Nordio: “Sarò al congresso di Magistratura democratica con un discorso di collaborazione”
“Bisognerebbe capire chi per primo deve fare un passo indietro. E visto che questa esondazione è iniziata dalla magistratura, sarebbe bene che la magistratura facesse un primo passo di riconciliazione; smettere di criticare le leggi; e i politici d’altro canto smettere di criticare le sentenze”. Sono le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio al ‘Salone della Giustizia’ nell’intervista con il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci. Il Salone giunto alla sua quindicesima edizione cade in un momento denso di fibrillazioni tra esecutivo e magistatura. Nordio non elude alcun argomento, dalle sentenze smonta-decreti del governo sul patto con l’Albania; fino all’incontro del premier con il vicepresidente del Csm, Pinelli, su cui la sinistra si sta sbracciando e su cui i magistati sono divisi al loro interno. “In un Paese ideale i magistrati non dovrebbero criticare le leggi e i politici non dovrebbero criticare le sentenze: ma dai tempi di Mani pulite questa situazione si è capovolta”, ha detto il ministro.
Nordio: “Andrò al congresso di Md. Sono sicuro troveremo l’atmosfera giusta”
Il Salone si sta svolgendo con la partecipazione dei massimi livelli della politica, dell’informazione e della società civile. Tre giorni intensi di convegni, dibattiti e faccia a faccia. Introdotto da Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, è seguito l’intervento del presidente Ignazio La Russa. Subito dopo il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Il quale nella sua chiarezza ha però lanciato un segnale importante di distensione: “Dopodomani sarò al congresso di Magistratura democratica che ha avuto la cortesia di invitarmi. Porterò un discorso di conciliazione e collaborazione, poi ognuno mantiene le sue idee”. E ha aggiuunto: “Sono certo che al di là delle ovvie differenze di posizioni, anche sulle iniziative legislative alle quali siamo vincolati dal mandato elettorale, troveremo l’atmosfera giusta; in funzione di ciò che ci interessa massimamente: un funzionamento rapido e moderno della giustizia”.
“L’incontro con Pinelli non vulnera la prassi e le leggi”
Subito dopo smonta le illazioni della sinistra che in questi giorni stanno pigiando l’acceleratore polemico sull’incontro Pinelli-Meloni. “Non credo ci sia una irritazione del Quirinale. Ho incontrato anche io ieri il vicepresidente Pinelli e l’interlocuzione è periodica. Perché, soprattutto in questo momento di riforme sulla IA, sulle modalità con cui essa può intervenire nell’organizzazione della giustizia, abbiamo interlocuzioni: con Pinelli, con il Csm, con il Consiglio nazionale forense e altre associazioni. Credo sia perfettamente normale che vi sia questa interlocuzione che non vulnera nessuna prassi o legge dello Stato”. Più chiaro di così.
Nordio: “Sui Paesi sicuri va valutato caso per caso”
Si riparlerà del patto con l’Albania e delle sentenze di Catania e di Bologna. Soprattutto in vista dell’arrivo in Albania della nave Libra attualmente in mare. Su questo punto Nordio dà un’dicazione di metodo: “Occorre valutare caso per caso se le ragioni per cui quel Paese viene considerato non sicuro in relazione a determinate situazioni, riguardano il richiedente asilo. Va valutato, e lo diceva anche sentenza corte europea, caso per caso”.
“La separazione delle carriere è un dovere”
Durante l’evento iniziato oggi e che durerà per tre giorni, a proposito della separazione delle carriere, il ministro ha sottolineato:fa parte della missione del mandato elettorale di questo governo: “Non è un nostro diritto ma un nostro dover. Iin democrazia rispondiamo al popolo, non alla magistratura” ha chiosato. “Fino al 1988 ero contrario”, ha spiegato Nordio; poi “è entrato in vigore il Codice Vassalli” e la “separazione delle carriere è una conseguenza inevitabile quando si adotta un codice accusatorio anglosassone: altrimenti il sistema si inceppa e, infatti, da noi si è inceppato”. Il Guardasigilli ha ricordato anche che “Falcone si era espresso chiarissimamente sulla necessità di separare le carriere”.
“Chi autorizza le intercettazioni deve garantire la segretazza”
Nordio ha risposto alle domante in tema di cybersicurezza: “Fondamentalmente il problema è tecnico”, ha detto a chi gli ha chiesto se sia stata trovata la quadra sul dl sulla criminalità informatica. Che è stato messo e poi tolto dall’ordine del giorno del Cdm e sul quale il governo sta lavorando. Altro tema, le intercettazioni. “Chi le autorizza deve garantire la segretezza. Quando il processo diventa pubblico è stata già fatta una discovery totale per le difese; e quello è il momento in cui avvocati, pm e giudice devono mettersi d’accordo su quelle essenziali per le indagini; e su quelle che non c’entrano nulla – ha continuato -. Assistiamo a paginate intere dove vengono trascritte intercettazioni che non hanno nulla a che fare con le indagini. Dobbiamo mettere dei paletti”.
Dossieraggi: “Complotto? No comunanza di interessi per colpire determinati settori”
Lo scandalo dei dossieraggi sta scuotendo il mondo politico e dell’imprenditoria. Nordio è cauto sui termini da usare. “La parola complotto ha più significati, se vogliamo parlare di complotto politico o colpo di Stato no; ma se si parla di complotto come comunanza di interessi, che possono essere politici, economici, finanziari, per colpire determinate settori e persone, allora direi che la prova è in re ipsa. Abbiamo avuto l’esempio di dossieraggi e anche intromissione nelle chat – aggiunge- nella vita privata degli individui. Che non possono essere casuali: erano così estese, concentrate e complesse che non possono essere imputate alla curiosità morbosa di una sola persona”. “Siamo già intervenuti e stiamo intervendo. Ma direi ai giovani di fare attenzione perché oggi il problema è che con l’IA gli atti possono essere non solo captati ma manipolati”.
“Trump? La comunanza di valori non cambia rispetto ai vari candidati”
Una battuta su Trump tornato alla Casa Bianca: “I sondaggi erano molto incerti, erano aperti a tutte le soluzioni. Condivido quanto ha detto l’ambasciatore americano in Italia, che non cambierà molto. Ciò che conta sono i rapporti strettissimi, consolidati e antichi che legano i due Paesi nei valori. Noi abbiamo un grande debito di riconoscenza verso gli americani: c’è una fortissima componente italiana negli Stati Uniti; una comunanza di valori della democrazia, della libertà e della separazione dei poteri che non potranno mai essere in oscillazione rispetto ai vari candidati”.