La leader delle toghe rosse “abbraccia” Landini e “prevede” nuove sentenze blocca-rimpatri

10 Nov 2024 18:20 - di Luisa Perri

“Non ho nessuna intenzione di andare allo scontro con il governo, è il governo che vuole fare uno scontro con me e io voglio sottrarmi. C’è stata una personalizzazione insopportabile. Ci sono dei giudici che cercano di fare il loro lavoro e c’è stato un pronunciamento unanime di tutte le comunità dei giuristi, dall’Unione delle camere penali alle associazioni dei professori di diritto dell’Unione europea: tutti hanno sostenuto che sulla supremazia del diritto europeo non ci si può fare nulla”. La presidente di Magistratura democratica Silvia Albano, giudice della sezione immigrazione del tribunale di Roma, a margine del convegno della corrente più orientata a sinistra della magistratura italiana, fa la vittima ma “prevede” una nuova fase di braccio di ferro tra giudici e governo. E sempre sul tema dei migranti e dei rimpatri da far passare attraverso il centro di smistamento in Albania. Al convegno nella capitale sui 60 anni di Magistratura Democratica – alla presenza di Landini – le toghe rosse fanno capire che si preparano all’ennesimo polverone politico, prevedendo sentenze simili a quelle dello scorso 18 ottobre, che bocciarono il trattenimento dei primi dodici migranti portati nel centro italiano in Albania. “Una nuova bufera? Ne parleremo domani. Credo che quanto successo finora sia già molto grave e problematico”, dice la Albano, giudice della sezione immigrazione del tribunale di Roma. Si tratta della stessa magistrata che non ha convalidato il trattenimento di uno dei primi dodici migranti nel cpr di Gjader, per la quale – solo qualche giorno dopo – è stata disposta una vigilanza per le minacce giunte sulla sua mail e sui social. Lunedì sono attese altre sei sentenze sui rimpatri…

Silvia Albano annuncia le barricate contro la riforma della Giustizia

“La riforma della giustizia, nel combinato disposto con la riforma sul premierato, pone effettivamente un problema perché la nostra Costituzione prevede degli organi di garanzia, come la Corte costituzionale, il Csm”, ha detto la presidente di Magistratura Democratica. “I costituenti hanno creato un sistema di pesi e contrappesi che doveva garantire che non ci fosse più una situazione in cui una maggioranza di governo potesse agire senza limiti di legalità”, ha continuato puntando l’attenzione sulle conseguenze di “una legge elettorale maggioritaria in Costituzione” sugli organi di garanzia. “Non stiamo a difendere nessun privilegio, l’indipendenza della magistratura è la garanzia di tutelare i diritti di tutti i cittadini. Oggi tocca ai migranti, domani chissà, potrebbe accadere a ciascuno di noi”, ha concluso.

Landini applaudito alla festa di Magistratura democratica

“Il fatto che chi cerca di applicare la Costituzione venga appellato come ‘giudice comunista’ mi preoccupa molto per lo stato della nostra democrazia e per il suo futuro. In tasca non abbiamo il libretto di Mao nè il Capitale di Marx, ma la Costituzione”, ha detto Silvia Albano rincarando la dose nel corso del suo intervento. Per la cronaca, sabato, ai festeggiamenti di Magistratura democratica ha partecipato, all’evento di sabato in Campidoglio, quel moderato di Maurizio Landini. Il segretario della Cgil, che in questi giorni ha usato parole incendiarie contro il governo, invocando la “rivolta sociale”, non avrà in tasca il libretto rosso di Mao o il Capitale, ma sicuramente li ha imparati bene a memoria entrambi, visto e considerato il suo inquietante lessico da veterocomunista.

A stemperare il clima del convegno, l’intervento in collegamento il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che la presidente Albano ha ringraziato “di cuore per aver scelto di partecipare, questo è il dialogo che vorremmo”.

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