L’indagine Sia: i ragazzi italiani insoddisfatti dal sesso guardano porno e si informano su internet

11 Nov 2024 15:51 - di Gabriele Caramelli

“Solo il 50% dei ragazzi dichiara di essere soddisfatto della propria vita sessuale e il 30,1% ammette di utilizzare quotidianamente chat erotiche o siti pornografici”. Questa è la stima riportata dall’indagine della società italiana di Andrologia (Sia) sui ragazzi italiani, per la prima giornata nazionale della salute dell’uomo. Secondo gli andrologo soltanto 1 ragazzo su 3 fa uso del profilattico durante il rapporto, mentre per qualsiasi sort di “dubbi” e “problemi” si affida direttamente al motore di ricerca Google.

Cosa dice l’indagine Sia sull’insoddisfazione sessuale giovanile

Stando all’indagine Sia, i ragazzi preferiscono affidarsi a Google come fosse un dottore, piuttosto che chiarire un eventuale disturbo con i veri medici in carne ed ossa. Secondo i dati, il 73,4% dei giovani non si è mai recato dall’andrologo per una visita e nel caso in cui dovesse sorgere un problema, soltanto il 30% dei giovani si prenderebbe subito cura di un problema qualora questo dovesse verificarsi. Il 14,9 % preferirebbe invece consultare il web per trovare qualche notizia apparentemente utile.

La disinformazione generale sul sesso tra i ragazzi

Tommaso Cai, segretario della Sia, ha registrato una “disinformazione generale in fatto di sessualità e sull’educazione alla prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale: solo il 33% dei giovani maschi dichiara di usare sempre il profilattico e il 70% circa reperisce informazioni sulle malattie a trasmissione sessuale su internet”. Il segretario generale dell’organizzazione andrologi Siu, ha precisato come soltanto “solo l’8,1% ne ha parlato con il medico. Inoltre la disinformazione sulle malattie a trasmissione sessuale come l’Hpv” ossia il Papilloma virus “sta determinando un impatto anche sulla fertilità dei giovani uomini, che ad oggi si trovano ad avere peggiori parametri seminali rispetto a quelli che erano loro coetanei negli anni ’90”. Il medico ha poi evidenziato come secondo lui stia diventando imperativo “riaprire il capitolo dell’educazione sessuale nei giovani maschi”.

 

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