Lo tsunami Trump mette al tappeto il campo largo: Schlein e Conte parlano lingue opposte
Il malconcio campo largo, forse mai nato, si è definitivamente sbrindellato a poche ore dal trionfo di Donald Trump che riconquista la Casa Bianca. Uno tsunami che atterra i sogni dei democratici, guidati da Kamala Harris, sconfigge pronostici e sondaggi che pontificavano di testa a testa all’ultimo voto. Se per il Pd di Elly Schlein è una sciagura di proporzioni bibliche, una notizia nefanda che avrà contraccolpi funerei sull’Europa e sull’Italia, per il leader 5Stelle Giuseppe Conte è una sfida con cui misurarsi. Due linguaggi e due approcci opposti che allontanano i due leader in competizione per una ipotetica, ma inverosimile, federazione.
Trump atterra per sempre il campo largo
“Giuseppi”, vecchia conoscenza di The Donald che ne apprezzò le doti da premier durante la pandemia, è tra i primi a complimentarsi con il 47esimo presidente Usa, “in virtù di una vittoria netta, estesa anche al voto popolare”. Nessun polemica copia e incolla di quelle che piacciono al Nazareno. Niente cannoni contro l’odiato campione di populismo, sovranismo e sessismo. Realpolitik e un po’ di sano cerchiobottismo. “Le sfide che attendono gli Stati Uniti sono molteplici e ci riguardano tutti”, scrive Conte sui social poco dopo il discorso della vittoria di Trump a Palm Beach. “Fermare le guerre in corso, contrastare con la massima fermezza le violazioni del diritto internazionale umanitario. Aprirsi a una visione multipolare dei nuovi equilibri geo-politici. Puntare a regole eque per il commercio internazionale evitando la spirale protezionistica dei dazi e contro-dazi”.
Gli auguri di Conte al 47esimo presidente Usa
E ancora: “L’Italia – se riuscirà a esprimere visione e coraggio – potrà dare un contributo importante in ragione della tradizionale amicizia tra i nostri popoli e della solida alleanza tra i nostri due Paesi, ma anche per il nostro storico ruolo nell’ambito del Mediterraneo allargato e nella cornice europea”. Parole che uno si aspetterebbe in bocca a un premier o a un fan accanito come Matteo Salvini. Invece portano la firma del leader dei 5Stelle, stressato ma non troppo dal divorzio con Beppe Grillo. Elly, invece, che per mezza giornata non apre bocca, proprio non ce la fa azzardare una tesi di ampio respiro, né un briciolo di autocritica. Sostenitrice di Kamala (non abbiamo dubbi da che parte stare”, ha ripetuto per settimane), sconfitta senza appelli, intona la stanca litanìa contro il modello Trump. Pericoloso e odioso. “Noi non ci riconosceremo mai in una idea di società in cui i miliardari che ieri festeggiavano chiusi in una stanza con Trump si ergono a paladini del ceto medio”. Niente di originale. Abbasso Trump ed Elon Musk: ecco il manifesto programmatico del Nazareno.
5Stelle vs il Nazareno: hanno perso i finti progressisti
I 5Stelle a Strasburgo sono ancora più urticanti per i dem. “La vittoria netta di Trump è innanzitutto una lezione per tutti i finti progressisti liberisti e globalisti che hanno ammainato la bandiera della pace”, si legge in una nota dei pentastellati. Per Carlo Calenda, invece, non ci sono dubbi: “Ora l’Occidente vive la sua ora più buia“. Per Riccardo Magi “Trump è a tutti gli effetti una sciagura”. E per Nicola Fratoianni “vengono avanti degli Stati Uniti d’America con meno diritti e meno libertà”. Difficile però fare il campo largo con loro…