Meloni gela Schlein: “I diritti sindacali? Li difendo meglio della sinistra al caviale” (video)
Complici le domande dei giornalisti, le polemiche di Elly Schlein in particolare sul tema dei diritti sindacali hanno raggiunto Giorgia Meloni a Budapest, dove è impegnata nella riunione informale dei capi di Stato o di governo del Consiglio europeo. In un punto stampa prima dell’avvio del summit, il premier ha parlato dei temi sul tavolo e in generale al centro del dibattito comunitario, dalla competitività alle spese per la difesa, fino all’immigrazione. Ma non si è sottratta anche a una riposta sulla reazione scomposta della sinistra per la sua battuta sul fatto che, benché fortemente influenzata, è comunque al lavoro, “non avendo particolari diritti sindacali”. “Una polemica completamente inutile”, ha commentato Meloni, ricordando anche il tono leggero sia del contesto, la trasmissione radiofonica Un giorno da pecora, sia della sua risposta al messaggio inviatole su richiesta dei conduttori dal deputato Marco Osnato, ospite in studio.
Meloni: “I diritti sindacali? Questo governo li difende molto meglio della sinistra al caviale”
“Non so cosa si intenda Elly Schlein per ‘svilire diritti sindacali’, che questo governo – ha rivendicato il premier – difende molto meglio della sinistra al caviale, ma so che sono abituata a fare il mio lavoro anche quando non sono al massimo della forma, perché è l’impegno che preso con italiani. Spero che la sinistra prima o poi individui un tema serio sul quale fare politica nei confronti di questo governo, in attesa di ritrovare una identità che le consenta di stare al fianco dei cittadini”.
La necessità che l’Ue trovi le risorse per i dossier cruciali: “Non sono disposta a scaricare i costi sui cittadini”
Quanto ai temi all’attenzione del Consiglio europeo, Meloni ha spiegato che sul tavolo ci sono “molte sfide, più o meno sappiamo cosa fare. La domanda è se vogliamo dare gli strumenti agli Stati membri e la questione delle risorse è la questione che va affrontata”. Un discorso che vale a 360 gradi, dalla competitività all’obiettivo del 2% del Pil per la spesa militare. “Sono convinta che l’Europa e quindi anche l’Italia debbano riuscire a garantire la loro maggiore indipendenza e autonomia, anche investendo di più in difesa. Chiaramente servono gli strumenti per poterlo fare: le risorse vanno individuate in qualche modo perché l’unica cosa che io non sono disposta a fare è prendermela con i cittadini italiani”, ha spiegato Meloni, chiarendo che il vero tema al centro del vertice è proprio quello del reperimento delle risorse. “Questo è il vero dibattito, non so se stamani si arriverà a soluzioni concrete, ma è l’elemento centrale su cui intendo concentrarmi”, ha sottolineato il premier, ricordando che tutte le questioni intorno a cui ruota erano in agenda da prima dell’elezione di Trump alla Casa Bianca e invitando a riportare la prospettiva all’interno dell’Ue.
L’invito a cambiare prospettiva rispetto agli Usa: “Non chiederti cosa possano fare per l’Ue, ma cosa l’Ue debba fare per se stessa”
“Per dirla con una battuta, non chiederti cosa gli Stati Uniti possano fare per te, chiediti cosa l’Europa debba fare per se stessa”, ha detto Meloni, che a chile chiedeva un commento sull’impegno di politico di Elon Musk ha risposto che “sicuramente è una persona che si è schierata nella campagna elettorale di Donald Trump, come migliaia di altre persone si sono schierate nella campagna elettorale americana da una parte e dall’altra”. “Mi sembra sia nel diritto dei cittadini aderire alle campagne elettorali. Dopodiché considero Elon Musk un valore aggiunto in questo tempo. Una persona che sicuramente ha fatto delle cose straordinarie, delle cose importanti, e penso che debba e possa essere un interlocutore, una persona con la quale confrontarsi”.
La preoccupazione degli Stati membri per le sentenze italiane sui Paesi sicuri
Per quanto riguarda l’Ucraina, poi, Meloni ha spiegato che “vedremo come evolve lo scenario nelle prossime settimane ma io ribadisco che finché c’è una guerra l’Italia sarà al fianco dell’Ucraina”. Infine, una risposta sul protocollo Italia-Albania, che non è fra i temi del Consiglio, ma che è stato affrontare all’interno della commissione immigrazione. Il premier ha riferito dell’interesse dei partner europei verso quel modello, ma anche dalla “preoccupazione” per ciò che avviene in Italia sul fronte giudiziario e che rischia di inficiare il concetto stesso di Paese sicuro, rendendo impraticabile qualsiasi politica di contrasto all’immigrazione illegale.