Metsola: “Il Parlamento europeo voterà la Commissione il 27 novembre, c’è ancora tempo”

14 Nov 2024 14:17 - di Stefania Campitelli

“Il Parlamento europeo voterà la prossima Commissione il 27 novembre. C’è ancora tempo. L’ Aula è pienamente impegnata a far entrare in carica la nuova Commissione. Questa è una nostra responsabilità e la prendiamo molto seriamente. Soprattutto se guardiamo a ciò che sta accadendo nel mondo”. Parola di Roberta Metsola, presidente dell’Europarlamento, per spegnere le polemiche sullo stallo di questi giorni. Un impasse creato dai veti incrociati nella maggioranza e dal ricatto dei socialisti che osteggiano la nomina di Raffaele Fitto alla vicepresidenza esecutiva.

Metsola: il Parlamento voterà il 27 novembre, c’è ancora tempo

“I primi mesi di ogni nuova legislatura sono sempre difficili – ha sottolineato Metsola –  ma ciò che è importante è lavorare assieme. Abbiamo bisogno di stabilità in tempi di cambiamento. Detto questo, il nostro lavoro continua. Le decisioni vengono prese, i processi legislativi sono in corso. Ciò che i cittadini si aspettano da noi è che continuiamo a fornire aiuti all’Ucraina, alla competitività europea e al prossimo bilancio a lungo termine dell’Ue”. La partita per le nomine dei sei vicepresidenti della Commissione Ue è diventata più complicata del previsto. L’incontro, a palazzo Berlaymont, tra Ursula von der Leyen e i leader dei gruppi del suo Ppe, dei socialisti e del gruppo liberale Renew sulle nomine della Commissione non ha raggiunto un accordo. “Tutti i canali di comunicazione restano aperti”, hanno aggiunto fonti socialiste. L’incontro sarebbe andato “maluccio”, ha detto una fonte, e a questo punto è possibile che la partita slitti alla “settimana prossima”.

I veti incrociati della maggioranza e i ricatti dei socialisti

Al momento i socialisti (con il Pd) continuano la crociata contro Raffaele Fitto (sì a commissario, no a vicepresidente) e, dopo aver chiesto alla presidente della commissione di rivedere la nomina, hanno minacciato di far mancare i voti  in plenaria. Il gioco dei veti incrociati, cominciato ad inizio settimana, è sfuggito di mano a tutti. Lunedì sera i tre leader della maggioranza avevano deciso di aggirare temporaneamente l’ostacolo votando contestualmente i sei candidati vicepresidenti: la popolare Henna Virkkunen, i liberali Kaja Kallas e Stephane Sejourné, le socialiste Ribera e Roxana Minzatu e il conservatore Fitto. Non è servito a nulla.

Tajani: basta capricci, lavoriamo nell’interesse dell’Europa

“Credo che si debba lavorare nell’interesse dell’Europa. Non si può perdere tempo per capricci di questo o quel partito”. Così Antonio Tajani commentando la fumata nera. “Fitto ha le carte in regola per fare il commissario e il vicepresidente esecutivo, lo hanno riconosciuto tutti. Quindi – aggiunge il ministro degli Esteri – credo sia giusto andare avanti per poterlo avere operativo, insieme a tutta quanta la Commissione, quanto prima possibile”. Infine una nota polemica con chi gioca allo sfascio come i socialisti europei. “Non si può dire di essere europeisti soltanto quando le cose vanno come gli piacciono. Non si può essere europeisti a la carte, l’Italia ha indicato Fitto, la Commissione europea ha scelto, attraverso la sua presidente, Fitto come vicepresidente esecutivo. Se si è europeisti bisogna avere un rapporto europeista e non di partito con la Commissione europea”.

Rampelli: la svolta conservatrice è nei fatti. Si rassegnino

Fabio Rampelli su Facebook boccia senza sconti i mezzucci della sinistra europea e italiana.  “I leader europei hanno deluso i propri popoli. I nodi vengono al pettine nel momento in cui le sfide geopolitiche obbligano l’Ue a dare risposte veloci e decise. Siamo paralizzati dalle crisi economiche e di governo di Germania, Francia e Spagna”, scrive il vicepresidente della Camera. “Veti e accuse incrociate stanno generando un pericoloso stallo e mostrano il lato meno maturo del Partito Socialista Europeo. Che, con una Commissione annunciata da mesi che ha una componente conservatrice più forte di un tempo, decidono pomeriggio di fermare tutto. Nel gruppo del Pse, la componente più numerosa è quella del Partito Democratico nostrano”.

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