molla e conferma la mobilitazione convocata contro la manovra al buio, prima ancora di conoscere il testo. Nessun passo indietro nemmeno dopo il tavolo di 7 ore con il governo alla presenza della premier Meloni.

Landini insiste con la rivolta sociale e rilancia

Rivolta sociale, certo. “Significa non voltarsi dall’altra parte rispetto alle diseguaglianze e mettersi insieme per cambiare le cose.  “Ho richiamato la rivolta sociale per dire alle singole persone di non voltarsi dall’altra parte rispetto alle diseguaglianze. E mobilitarsi insieme”, spiega orgoglioso. Nessun ravvedimento neppure dopo le violenze di Bologna, i diciannove agenti feriti, i fantocci del ministro Valditara bruciato, le guerriglie urbane. Compagni che sbagliano? Peggio. La responsabilità è del governo Meloni. “In questo Paese il terrorismo rosso e nero è stato sconfitto dal movimento dei lavoratori, come il nazismo e il fascismo. Quindi non prendiamo lezioni da nessuno”, dice il capo del sindacato rosso.

I poliziotti feriti sono colpa del governo autoritario

“Oggi chi sta fomentando la situazione è il governo e la sua logica autoritaria. Invece, quando le persone si rivoltano contro le ingiustizie e scendono in piazza nessuno dovrebbe averne paura perché conflitto e mediazione sociale sono il sale della democrazia”. Nessuno tranne le forze dell’ordine, forse, che pagano il prezzo più alto di fronte alle intemperanze dei giovani liceali “garanti della tenuta democratica”. E invece i poliziotti feriti sono la diretta conseguenza di un governo autoritario”.  Confermata dunque la serrata generale di fine novembre, il classico inizio di autunno che piace tanto a Landini and e company. “È un governo che ha la maggioranza in Parlamento ma non nel Paese, fa aumentare la povertà e non negozia con chi rappresenta tutti i lavoratori e i pensionati”.

Saverio Romano: parole irresponsabili, fanno il gioco della violenza

Di parole “irresponsabili” parla Saverio Romano, coordinatore politico di Noi Moderati. “Landini alimenta lo scontro sociale. Bene il confronto con i sindacati ma esasperare il dialogo fa il gioco della violenza di piazza. Nel tentativo di sostituirsi all’opposizione politica, Landini getta benzina sul fuoco. Mi chiedo se il segretario Cgil rifletta sulle conseguenze di questo suo eloquio e quali possano essere i vantaggi reali per i lavoratori”.

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