Migranti, toghe rosse ancora all’attacco con un altro stop ai trasferimenti. Ira del governo: inaccettabile
Albania, nuovo stop delle toghe rosse ai trasferimenti di migranti col plauso dell’opposizione e somma indignazione del governo che parla di decisioni «inaccettabili». Di fatti eversivi» e di «sentenze emanate contro gli italiani», una sorta di «Capitol Hill al contrario»… Dunque, il copione si ripete: le toghe rosse insistono a sabotare l’intesta Roma-Tirana bloccando il trasferimento di altri migranti in Albania. La sinistra riprende il solito canovaccio dello sciacallaggio urlando al flop del progetto e tutti i detrattori insieme divisi in aule giudiziarie e parlamentari, continuano a “mirare” ad alzo zero contro il governo e la sua politica sui migranti da espellere e rimpatriare.
Governo che rispedisce al mittente le critiche e torna a contestare quella che, a suon di sentenze, si delinea sempre più platealmente nei termini di un’operazione di sabotaggio. Una manovra di accerchiamento e di speronamento che punta a sbarrare la rotta intrapresa dal governo che non può che esasperare l’esecutivo che, ancora una volta in queste ore, non può che far registrare una reazione di aperta indignazione.
Migranti, toghe rosse ancora all’attacco
Ancora una volta oggi, dopo gli ultimi illustri precedenti delle settimane scorse, i giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma hanno sospeso la procedura di convalida in relazione ai trattenimenti dei sette migranti, egiziani e bengalesi, portati venerdì scorso in Albania. Alla luce del nuovo decreto “Paesi sicuri” varato dal governo i giudici chiedono l’aiutino da casa altresì detto “parere” della Corte di giustizia europea che però si esprimerà sul decreto del governo in merito ai “Paesi sicuri” solo a luglio prossimo.
Il tribunale di Roma blocca i trattenimenti di 7 tra egiziani e bengalesi in Albania
E nel frattempo, però, con la sospensione della decisione delle toghe, allo scadere dei termini per la convalida dei trattenimenti, i migranti potranno essere riportati in Italia. Per un ottavo migrante, anche lui richiedente asilo e risultato vulnerabile, era già stato disposto il rientro nel Bel Paese. Va ricordato, inoltre, che lo scorso 18 ottobre i giudici del sezione specializzata in materia di immigrazione del tribunale di Roma non avevano convalidato i trattenimenti, emessi dalla questura di Roma, per i primi migranti che erano stati portati all’interno del centro di permanenza per il rimpatrio di Gjader. Ordinanza che è stata poi impugnata dal Viminale in Cassazione.
Centrodestra indignato, Tajani: «La scelta del tribunale Roma va contro la tripartizione dei poteri. Inaccettabile»
Dunque, stando così le cose, i commenti dei membri dell’esecutivo non si sono fatti attendere. «In una democrazia c’è la tripartizione dei poteri. Quando uno di questi poteri scavalca i propri confini mette in difficoltà la democrazia. Ci sono alcuni magistrati che stanno cercando di imporre la loro linea politica al governo. Questo non è accettabile”, ha tuonato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, commentando la sentenza del tribunale di Roma sui migranti in Albania, a margine dell’evento elettorale del centrodestra a Bologna.
Non solo. A stretto giro il leader azzurro ha anche aggiunto: «Io rispetto tutte le decisioni della magistratura, non faccio polemica e non offendo nessuno. Dico soltanto che è una scelta che va contro la tripartizione dei poteri», sottolinea nuovamente Tajani, spiegando che «non è un magistrato che decide qual è un Paese sicuro. Perché non lo sa, perché non si occupa di queste cose. Se il governo che ha gli strumenti per farlo dice che un Paese è sicuro, allora c’è qualcosa che non funziona».
Toghe pro-migranti, Salvini: «Un’altra sentenza politica contro gli italiani»
«Un’altra sentenza politica non contro il governo, ma contro gli italiani e la loro sicurezza – ha fatto eco alle parole di Tajani il vicepremier e ministro Matteo Salvini sul nuovo stop del tribunale di Roma ai migranti negli hotspot in Albania –. Governo e Parlamento hanno il diritto di reagire per proteggere i cittadini, e lo faranno. Sempre che qualche altro magistrato, nel frattempo, non mi condanni a sei anni di galera per aver difeso i confini…» ha poi rimarcato in calce il leader del Carroccio, intervenendo a Bologna alla manifestazione promossa dal centrodestra a sostegno della candidata governatrice per l’Emilia Romagna Elena Ugolini. Prima di assestare l’affondo finale: «L’immigrazione incontrollata, il sistema dell’accoglienza di massa, costa all’Italia 2 miliardi l’anno. E nessuno mi toglie l’idea che quelle sentenze servano alle cooperative rosse per continuare a fare soldi sulla pelle di quella gente».
Duro affondo di Gasparri: «Giudici? Siamo di fronte a fatti eversivi. È una Capitol Hill al contrario»
Duro anche l’affondo di Maurizio Gasparri. Con quello che sta avvenendo con i giudici «siamo di fronte a fatti eversivi… la dottoressa Albano che accusa il governo Meloni: siamo di fronte a fatti gravissimi, siamo a una Capitol Hill al contrario», ha affermato il capogruppo di Forza Italia, intervenendo in Senato, a fine seduta. Concludendo poi: «Noi siamo pezzi di Repubblica di fronte a pezzi di eversione».
Borghi (Lega): «Si è passato il segno, la prossima volta li portiamo a casa del giudice»
E sull’onda dell’indignazione si colloca certamente anche il commento di Claudio Borghi, senatore della Lega, intervenendo in Senato sulla decisione odierna del Tribunale di Roma, ha a sua volta osservato: «Una volta il giudice poteva rimandare alla Consulta. Ora la nostra Costituzione non conta più nulla; ora rimandano all’Europa. Si è davvero passato il segno». Chiosando infine il suo intervento con un monito che ha surriscaldato la temperatura dell’Aula già incandescente tra i banchi dell’opposizione: «La prossima volta invece di portarli in Albania, li porteremo a casa di quel giudice. Ora è arrivato Trump e le cose cambieranno»…