Perché il 25 aprile sì e il 4 novembre no? FdI rilancia la proposta: torni festività nazionale
Passata la festa del 4 novembre, gabbato il santo? Non in questo caso. Da destra viene infatti rilanciata la proposta di farlo tornare al pari di festività nazionali come il 25 aprile, con scuole e uffici chiusi. Festività che era in vigore fino al 1977.
Menia: ora il 4 novembre torni anche festività nazionale
«Il 4 novembre – ha sottolineato il senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia – è fondamentale per la nostra Nazione, un giorno in cui si celebra l’importanza delle nostre forze armate il cui sacrificio ha forgiato la nostra Patria. Una giornata in cui si ribadisce il valore dell’unità nazionale conquistata con fatica grazie ai nostri caduti. Per il vicepresidente della Commissione Esteri del Senato, si tratta «di una data che quest’anno si celebra come festa delle nostre forze armate riconosciuta con la legge 1 marzo 2024, partita da un mio disegno di legge che mirava anche al riconoscimento, come era un tempo, del giorno di festività nazionale, che auspico torni ad essere tale».
La straordinaria campagna del tenente Trabucco
Una campagna affinché il 4 novembre torni festività nazionale viene portata avanti da tempo con ostinata ed encomiabile passione dal tenente Pasquale Trabucco: «Come scrivo nel mio libro “L’ombra della vittoria. Il fante tradito”, tutto nasce nel 1977 quando avevo solo 17 anni e la politica decise di tagliare le radici della storia patria togliendo gli effetti civili a due feste laiche, che io considero sacre, il 2 giugno Festa della Repubblica spostandola alla prima domenica di giugno e il 4 Novembre, allora Festa dell’Unità Nazionale, alla prima domenica del mese di novembre», ha raccontato Trabucco in una recente intervista.
Dal 2018 il tenente Trabucco ha iniziato una sorta di pellegrinaggio laico, a piedi, che lo ha visto percorrere oltre 1.700 chilometri in 43 tappe, da Predoi, nel Trentino, fino a Portopalo di Capo Passero, in Sicilia. Un proposito avviato in occasione dei 150 del Regno d’Italia. «Durante la corsa dei 100 chilometri che dividono Firenze da Faenza arrivato al traguardo, con il basco del mio reggimento e Tricolore – racconta ancora l’ufficiale – decisi che se non fosse stata ripristinata prima del 2018 avrei spesso le mie energie per raggiungere questo risultato. Pertanto a gennaio 2018 lasciai il mio lavoro per dedicarmi anima e corpo a questo progetto. Oggi posso dire che rifarei tutto».