Mille giorni di guerra: il G7 si compatta intorno all’Ucraina, Meloni in prima linea per Kiev
Mille giorni di guerra. Mille giorni di dolore, resistenza e sacrifici in una terra che si ostina a non piegarsi davanti all’aggressore. E, a mille giorni dall’inizio della guerra di aggressione russa, il G7 ribadisce, con una dichiarazione unanime, il proprio sostegno incondizionato all’Ucraina. Su iniziativa della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i leader delle sette potenze economiche hanno lanciato un messaggio chiaro: «Fermo sostegno a Kiev per tutto il tempo necessario».
L’iniziativa parte da Meloni e il G7 la segue
«Noi, i leader del Gruppo dei sette (G7), riaffermiamo il nostro fermo sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario. Rimaniamo solidali nel contribuire alla sua lotta per la sovranità, la libertà, l’indipendenza, l’integrità territoriale e la sua ricostruzione», si legge nella nota di palazzo Chigi rilasciata questo pomeriggio. «La Russia», prosegue il documento, «resta l’unico ostacolo a una pace giusta e duratura». E mentre si intensifica la pressione internazionale, il G7 promette nuove sanzioni, controlli sulle esportazioni e altre misure per aumentare il costo di azione del Cremlino. La stessa Ursula von der Leyen, lo ribadisce su X, parlando di «costi severi». Sempre più vicini al millesimo giorno di questa guerra la presidente della Commissione, insieme all’intero G7, sottolinea il supporto alla «coraggiosa nazione ucraina» come «incrollabile».
Zelensky: “Grato a Giorgia Meloni e a tutti i leader del G7”
La risposta di Kiev non è tardata ad arrivare. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso la sua gratitudine con un messaggio inequivocabile: «I leader del G7 hanno dimostrato ancora una volta il loro incrollabile sostegno all’Ucraina, mentre ci avviciniamo al millesimo giorno di aggressione da parte della Russia. Sono profondamente grato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e a tutti i leader del G7 per la loro voce unita nel sostenere l’Ucraina. Il loro sostegno aiuta l’Ucraina a proteggere il suo popolo dal terrorismo, salvando innumerevoli vite»
Sul campo, un bilancio sempre più drammatico
Mentre i leader del mondo riaffermano il loro appoggio, il conflitto continua a mietere vittime e distruzione. Solo nelle ultime ore, la Russia ha lanciato 83 droni d’attacco contro l’Ucraina, di cui 53 sono stati abbattuti dalle difese aeree ucraine. Almeno quattro civili sono morti negli attacchi, con almeno altri dieci di feriti, mentre il Ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia Tass, rivendica di aver colpito «infrastrutture energetiche e un aeroporto militare». E aggiunge: «Manodopera e attrezzature nemiche sono state colpite in 165 aree», aggiunge l’agenzia russa.
Nonostante le difficoltà, Zelensky assicura che l’Ucraina è meglio preparata ad affrontare l’inverno rispetto agli anni precedenti. «Abbiamo compiuto una decentralizzazione della rete energetica», ha detto, sottolineando la necessità di continuare a rafforzare le capacità difensive del Paese.
Il futuro dell’Ucraina nel 2025
Zelensky guarda al futuro e ribadisce l’obiettivo di porre fine alla guerra entro il 2025 attraverso una soluzione diplomatica, ma solo da una posizione di forza. «Come possono esserci trattative semplicemente con un assassino? Se parliamo con Putin e non siamo rafforzati nelle condizioni in cui ci troviamo non si tratta di una pace giusta», spiega il presidente ucraino. «È vantaggioso per Putin negoziare solo su condizioni che equivalgono alla nostra capitolazione, ma nessuno lo permetterà». La posizione degli Usa resta importante e gli americani «oggi sono dalla parte di Kiev», conclude Zelensky.
Un vertice decisivo quello del G20 in Brasile
Intanto, la premier italiana si prepara a portare la questione ucraina anche sul tavolo del G20, che si aprirà domani a Rio de Janeiro. Le trattative sulla dichiarazione finale del vertice sono in pieno svolgimento e si concentrano su temi cruciali dal conflitto ad est a quello in Medio Oriente, dalla sicurezza alimentare alla lotta alla povertà e al cambiamento climatico. Per Meloni, sarà l’occasione di riaffermare il ruolo dell’Italia come attore strategico nella sicurezza alimentare globale e promotore di cooperazione internazionale attraverso il Piano Mattei per l’Africa.