Lufthansa-Ita, a un passo dalla rottura: i tedeschi chiedono lo sconto. Rampelli: non è una casbah
Accordo saltato nella notte tra Lufthansa e Ita Airways. La ricostruzione della brusca rottura tra il gruppo tedesco e l’ex Alitalia è del Corriere della Sera. Stando al quotidiano di via Solferino l’accordo rischierebbe di saltare dopo quasi due anni di trattative serrate, che hanno portato persino a un via libera preliminare alle nozze da parte della Commissione europea. Il sito del Corriere riporta voci su un ‘litigio’, “in particolare sul prezzo” avvenuto poco prima di inviare a Bruxelles i documenti per il via libera, ieri sera.
Salta l’accordo Lufthansa-Ita Airways
Italiani e tedeschi, secondo le stesse fonti, avrebbero iniziato a discutere su alcune clausole contrattuali relative alla cifra da sborsare in seguito al primo aumento di capitale riservato a Lufthansa. A quel punto — è una delle ricostruzioni — il colosso tedesco avrebbe “evidenziato che il closing, plausibilmente a fine anno, dovrebbe vedere un “‘aggiustamento” dell’importo della seconda tranche pari ai 603 milioni di euro perché Ita rispetto a sei mesi prima avrà perso valore”. L’Italia avrebbe perso le staffe perché la rivalutazione del pagamento sulla base di un periodo che, tradizionalmente, per le compagnie aeree è quello di minor lavoro, non sarebbe corretta. “L’Italia non svende la sua compagnia”, hanno riferito fonti del governo al Corriere.
Fumata nera dopo due anni di trattative serrate
Per tutta la notte, le parti hanno provato a portare avanti la trattativa ma la fumata bianca non è arrivata. Lufthansa era in programma che investisse in tutto 829milioni di euro per acquistare Ita Airways. Nella prima fase, dovrebbe acquistare dal Mef una quota del 41% mediante l’aumento di capitale da 325milioni di euro, per poi salire a un totale del 100% delle quote. Il quantum ancora non è stato versato, l’accordo sarebbe saltato proprio proco prima di chiudere la fase cruciale della trattativa.
L’11 novembre scade la consegna del dossier alla Ue
Dal canto suo la Commissione europea fa sapere di essere “in stretto contatto” con il Mef e Lufthansa per la finalizzazione dell’accordo sull’integrazione tra le due compagnie. “Ma non possiamo commentare sulla scadenza per la consegna a palazzo Berlaymont del piano finale dell’alleanza”, ha detto una portavoce di Bruxelles. La scadenza per consegnare alla Commissione i documenti attesi sarebbe lunedì prossimo, 11 novembre.
Il gruppo tedesco smentisce: rispettiamo l’accordo del 2023
Lufthansa replica di non aver fatto nessuna richiesta di rivedere la cifra sulla seconda tranche del closing su Ita Airways. Lo riportano all’agenzia Adnkronos fonti vicine al dossier, ricordando che la revisione del prezzo finale sarebbe già prevista nelle clausole definite nel 2023. E comunque non prevede una variazione dell’importo superiore ai 10 milioni di euro. Una nota ufficiale della compagnia tedesca ha sottolineato che il gruppo si attiene all’accordo del 2023. In vista della scadenza dell’11 novembre per la consegna del pacchetto, comunque, esprimono “ottimismo” sulla possibilità di raggiungere un accordo definitivo.
Rampelli: non siamo in una casbah
Per Fabio Rampelli, che si è occupato a lungo del dossier, è molto difficile “disincagliare Ita dalle sabbie mobili in cui è stata cacciata in decenni di mala gestione e di malgoverni, stagioni prive di progettualità e di ambizioni, quindi “liquidatorie””. Compito arduo – secondo il vicepresidente della Camera di FdI – riscattarla dai lunghi negoziati europei di questi decenni. “Tuttavia risulta ancora possibile far fruttare le caratteristiche del nostro mercato visto che siamo un’economia fondata per buona parte sul turismo. Possediamo un solido circuito finanziario e abbiamo nella logistica una potenzialità indiscussa. Specialmente ora che il Mediterraneo è tornato il cuore degli scambi commerciali planetari Ita può dare valore e sostanza al Piano Mattei. Vale la pena ricordare ai partner tedeschi che non siamo una casbah dove si mercanteggia sul prezzo di vendita”. Semmai – conclude Rampelli – l’occasione di questa gaffe del vettore tedesco “è utile a rivalutare la possibilità che Lufthansa divenga interamente proprietaria della nostra compagnia di bandiera. Ipotesi deprimente, perché sottrarrebbe risorse economiche, prestigio e potenzialità geopolitiche all’Italia, destinata così a diventare l’unica potenza del G7 senza la gestione del proprio trasporto aereo”.